L’uomo dice di sé di essere il successore naturale di Indro
Montanelli, che immagino ridere nella tomba a cotanta presunzione. Un uomo di
destra, quale Travaglio dice di essere – più esattamente liberale, mentre Montanelli
non aveva problemi a definirsi rappresentante della borghesia conservatrice –che
viene letto e osannato solo da quelli della sinistra peggiore (Bersani per
esempio lo detesta). Ce lo vedete il grande Indro subire il fascino istrionico
di uno come Grillo? Travaglio invece è talmente conquistato dal demiurgo
genovese da avergli fatto un’intervista così azzerbinata che l’amministratore delegato
del suo giornale, il FATTO, ne ha preso le distanze.
Il successo di Travaglio ha in realtà un nome ed è Silvio Berlusconi.
Capito facilmente che l’uomo di Arcore aveva tutte le caratteristiche giuste
per spaccare l’opinione pubblica in due, Travaglio pensa giustamente di
guadagnarsi fama e onori diventando IL NEMICO per eccellenza del “Caimano”. Ovviamente il pensiero non l’ha avuto solo
lui, ma il nostro è anche bravo ad accettare l’alleanza giusta, quella con
Santoro, anche dovendo subire un ruolo di “spalla”, per il quale deve avere
sofferto non poco, arrogante com’è.
Il Travaglismo, il copia e incolla dei verbali di polizia
giudiziaria, diventa uno stile giornalistico. Squallidino direi, ma di
successo, presso un certo tipo di pubblico.
Quello di Anno Zero, per intenderci, dei dementi dello slogan
“intercettateci tutti” (io li avrei accontentati, per un sei mesi, sai le
risate…), infine dei lettori del Fatto Quotidiano, fondato nel 2009, col vanto gridato in prima pagina di
essere l’unico quotidiano che non si serve del denaro pubblico.
Quando nel novembre scorso Berlusconi diede le dimissioni da
Premier, Scalfari previde che Repubblica ne avrebbe sofferto poco, mentre
invece per il Fatto sarebbe stata dura rimanere senza la vera ragione sociale
del giornale: l’attacco al Silvio nazionale. E’ stato facile profeta . Secondo
la relazione economica del quotidiano, lo stesso ha subito un decremento del
25% delle copie vendute in edicola, altrettanto il calo della pubblicità su
carta, e la crisi ha costretto l’editore a rivolgersi allo Stato per ottenere
quelle sovvenzioni tanto disdegnate.
Infine, il giornale ha perso una delle firme di punta, Luca
Talese, che se n’è andato sbattendo la porta
contestando il filo grillismo di Travaglio ma secondo me non sopportando
più la spocchia e presunzione del vice direttore.
Sintomativco dello spessore umano del personaggio è l'attacco rivolto a Pietro Ichino, il senatore PD reo di avere una visione moderna della politica imprenditoriale, e quindi schieratosi con Marchionne all'epoca del nuovo contratto Fiat negli stabilimenti di Pomigliano, Mirafiori...
Per questa sua posizione Ichino è obiettivo dichiarato dei nipotini delle Brigate Rosse, e nonostante questo tiene la schiena dritta. Figuriamoci se poteva turbarlo la sentenza - a cui auguriamo una veloce morte in appello - del Giudice del Lavoro di primo grado che ha imposto alla Fiat di assumere 145 operai iscritti alla Fiom....Una sentenza contestata da TUTTO il reesto del mondo sindacale, figuriamoci dalle imprese, e che stabilisce un precedente allucinante: il Giudice che obbliga l'azienda ad assumere chi dice lui.
Vedremo cosa accadrà.
Tornando a Travaglio, questi, appunto perché liberale,si è schirato dalla parte di Landini e dei comunisti nostalgici della Fiom, e irridendo Ichino di non avere il coraggio di pronunciarsi sulla sentenza che gli dava torto.
"E' Sotto choc" ha scritto caustico sull'Espresso il Travagliota, Ichino, sull'ultimo numero dell'Espresso,
replica serafico: "Con una telefonata a me, o con una ricerca di 30
secondi su Google, lo stesso Travaglio avrebbe potuto verificare che fin dal 24
giugno è stato (ed è tuttora) disponibile sul mio sito - www.pietroichino.it -
il commento alla sentenza in questione, pubblicato il 26 su Oggi, settimanale
dello stesso editore del Corriere. Non sarebbe male che il grande moralista
riflettesse sul dovere morale, oltre che professionale, del giornalista di
informarsi correttamente, prima di lanciare invettive contro chiccessia".
Una lezioncina da prendere, incartare e
portare a casa. Ma Travaglio, naturalmente, non può fare mea culpa e decide
quindi di contrattaccare, scandendo però nel ridicolo. Perché la reazione è
simile a quella di un bambino viziato cui qualcuno ha fatto un
dispetto. "Ringrazio il professor Ichino per aver confermato tutto ciò che
ho scritto: e cioè che non ha mai commentato la sentenza Fiat-Fiom sul Corriere
della Sera e che non s'è ancora riavuto dallo choc".
Penosissimo.
Questo è l'eroe scrivano di tanta gente....poveretti.
Penosissimo.
Questo è l'eroe scrivano di tanta gente....poveretti.
scusi ma lo sa che significa umiliazione?
RispondiEliminadal velenoso suo scritto si capisce solo odio verso una persona e null'altro .auguri di vero cuore per il suo futuro.
poveretto sei e rimani tu'travaglio è e rimane il n. 1....
RispondiEliminaUmiliazione è quella che una persona normale proverebbe ad essere sbugiardata pubblicamente e incontestabilmente come è avvenuto a Travaglio, mal servito da coloro che gli curano la rassegna stampa e poco professionale nel non controllare.
RispondiEliminaLa sua replica poi è assolutamente penosa, "Ho ragione io perché resta che tu , Ichino, non hai scritto le tue osservazioni sì altrove, ma non sul Corriere della Sera....". Veramente mortificante. Ma del resto il Fatto Quotidiano è sempre il giornale dove una sua giornalista , appena qualche giorno fa, PRIMA ha scritto che a MOnterosso, nelle Cinqueterre, colpite dall'alluvione, la situazione era disastrosa, con fango ovunque e persone costrette a girare con gli stivali di gomma, POI, ricevute tonnellate di smentite (tra il sarcastico e l'insultante) , si è corretta dicendo di aver sbagliato il "tempo" dell'articolo : il presente anziché il passato... La "nostra" voleva descrivere Monterosso com'era IERI, non com'è OGGI, completamente ripulita e tornata il gioiello turistico di sempre.
Ma che bel giornale....che merita assolutamente il suo vicedirettore (che, per inciso, disistimo assolutamente, per i motivi appena accennati, ma odiarlo...quella è mercanzia che lascio a coloro ossessionati da Berlusconi...)