Io e Revenge. siamo buoni amici" grazie al blog. Sicuramente abbiamo molte idee in comune , e tra queste, alcuni principi fondamentali : garantismo e salvaguardia delle libertà individuali. Anche contro il fisco siamo "appattati" , come direbbe il commissario Montalbano.
Politicamente, ho il forte sospetto che la "Nostra" abbia simpatie per la cd. Destra Sociale. Non è di sinistra, ma sta dalla parte del "popolo".
Io confesso, da liberale, ho più in sospetto la "gente", e , andando oltre la "lettera" delle varie dichiarazioni contestate, ho per lo più condiviso la sostanza racchiusa in queste dichiarazioni provocatorie (per altri snob ) nella forma.
Anche in questo caso, contrastare la vena italica di pensare che tutto sia dovuto, che lo Stato sia una sorta di padre grande che a tutto debba provvedere come noi provvediamo ai nostri figli (piccoli) mi sembra uno dei vizi capitali di questo Paese. Dire che il posto di lavoro non è un diritto ma qualcosa che si deve guadagnare con merito e sforzi, mi sembra dire una BANALITA'. E invece da noi è un delitto.
Mah, cara Revange, a te e a me il posto di lavoro non l'ha dato nessuno, eppure la nostra strada l'abbiamo fatta lo stesso, non eccelsa ma dignitosa, e milioni di persone come noi . Dunque?
E se qualcuno ha avuto la fortuna, non noi due, di avere studi o attività avviate dai genitori, poi chi ha garantiti, se non il loro impegno e bravura, che che questi "lasciti" non si disperdessero?
Il Diritto al Lavoro di cui parla la Costituzione , credo sia altro, e cioè fare in modo che a TUTTI sia data la possibilità di formarsi adeguatamente, e poi, secondo le proprie attitudini e meriti, potersi realizzare lavorativamente. L'uguaglianza dei punti di partenza, è l'utopia GIUSTA, NON quella dei punti di arrivo. L'aver abolito e demonizzato il merito, è stato il più grande favore fatto ai figli di papà, ai poco capaci ma molto raccomandati. Era più facile cambiare scala sociale nel 1950 che nel 2000....
Capisco che certe esortazioni espresse in modo caustico suonino stonate in bocca a persone in sospetto di forte privilegio. Però guardando al pulpito si perdono di vista le Parole.
Che di fondo, a mio avviso, restano giuste. E ho il sospetto che Revenge, in realtà, antipatia per la ministra a parte, sia d'accordo con me...So presuntuoso si sa!
Buona lettura
FORNERO: IL LAVORO
NON E’ UN DIRITTO. MA PAGARE IL FISCO, ALLORA, E’ ANCORA UN DOVERE?
C’era un tempo in cui avevamo per Premier un noto gaffeur. E c’era un’opposizione che viveva di rendita sulle battute infelici di Berlusconi, senza proporre nulla che somigliasse vagamente ad un’alternativa.
Complici i media, ci avevano convinto che l’immagine dell’Italia all’estero e la fiducia dei mercati, fosse sistematicamente danneggiata da quel parvenu che ci governava. Tolto di mezzo l’impenitente donnaiolo con le sue barzellette, riguadagnare la credibilità internazionale sembrava un gioco da ragazzi.
E vennero i “SOBRI-TECNICI”.
Niente più pacche sulle spalle a Obama (dura arrivare così in alto), niente battute irriverenti alla Merkel che denotavano natali da due stanze in affitto, con mamma che stira in cucina. Niente più omaggi alla bellezza della ministra o alle signorine troppo giovani. Niente più sguardi irridenti tra Sarcò e la Merkel. Niente tacchi nascosti o immagini effetto seppia per nascondere la calvizie: Monti è alto come si conviene ed ha una capigliatura senza riporto, del colore che si addice ad un uomo della sua età. Slanciato, bocconiano, con la classe di Harvard che gli scorre nelle vene. Monti: l'uomo che ti fa sentire europeo. Mica un borgataro come l’altro! Niente più mogli del premier che comunicano la separazione a mezzo giornale di controparte, niente figli che rilasciano interviste imbarazzanti, Ora solo mogli con filo di perle e figli educatamente appoggiati ad un divano di classe, in una casa di classe, in una città di classe come Bruxelles. Niente più canzoni con Apicella: solo concerti rigorosamente di musica classica. Niente più feste che diventano festini, ma solo rari ricevimenti ufficiali dove il massimo della trasgressione è al guardaroba, se danno a Monti il soprabito della Fornero. Niente più stato da operetta: i VERI SNOB ora li abbiamo noi.
Ma sono poi così “sobri”? E a gaffe come siamo messi? Peggio di prima.
In una stagione brillantemente inaugurata dal Viceministro Michel Martone, che ha dato degli “sfigati” ai giovani che si laureano in ritardo (che potete leggere qui http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/01/gli-sfigati-ringraziano-il-viceministro.html ), pensavamo che l’apice del cattivo gusto fosse stato toccato dal premier Monti con la sua uscita infelice sulla monotonia del posto fisso http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/02/il-lavoro-fisso-annoia-il-licenziamento.html . Ma il Ministro Elsa Fornero ha voluto strafare e li ha superati tutti dichiarando al Wall Street Journal che “il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio”. Passi che la Fornero sembra ignorare la Costituzione: ma di sacrifici invece cosa ne sa? Tira la cinghia tutti i mesi e si aggira per discount in cerca di prodotti in offerta? Pulisce le scale nei condomini o va in fabbrica alla catena di montaggio?
La frase è comunque di quelle che fanno sobbalzare anche soggetti che con l’italiano e con le garanzie costituzionali non hanno mai avuto una gran dimestichezza. Persino quel purista della lingua che si cela sotto il nome di Di Pietro ha rammentato alla Fornero la nostra Costituzione. Per averla c’è gente che ha dato la vita e non è consentito ad una Fornero qualsiasi dimenticare che l’art. 4 riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. Ma se viene messo in discussione il diritto al lavoro, siamo certi che pagare il fisco sia ancora un dovere? L’art. 4 vale forse meno dell’art. 53, che ci impone di concorrere alla spesa pubblica? E chi ha dato mandato alla Fornero di stabilire quali norme costituzionali fossero più importanti delle altre?
Puntuale è giunta la rettifica dal Ministero, che nella nota afferma: "il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione. Il ministro ha fatto riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro”. Del resto la Fornero aveva dichiarato "Stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti".
Quindi secondo il Ministro, non è che ci stanno togliendo il “diritto al lavoro”, ma solo IL DIRITTO AL POSTO DI LAVORO! Ora sì che è tutto più chiaro! Tranne un particolare. Ci spiega Ministro Fornero come si fa ad avere il lavoro senza un posto di lavoro?
Che un Ministro della Repubblica si esprima senza pensare, sarebbe già abbastanza grave.
Ma la vera tragedia è che la Fornero pensa veramente quello che ha detto. Tant’è che lo ha messo in pratica con una riforma che ha spazzato via la tutela reale del lavoratore: quella alla reintegra nel suo posto di lavoro.
Tranquilli. PERDERETE SOLO IL POSTO DI LAVORO. IL DIRITTO AL LAVORO RESTA. MA SENZA POSTO.
C’era un tempo in cui avevamo per Premier un noto gaffeur. E c’era un’opposizione che viveva di rendita sulle battute infelici di Berlusconi, senza proporre nulla che somigliasse vagamente ad un’alternativa.
Complici i media, ci avevano convinto che l’immagine dell’Italia all’estero e la fiducia dei mercati, fosse sistematicamente danneggiata da quel parvenu che ci governava. Tolto di mezzo l’impenitente donnaiolo con le sue barzellette, riguadagnare la credibilità internazionale sembrava un gioco da ragazzi.
E vennero i “SOBRI-TECNICI”.
Niente più pacche sulle spalle a Obama (dura arrivare così in alto), niente battute irriverenti alla Merkel che denotavano natali da due stanze in affitto, con mamma che stira in cucina. Niente più omaggi alla bellezza della ministra o alle signorine troppo giovani. Niente più sguardi irridenti tra Sarcò e la Merkel. Niente tacchi nascosti o immagini effetto seppia per nascondere la calvizie: Monti è alto come si conviene ed ha una capigliatura senza riporto, del colore che si addice ad un uomo della sua età. Slanciato, bocconiano, con la classe di Harvard che gli scorre nelle vene. Monti: l'uomo che ti fa sentire europeo. Mica un borgataro come l’altro! Niente più mogli del premier che comunicano la separazione a mezzo giornale di controparte, niente figli che rilasciano interviste imbarazzanti, Ora solo mogli con filo di perle e figli educatamente appoggiati ad un divano di classe, in una casa di classe, in una città di classe come Bruxelles. Niente più canzoni con Apicella: solo concerti rigorosamente di musica classica. Niente più feste che diventano festini, ma solo rari ricevimenti ufficiali dove il massimo della trasgressione è al guardaroba, se danno a Monti il soprabito della Fornero. Niente più stato da operetta: i VERI SNOB ora li abbiamo noi.
Ma sono poi così “sobri”? E a gaffe come siamo messi? Peggio di prima.
In una stagione brillantemente inaugurata dal Viceministro Michel Martone, che ha dato degli “sfigati” ai giovani che si laureano in ritardo (che potete leggere qui http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/01/gli-sfigati-ringraziano-il-viceministro.html ), pensavamo che l’apice del cattivo gusto fosse stato toccato dal premier Monti con la sua uscita infelice sulla monotonia del posto fisso http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/02/il-lavoro-fisso-annoia-il-licenziamento.html . Ma il Ministro Elsa Fornero ha voluto strafare e li ha superati tutti dichiarando al Wall Street Journal che “il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio”. Passi che la Fornero sembra ignorare la Costituzione: ma di sacrifici invece cosa ne sa? Tira la cinghia tutti i mesi e si aggira per discount in cerca di prodotti in offerta? Pulisce le scale nei condomini o va in fabbrica alla catena di montaggio?
La frase è comunque di quelle che fanno sobbalzare anche soggetti che con l’italiano e con le garanzie costituzionali non hanno mai avuto una gran dimestichezza. Persino quel purista della lingua che si cela sotto il nome di Di Pietro ha rammentato alla Fornero la nostra Costituzione. Per averla c’è gente che ha dato la vita e non è consentito ad una Fornero qualsiasi dimenticare che l’art. 4 riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. Ma se viene messo in discussione il diritto al lavoro, siamo certi che pagare il fisco sia ancora un dovere? L’art. 4 vale forse meno dell’art. 53, che ci impone di concorrere alla spesa pubblica? E chi ha dato mandato alla Fornero di stabilire quali norme costituzionali fossero più importanti delle altre?
Puntuale è giunta la rettifica dal Ministero, che nella nota afferma: "il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione. Il ministro ha fatto riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro”. Del resto la Fornero aveva dichiarato "Stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti".
Quindi secondo il Ministro, non è che ci stanno togliendo il “diritto al lavoro”, ma solo IL DIRITTO AL POSTO DI LAVORO! Ora sì che è tutto più chiaro! Tranne un particolare. Ci spiega Ministro Fornero come si fa ad avere il lavoro senza un posto di lavoro?
Che un Ministro della Repubblica si esprima senza pensare, sarebbe già abbastanza grave.
Ma la vera tragedia è che la Fornero pensa veramente quello che ha detto. Tant’è che lo ha messo in pratica con una riforma che ha spazzato via la tutela reale del lavoratore: quella alla reintegra nel suo posto di lavoro.
Tranquilli. PERDERETE SOLO IL POSTO DI LAVORO. IL DIRITTO AL LAVORO RESTA. MA SENZA POSTO.
REVENGE
La Fornero come il Monti non appartengono al popolo italiano, sono dei serial killer, i quali, terminata la loro distruzione, se ne ritorneranno in qualche lido tranquillo e protetto a godersi le loro atrocità!
RispondiEliminaNaturalmente dopo una "ricompensa da Aladino ed i 40, nò 400.000, ladroni!
eldo41
R. Al bravissimo Camerlengo che mi ospita.
RispondiEliminaHai indovinato quasi tutto. La riforma della Fornero,però,non si fonda sulla meritocrazia, ma sui desideri di Confindustria, delle Banche e delle lobbies. Dare la possibilità ad un datore di lavoro di licenziare a piacimento, significa creare NUOVI SCHIAVI: se non sei ossequioso, deferente e leccapiedi, domani ti caccio. E assumo un RACCOMANDATO. Così accontento qualcuno che mi può far comodo. Il lavoro flessibile va proposto in momenti di sviluppo quando il LAVORO C’E’. Non in momenti di recessione come questa, visto che se perdi il posto non ne trovi un altro. E finisci per pesare sullo stato senza produrre. E’ vero: non sopporto gli arroganti, la gente che dispensa perle di saggezza da ruoli istituzionali, quelli che impongono sacrifici senza averne mai fatti. E naturalmente non sopporto i primi della classe alla Martone, che si sono ritrovati per meriti personali ad avere cattedre universitarie ed incarichi come se piovesse. E quindi non sopporto questo Governo di sedicenti tecnici che è distante da noi come le loro dichiarazioni dei redditi. Sono con il popolo e con chiunque cerchi di tutelarlo senza demagogie, né discorsi da bar alla Grillo. REVENGE