Proprio l'altro giorno mi è arrivata una cortese comunicazione dell'Agenzia delle Entrate, a firma, niente popodimeno, del direttore Dr. Attilio Befera.
Che onore, ho pensato, per poi scoprire che questa cosa mi accomuna a "solo" altri 300.000 concittadini. Per il momento...
Con toni squisiti, mi si avverte che delle spese - in realtà in questo caso non si trattava di acquisti ma della sottoscrizione di una polizza assicurativa - non sarebbero risultate congrue con la mia dichiarazione dei redditi.
Richiamando, un po' ipocritamente a mio avviso, visto che sappiamo bene come per l'Agenzia non ci sia ormai più limite alcuno al frugare nei nostri conti e nella nostra vita privata, mi si dice che non si fa specifico riferimento alla spesa in questione, per via della Privacy (???? allora, l'ufficio la mia Privacy l'ha già "violata", ma lo può fare, io sono quello che ha fatto la spesa, chi è il soggetto che non deve sapere? il postino che apre la busta??) ma tanto io "so di che si tratta" (!!??). In realtà in questo modo il contribuente procede un po' a tentoni, non venendogli fatta una contestazione specifica.
Considerate che io faccio l'avvocato da un quarto di secolo, e le mie dichiarazioni sono sempre state assolutamente congrue. E infatti nessun rilievo mi è mai venuto da quel lato.
Quello che stavolta mi si contesta è che nel 2010 ho speso una cifra non adeguata al mio guadagno.
Mai sentito parlare all'Agenzia delle Entrate della voce "RISPARMIO"??
Eppure noi italiani siamo (eravamo?) famosi per essere uno dei popoli più risparmiatori del mondo!
Non solo, siamo anche il paese con la più alta percentuale di cittadini proprietari della casa in cui vivono: quasi l'80%!! Ma secondo l'Agenzia uno la casa se la compra con i soldi risparmiati in UN ANNO?????
O avrà risparmiato per qualche lustro? Certo, oggi le banche erogano (erogavano?) mutui finanche al 90% del valore dell'immobile, ma questa cosa avviene solo per coloro che hanno solide buste paga (o più di una, con tanto di garanzie di non so quanti familiari a contorno) e quindi NON per un professionista, o un commerciante, un artigiano, un AUTONOMO, al di là della dichiarazione dei redditi che porti (se nel 2010 hai guadagnato 10, mica è detto che lo farai nel 2011...il che è anche logico, solo lo Stato ti tassa per l'avvenire conteggiando i guadagni passati dando per scontato che li ripeterai. Se poi non avviene, arrangiati!!). Ma a parte questo, sono ancora tante le persone che preferiscono risparmiare prima e poi acquistare, senza fare debiti o facendone di più piccoli.
Questo all'Agenzia pare non essere previsto, e quindi se, restando nell'esempio della casa, nel 2010 ti sei comprato una casa di 200.000, sfruttando i risparmi di anni , loro ti chiedono come mai ci sei riuscito se in quell'anno hai dichiarato di averne guadagnati, che so, 40.000.
Ovvio che con un fisco di questo tipo, l'unica soluzione che le persone troveranno - e che molti hanno già trovato - è di NON fare più acquisti oppure mai a nome proprio (quelli che lo possono fare).
Sicuramente un'ottimo incentivo alla crescita dell'economia!
Come detto, i toni della missiva sono estremamente garbati, e la firma è addirittura quella del Capo dei Capi.
Ma l'avvertimento contenuto in fondo - pentite fijo che te conviene!! - resta.
Del resto, Marlon Brando versione Vito Corleone nel Padrino, alzava mai la voce? No, sussurrava. Anzi, a volte stirava pure un accenno di sorriso quando ti faceva proposte che "non potevi rifiutare".
Sull'argomento, ecco l'intervento sul Chicago Blog di Oscar Giannino di un collega, l'avv- Manuel Seri
LETTERE DI CORTESIA DAL FISCO
Stanno arrivando proprio in questi giorni ai Contribuenti
alcune lettere con cui l’Agenzia delle Entrate comunica le anomalie riscontrate
fra le dichiarazioni annuali dei redditi relative al periodo d’imposta 2010 ed
i dati presenti nell’archivio dell’Anagrafe Tributaria: si tratta di ben
300.000 informative per avvertire del rischio di incorrere in accertamenti
sintetici sulla base dell’equazione “tot speso nell’anno = tot guadagnato nel
medesimo anno” con una tolleranza fino al +20% rispetto al reddito dichiarato
(se nel 2010 è stato dichiarato un reddito complessivo di € 25.000,000 non si
deve aver speso più di € 30.000,00 altrimenti son dolori!).
E’ l’effetto dell’applicazione dell’art. 38 del D.P.R.
600/1973 (così come risultante dalle “intelligenti” modifiche introdotte
dall’art. 22 c. 1 del D.L. 78/2011) secondo cui “l’ufficio … può sempre
determinare sinteticamente il reddito complessivo del contribuente sulla base
delle spese di qualsiasi genere sostenute nel corso del periodo d’imposta …”
(comma 4) “… a condizione che il reddito complessivo accertabile ecceda di
almeno un quinto quello dichiarato” (comma 6).
Il problema è che il Fisco considera spese fiscalmente
rilevanti anche quelle relative ad acquisti importanti come una unità
immobiliare (abitazione, studio, garage, terreno, lotto edificabile, …) o
un’autovettura o altro più propriamente riconducibile ad un investimento del
quale il Fisco ha avuto notizia; sono coinvolte dunque perfino quelle spese per
le quali, di solito, vengono impiegati risparmi familiari accumulati nel tempo
e che dunque normalmente non vengono effettuate con redditi guadagnati nello
stesso anno … e non ci vuole una grande intelligenza per capirlo (oltretutto
sarebbe anche facile verificare la compatibilità dell’acquisto con la storia tributaria
pluriennale del Contribuente e dei Suoi Familiari, perché l’elaborazione
elettronica dei dai riferibili a ciascun codice fiscale interessato
impiegherebbe un istante ad effettuare la stima).
Niente paura: il Contribuente è comunque tutelato perché
sempre l’art. 38 in
questione a “… salva la prova che il relativo finanziamento è avvenuto con
redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta o con
redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o, comunque,
legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile” (comma 4); come al
solito, il Fisco presume l’evasione e il Contribuente deve dimostrare il
contrario!
Ciò significa che, per poter dimostrare l’impiego dei
risparmi pluriennali, bisogna produrre all’Ufficio finanziario gli estratti
conto bancari o postali e qui si amplifica il rischio del peggiore degli
accertamenti (quello finanziario), perché si offre al solerte operatore
tributario (interessato a raggiungere il budget annuale ed a far conseguire ai suoi
superiori i trattamenti incentivanti) il pretesto per applicare le norme
vessatorie contenute nell’art. 32 c. 1 n. 2 del D.P.R. 600/1973 in base alle
quali i “versamenti” in conto non giustificati da una idonea documentazione che
ne dimostri l’avvenuta tassazione o l’intassabilità si considerano ricavi o
compensi evasi da recuperare e, fatto ancor più grave, anche i “prelevamenti”
dagli stessi conti per i quali non si è in grado di indicare i beneficiari si
considerano ricavi o compensi evasi da recuperare; si tratta di presunzioni
legali (cioè stabilite dalla legge) che rovesciano sul Contribuente (evasore
fino a prova contraria) l’onere di dimostrare la irrilevanza fiscale di quei
movimenti e, se non ci dovesse riuscire, finirà nel calderone degli infedeli
finiti giustamente nella rete della lotta all’evasione e magari dovrà dire
addio all’acquisto effettuato con i sacrifici di anni.
La preordinata malafede del Fisco traspare dalle conclusioni
della lettera inviata ai Contribuenti: <<… nel caso in cui non fosse in
grado di dimostrare la compatibilità delle spese sostenute con il redito
dichiarato, l’Agenzia delle Entrate potrà procedere all’accertamento sintetico
del reddito complessivo; le suggeriamo quindi di considerare con attenzione
questa comunicazione e le opportunità di ravvedimento offerte dalla normativa
fiscale; la invitiamo a considerare il contenuto di questa comunicazione anche
ai fini della dichiarazione 2012 (periodo d’imposta 2011), valutando la
compatibilità delle spese effettuate lo scorso anno con il reddito complessivo
da dichiarare …>>.
Capito? “A buon intenditor … poche parole“: da questo
momento in poi è meglio spendere il meno possibile ed evitare per il futuro di
effettuare acquisti importanti (case, terreni, automobili, …) per non rischiare
di essere travolti dal rigore della lotta all’evasione. Così questo Stato pensa
di favorire la crescita e lo sviluppo dell’economia!
Anch'io ho ricevuto la stessa lettera per una polizza assicurativa fatta in banca!!! Sono rimasta senza parole. Come hanno visto l'investimento non potevano vedere anche i disinvestimenti effettuati nello stesso periodo? E' QUESTO IL MODO DI OPERARE? E NOI PAGHIAMO CON I NOSTRI SOLDI questo modo di operare? E' a dir poco vergognoso. Dopo 30 di lavoro (da dipendente!!!) devo giustificare al fisco come gestisco i miei risparmi accumulati in questi anni?!!!!? Lei che pensa di fare? Rispondere o aspettare un eventuale accertamento?
RispondiEliminaGentile Luisa, personalmente mi accingo a rispondere. Ovviamente devo perdere tempo a radunare la documentazione relativa ai disinvestimenti fatti , chiedere quindi alla banca, aspettare...ma insomma visto la "cortesia" con cui "chiedono" mi sembra educato rispondere...Ovviamente sono ironico, ma comunque è quello che farò. Più in generale, intendo dare battaglia a questo tipo di fisco, e penso di studiare, insieme agli amici dei movimenti e associazioni che contro QUESTE tasse si stanno battendo, un'azione legale finalizzata a contestare la costituzionalità di certe normative finalizzate a vessare il contribuente. Se legge il Camerlengo ne avrà tempestiva informazione.
EliminaGrazie! Leggerò fiduciosa
EliminaGrande Stefano!!! sei tutti noi...
RispondiEliminastefania