domenica 24 giugno 2012

ACCUSATO DI UNA TRUFFA DI 20 EURO, VIENE ASSOLTO DOPO AVERNE SPESI SEIMILA. IL PROSSIMO POTRESTI ESSERE TU!

Perché i giustizialisti – dispregiativamente indicati anche come  manettari o forcaioli – sono più dei “garantisti”? Per due ottime ragioni : la prima, la più importante, è che con la scusa della “giustizia” in realtà assecondiamo la parte peggiore di noi, quella animata dalla PAURA e dalla voglia di vendetta; la seconda, è che pensiamo non toccherà mai a noi
Ecco, la storia che racconterò dimostra come questa convinzione sia stupida, perché in una società complicata come la nostra, dove la possibilità di raggiri, truffe, o anche semplici errori , è QUOTIDIANA,  finire per sbaglio sotto la lente di ingrandimento delle nostre autorità preposte alla tutela dell’ordine e della giustizia non è affatto difficile.
Dunque, abbiamo Marco Villa – il nome stavolta è VERO – che si ritrova un addebito sulla propria carta di credito di 20 euro per l’acquisto effettuato su un sito pornografico americano. Il nostro non ne fa una questione di puritanesimo, semplicemente sa che questa transazione lui non l’ha MAI fatta.
A questo punto fa la denuncia alla polizia giudiziaria, al semplice scopo di poter segnalare la cosa al gestore della Carta perché , per il FUTURO, blocchi transazioni similari. Marco Villa, badate bene, NON chiede il rimborso dei 20 euro, data l’esiguità della cifra, si limita a fare una denuncia che potremmo definire “cautelativa”.
Passa quasi UN ANNO e alle 7 del mattino si presentano quelli della polizia postale che gli notificano un avviso di garanzia e gli sequestrano il PC. Marco è sospettato di FALSA DENUNCIA. In buona sostanza, l’Autorità Giudiziaria si è fatta la convinzione che Marco su quel sito ci sia stato, che la transazione fosse stata da lui autorizzata e quindi la successiva denuncia sia un falso. I nostri padri romani avrebbero immediatamente chiesto : scusate , ma cui prodest ?? in parole semplici, che vantaggio avrebbe avuto Marco a fare una cosa del genere ? Recuperare 20 euro, sappiamo di no, e non solo per la modestia assoluta della cifra, ma perché Marco non ha chiesto NESSUN rimborso della stessa al proprio gestore della Carta di Credito !
Questo ragionamento, pure alla portata di mio figlio Edoardo che ieri ha compiuto ben sei anni ! (auguri !!) , non pare sia stato fatto o, nel caso, sarebbe stato soppiantato da altri elementi ritenuti insuperabili . Quando la transazione negli USA passa,alle 6,30 p.m., il PC di Marco risulta collegato in rete , ore 13,30  italiane…….NON RIDETE !!! E’ tutto vero !! Quanti di VOI non sanno che p.m in inglese significa “post meridiem” e sta ad indicare le ore pomeridiane ? Quindi le 6,30 p.m americane non coincidono alle 6,30 del MATTINO, equivalenti alle 13,30 italiane, ma sono le 18,30 e quindi la una e trenta di notte in Italia, quando Marco DORME !!!.
Questo senza contare che se anche gli inquirenti non avessero fatto un errore così madornale, con l’uso che si fa del PC una coincidenza di orari non la vedo certo probante.
Altro indizio contro Marco è che comunque sul suo PC ci sarebbero stati contatti di pochi giorni antecedenti a quello in contestazione.  Qui la questione è più tecnica, ancorché ELEMENTARE per un semplice appassionato di informatica : se io mi collego ad un sito web, scarico i files che costituiscono le pagine web di quel sito, quindi se voi vi collegate OGGI ad un sito web creato nel 2001,  scaricate nel vostro pc files creati nel 2001, il che però NON dimostra che voi ANCHE nel 2001 abbiate visitato quell’indirizzo. Per fare un esempio banale, se nella mia libreria ho Guerra e Pace in edizione originale, non significa che ero vivo ai tempi di Tolstoy!!.
Dopo tre anni di procedimento penale, fondato su QUESTI indizi, Marco è stato assolto perché il fatto non sussisteva….e cioè per NON AVERLO MAI COMMESSO. In questi tre anni Marco non ha MAI visto il Pubblico Ministero che lo credeva colpevole e che ne aveva chiesto prima il rinvio a giudizio e poi la condanna. NEMMENO IN AULA, lo ha visto,...data la pochezza del contendere – 20 euro, NON richiesti !! – il titolare dell’accusa ha mandato una giovane sostituta a rappresentarlo.
Morale, Marco è stato assolto, dopo tre anni in cui è stato indagato e poi imputato, e aver speso tra avvocati e perito informatico la modica cifra di SEIMILA EURO. 
Che nessuno gli restituirà MAI.
 
Caro il mio manettaro girotondino, pensaci bene, che domai Marco Villa potresti essere TU.

 

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