sabato 5 maggio 2012

QUANDO RIMANE LA PAURA DELLA LEGGE E NON IL SUO RISPETTO

Oggi mi addentro in un discorso difficile, il principio di LEGALITA'. Quello per il quale la LEGGE va comunque rispettata. Se è ingiusta, sarà possibile abrogarla, o modificarla, tramite gli strumenti comunque previsti dalle norme: referendum, pressing politico sul legislatore, voto. La RIBELLIONE invece non è consentita, sarebbe il caos.
Mi sembra tutto corretto.
Ma, ci insegnavano nelle aule di Diritto, perché questi avvenga NON basta un CODICE, ma è necessario un DIFFUSO CONSENSO.  A monte delle norme, c'è un PATTO SOCIALE, una condivisione non unanime ma assolutamente prevalente sulle regole che devono governare la convivenza tra cittadini.
Altrimenti le norme non saranno rispettate dai più, e non sarà possibile conservare l'ordine in modo democratico. Sarà possibile a quel punto solo imporlo, con la forza. Una dittatura. Ma attenzione, anche la Dittatura, che pure si impone, deve cercare il consenso. Perché alla lunga, un sistema dispotico che non possa contare sull'adesione, ancorché non convinta ma supina della maggior parte della popolazione, alla fine crolla. Ci vorranno magari decenni, come l'URSS e i suoi satelliti, come in Cile, in Argentina, in Spagna, ma alla fine questo accade.
Da noi , in Occidente, in Europa, e in Italia ancora di più, questo consenso da oltre 40 anni viene "comprato" col debito, che ha consentito un benessere mai conosciuto in nessun altro angolo del pianeta. Attraverso il debito, e la spesa pubblica, abbiamo potuto vivere al di sopra delle nostre possibilità. TUTTI. I più ricchi indebitandosi in misura inferiore, i meno abbienti di più, ma NESSUNO si è adeguato alla propria capacità di lavoro e di produzione. L'Italia è famosa col suo 120%, ma gli USA stanno al 100% ormai, la Germania - che si dice trucchi i conti distogliendo parte dei buffi in quella che corrisponde alla nostra "Cassa depositi e prestiti", tanto è vero che qualcuno studia come farlo anche noi... - sta ben sopra l'80, la Francia quasi al 90, la Gran Bretagna anch'essa sull'80%. Sono diversi gli osservatori di politico sociali, da ultimo Angelo PAnebianco, che iniziano a sostenere che il DEBITO sia stato uno dei fattori della pace europea e dell'aggregazione sociale.
Altro che principio di Legalità....
Ora che i rubinetti vengono non diciamo chiusi ma molto ridotti, il consenso non c'è più.
E questo ovviamente lo si nota di più nei paesi in maggiore difficoltà ma è regola generale. In Gran Bretagna, i labouristi, che avevano perso nettamente le elezioni politiche, a causa della crisi economica, oggi vincono alle amministrative inglesi per la STESSA RAGIONE. In Francia Sarkozy è dato perdente con Hollande, che è un candidato di personalità mediocre che non deve semplicemente commettere grossi errori, visto che il vento è tutto dietro le sue vele. In Spagna si è visto e in Italia, se si fosse votato, sicuramente il centro destra avrebbe perso. L'atteggiamento inglese è sintomatico: a due anni esatti dalla vittoria Cameron perde consensi per non aver risolto la crisi. Poteva mai in due anni ? Evidentemente no, ma questo infantilmente la gente vuole. Si potrebbe dire che la crisi di consenso di Monti è figlia della stessa pretesa, ma non sarebbe corretto. Quello che molto di noi contestano al Premier Italiano è di fare cose confuse, pasticciate, mostrandosi debole esattamente quanto gli altri governi, prigionieri però dei ricatti elettorali da cui i tecnici si sperava potessero essere immuni.
Insomma la gente i sacrifici non li vuole fare. Questa è la sostanza, assolutamente diffusa tra tutte le classi sociali. Ognuno è convinto che siano ALTRI quelli che devono stringere la cinghia, laddove di fronte ad uno scarto tra entrate e uscite di 450 miliardi (diventerebbero 330 se astrattamente potessimo recuperare con la bacchetta magica i 120 di evasione fiscale, sempre una MONTAGNA) è di tutta evidenza che NON ci sono settori preservabili.
Ma questo messaggio NON passa.
LO scriveva bene Dario DI Vico ieri: il tessuto connettivo, mai solido, si sta pericolosamente slabbrando.
E così, quando accade un episodio come ieri in cui un piccolo imprenditore, Luigi Martinelli, sembra perdere la testa, entra in un ufficio dell'Agenzia delle Entrate armato fino ai denti e tiene sequestrato un impiegato per 6 ore, la condanna non è così unanime come sarebbe accaduto in altri tempi . Perché quel gesto irrazionale ed esasperato sembra provenire da una persona del tutto "normale".
Il vicebrigadiere che con bravura e capacità umana di dialogo e di ascolto è riuscito a sedare Martinelli , ha commentato " non mi sembra un criminale, piuttosto una persona arrabbiata" , e magari per questa frase sincera si beccherà un bel cicchetto dai suoi superiori. Il CODACONS, uno dei primi , storici, comitati di difesa dei consumatori, ha messo a disposizione di Martinelli l'assistenza giuridica gratuita. La stessa cosa ha fatto Calderoli e in rete ho visto un sito che si propone di raccogliere fondi a tale scopo.
Anche l'impiegato sequestrato parla di Martinelli come di un uomo che certamente NON è un criminale.
Molti, sembra di capire, si augurano una pena non severa.
Quindi come la mettiamo?
Non dobbiamo fare di Martinelli un eroe, certamente, ma la gente, tanta gente, nemmeno riesce a condannarlo, pensando che magari anche loro farebbero come lui e non lo fanno solo per paura delle conseguenze.
Vale a dire la PAURA della Legge, NON il suo RISPETTO.
Occhio che è un brutto cambiamento....

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