ATTENTI A QUEI DUE |
Però nel leggere l'articolo pubblicato dal Corriere.it a cura di Andrea Legni, francamente lo stomaco mi si è intorcinato !
Se vogliamo la notizia in sé non è affatto nuova : un soggetto creditore di pagamenti pubblici, non li riceve per tempo, non è in grado di pagare altri soggetti dello Stato (INPS, Tasse...le solite, note cose) ed Equitalia procede.
Tutto "regolare".....
E. come sempre, in che consiste l'"ascolto" dei solerti funzionari dell'agenzia?? Nel rateizzare il debito. Mica a sospenderlo, in attesa che la mano "debitrice" del PUBBLICO, paghi quello che la mano "creditrice" dello stesso animale giuridico (lo Stato) pretende...troppa grazia sarebbe.
Compensare? Quando lo disse Alfano, Monti gridò al golpe !! Poi qualcuno gli ha fatto osservare che aveva esagerato, Passera abbassò i toni, anzi disse che avrebbero valutato...Non se n'è fatto nulla.
Vabbè, rateizziamo. Però senza interessi!!!! E che caspita. Il ritardo mica è colpa mia!! E' di TUO PAPA'"!!! Lo STATO!! Caro funzionario equitalia, che ti paga lo stipendio, in varie forme più o meno dirette mi frega poco!!!
E invece no, gli interessi vanno pagati. In che misura? Una sciocchezza: il 45% su ogni rata mensile!!!
NON CI CREDO!!! NON PUO' ESSERE VERO!!!!!
E' UN ERRORE DEL GIORNALISTA!!
Dott. Befera, Lei che scrive lettere così garbate e cortesi, in cui pure ci avvisa che siamo sospettati di evadere perché abbiamo investito i nostri risparmi, sia gentile e ci rassicuri!
Smentisca la notizia del Corsera!! Denunci la congiura del giornale servo dei poteri forti che getta fango sul governo Monti e su voialtri, fedeli servi, ah, pardon, servitori (dello Stato ovvio!!).
un soggetto pubblico non può pretendere interessi a tasso usuraio. Come altro definire un interesse che in sei anni, oltretutto "composti", raddoppia il debito???
In attesa di questa CERTA smentita, resta l'ultima cosa da digerire.
Sapete con chi se la prende stavolta l'imperturbabile Equitalia? Con una Onlus che svolge servizio di assistenza e recupero a ragazzi disabili .....
Eppure pensavo di non indignarmi più......
VOLONTARIATO E TASSE
Fondi in ritardo: nei guai con Equitalia la onlus di Trigoria che cura i disabili
Le difficoltà e i ritardi nell'ottenere i crediti
dovuti dagli enti pubblici e, di conseguenza, l'impossibilità di fare fronte ai
debiti insoluti. Infine il rischio fallimento. Strette tra l'incudine dei
ritardi delle amministrazioni e il martello delle cartelle esattoriali di
Equitalia non sono solo le imprese, ma sempre più spesso anche le associazioni
di volontariato. L'Onlus «Che l'erba cresce» di Trigoria - che dal 2001 ospita
ragazzi con vari tipi di disabilità mentale, accompagnandoli in un percorso
riabilitativo basato sul contatto con la natura e gli animali - potrebbe esser
costretta a chiudere.
BANDO DA 20 MILA EURO - La storia dell'associazione è quella
di tante altre onlus, strozzate dalle tasse e dai mancati crediti. Nel marzo
del 2011 si era aggiudicata il bando «Gioco Estate 2011», indetto dal XII
Municipio per la realizzazione di un centro estivo. «Contando sui circa 20 mila
euro di contributi previsti dal bando, abbiamo sostenuto spese per ammodernare
le attrezzature e assumere nuovi educatori qualificati», spiega la presidente
dell'associazione Paola Quatrini.
Ma ottenere quei soldi è stato un travaglio: «Il bonifico
del pagamento è arrivato in banca solo il 7 giugno, dopo 11 mesi di attesa e
dopo giorni interi passati a scrivere solleciti», spiega. «Capiamo i disagi per
il ritardo – afferma il presidente del XII Municipio, Pasquale Calzetta – ma il
saldo dei bandi dipende dalla Tesoreria di Roma Capitale, che spesso ritarda i
pagamenti a causa delle scarse disponibilità di cassa».
Onlus e Equitalia
Mancati pagamenti, ritardi nel saldo dei crediti promessi: l'associazione «Che l'erba cresce» rischia il fallimento. Anche se ora il XII Municipio ha pagato, in forte ritardo. Le tasse da pagare, nel frattempo, erano triplicate: a Trigoria la
LA SECONDA VOLTA - Ancor più grave è stato il ritardo con
cui l'associazione è riuscita ad ottenere il corrispettivo di un altro bando.
Questa volta promosso dalla Regione Lazio. Nell'ormai lontano maggio 2006, «Che
l'erba cresce» si era aggiudicata il bando «L'isola che non c'è». «Il primo
acconto di 2mila euro è stato saldato nel maggio 2007 – ricorda Paola Quatrini
– mentre per avere il saldo complessivo abbiamo dovuto aspettare fino al
febbraio del 2012 quando, dopo decine di solleciti, siamo riusciti ad ottenere
dalla Regione gli altri 20mila euro che ci spettavano». Quasi sei anni di
ritardo, durante i quali l'associazione si è trovata impossibilitata a saldare
parte dei contributi Irap e Inps che era tenuta a versare.
RISCHIO FALLIMENTO - «Che l'erba cresce» ora rischia
seriamente di chiudere i battenti. Per scongiurare questa ipotesi anche gli
educatori che lavorano per l'associazione hanno accettato di posticipare la
riscossione dei propri stipendi. Mentre le famiglie che supportano la Onlus si
sono autotassate per far fronte ai debiti. Ma forse non basterà: «Se nessuno ci
darà una mano dubito che riusciremo ad arrivare alla fine dell'anno», considera
Paola Quatrini.
«La nostra associazione è stata fondata da un gruppo di
genitori che, come me, volevano aiutare i propri figli autistici, senza alcun
fine di lucro. Negli anni abbiamo costruito qualcosa di importante, in estate
ospitiamo fino a trenta ragazzi, seguiti da dieci operatori regolarmente
assunti, in un maneggio di campagna per il quale paghiamo l'affitto. Noi
cercheremo di resistere, innanzitutto per i nostri figli e per gli educatori
che stanno facendo tanti sacrifici e rischiano di rimanere senza lavoro, ma
sarà molto difficile».
LA SITUAZIONE IN ITALIA - Quella che sta vivendo
l'associazione «Che l'erba cresce» purtroppo non è una situazione anomala nel
panorama del volontariato italiano. Ad affermarlo è Andrea Olivero, portavoce
del «Forum terzo settore», associazione che rappresenta oltre cento Onlus in
tutta Italia. «Riscuotere i corrispettivi pattuiti con le istituzioni sta diventando
sempre più difficile un po' in tutta Italia – spiega – ormai riceviamo
segnalazioni costanti, in alcuni casi i ritardi superano i 24 mesi». Una
situazione che rischia di mettere in ginocchio le associazioni del terzo
settore in Italia, andando a danneggiare una forma di assistenza sempre più
diffusa, specie per quanto riguarda le persone con disabilità.
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