La chiamano "evoluzione giurisprudenziale", in realtà si tratta del potere delle toghe di sostituirsi al legislatore nel disciplinare la vita della comunità, ruolo che ovviamente a loro NON compete.
Perché evoluzione? Perché gli ermellini devono giustificare che, per decenni magari, hanno deciso in maniera OPPOSTA. Siccome non possono dare dei deficienti a se stessi o ai loro predecessori, ecco che l'inversione di 180 gradi, alla faccia dell'utopia agognata dei cittadini di una Giustizia CERTA, viene presentata come un'evoluzione.
Succede spesso. recentemente sta accadendo in materia di diritto di famiglia, con le mogli tradite che hanno ricominciato a chiedere, in sede si separazione e divorzio, non solo l'addebito della fine dell'unione coniugale, ma anche il risarcimento per la ferita subita.
A suo tempo, e sto parlando di quando ancora andavo all'università, si discuteva se l'assegno di mantenimento al coniuge avesse natura solo solidaristica (il coniuge più debole, compatibilmente con le risorse dell'altro, aveva diritto a conservare il tenore di vita goduto durante il matrimonio, e questo NON è cambiato, anche se, per fortuna, si è iniziato a tenere conto anche della DURATA del matrimonio, per escludere le cd. posizioni di "rendita") o anche "risarcitoria".
Allora si risolse per escludere la seconda cosa : del resto, la rivoluzione sessuale aveva trionfato, il diritto alla felicità individuale era considerato valore prioritario, e se uno/a s'innamora di un'altra/o che ci si può fare?
IL giuramento di fedeltà? gli obblighi contratti sposandosi e previsti anche dal codice civile? Roba vecchia, superata. Allora l'evoluzione era quella, all'insegna dell'edonismo e della libertà individuale. Pertanto mantenimento sì, del caso, ma risarcimento per le corna no, detto proprio in soldoni.
Da un po' lo stato ETICO sta riprendendo il sopravvento. La crisi economica ci fa tornare peccatori e non sono pochi, non solo tra i cattolici ferventi ma anche tra i laici più moralisti (quelli che sognano l'homo novus) a pensare che bisogna recuperare una serie di valori e di discipline perché il Dio ( religioso per i primi, sociale per i secondi) plachi la sua ira e torni a guardarci con benevolenza.
Mentre l'economia annega, e le persone hanno sempre meno risorse, i nostri giudici costruiscono un mondo che non c'è nel quale anche i diritti più inconsci e profondi devono ricevere tutela. Io sono piuttosto perplesso, immaginando la valanga di contenziosi che questa giurisprudenza provocherà ( e faccio l'avvocato!!! parlo CONTRO il mio interesse di categoria), e al pensiero che qui da noi già facciamo fatica a tutelare i diritti PALESI, figuriamoci quelli dell' "anima".
Comunque il contro ordine è questo : se tradisci e il coniuge tradito ci si ammala, cioè soffre, va in depressione, ha la sua vita di relazione condizionata se non rovinata, sei tenuto al risarcimento del danno.
Sarà come il Vajont!!!
Anche perché, leggo nelle motivazioni della sentenza, il Giudice di merito, nell'escludere l'assegno risarcitorio, aveva valutato se il tradimento avesse avuto contorni "irrispettosi" della dignità dell'altro, e l'aveva escluso MA, secondo i supremi giudici, non aveva tenuto conto di altri elementi:
"Nella specie, afferma il Giudice a quo, che la relazione del F. “non ha assunto carattere ingiurioso per la B. o manifestazioni rilevanti di disdoro” per essa. Egli non considera peraltro, anche solo eventualmente per confutarle, le incidenze, allegate dalla B., del comportamento del marito sulla salute, sulla privacy, sulla reputazione, etc."
Messa così, mi aspetto un contenzioso infinito.
Che fine ha fatto il principio per il quale se il tradimento NON era la causa della crisi coniugale ma la CONSEGUENZA (come spesso accade), allora nemmeno l'addebito era sostenibile?
E il fatto che la donna - immagino anche l'uomo - possa tranquillamente rifiutare di avere rapporti sessuali? essendo venuto meno questo tipo di "obbligo" coniugale? Cosa che mi pare assolutamente giusta, ma a quel punto se l'altro/a, prima di decidersi a separarsi, sperando che si tratti di un rifiuto temporaneo, cede alla tentazione di consolarsi altrove? Il tradimento è un effetto o una causa della separazione?
Insomma prevedo un bel caos. Per i matrimonialisti una pacchia, la conflittualità salirà alle stelle.
Ah, i figli in mezzo, a sentire fango gettato da ciascun genitore sull'altro. Uno spettacolo.
Ma non vi preoccupate, sentirete sempre giudici e avvocati riempirsi la bocca con "l'interesse superiore dei minori". Salvo patrocinare e sentenziare in direzione OPPOSTA.
Questo il principio della sentenza richiamata .
Separazione, tradimento, addebito, danno, risarcimento
Cassazione civile , sez. I, sentenza 01.06.2012 n°
8862
La violazione di obblighi nascenti dal matrimonio se da un
lato giustifica la pronuncia di addebito a carico di un coniuge, dall’altro può
configurare un comportamento che, incidendo su beni essenziali della vita, può
produrre un danno ingiusto con conseguente diritto anche al risarcimento del
danno morale.
Infatti la responsabilità tra coniugi, o del genitore nei
confronti del figlio, non si fonda sulla mera violazione dei doveri
matrimoniali o di quelli derivanti dal rapporto di genitorialità, ma sulla
lesione, a seguito dell’avvenuta violazione di tali doveri, di beni inerenti la
persona umana, come la salute, la privacy, i rapporti relazionali, etc.
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