martedì 17 luglio 2012

NEONATA MUORE. MEDICI E PARAMEDICI PRIMA CERCANO DI CORREGGERE LA CARTELLA CLINICA, POI SI ACCUSANO A VICENDA. STORIE DI UMANA VILTA'.


Il fatto di cronaca , se venisse confermato nel tempo nella sua interezza, è esemplare di un certo umano squallore, che purtroppo fa parte della nostra natura. Il sentimento della "irresponsabilità".
Se facciamo un errore, cerchiamo di occultarlo, per non pagarne le conseguenze.
Non lo facciamo tutti, non lo facciamo sempre. Però spesso sì.
Non sembrano sottrarsi a questa forma di vigliaccheria i medici e paramedici di Torre Annunziata, che, consapevoli delle gravi complicanze di un parto e della possibilità che la neonata non sopravviva, cosa poi avvenuta, avrebbero alterato il contenuto della cartella clinica, che sarebbe stata "apparata", vale a dire aggiustata.
Come sempre la cronaca va presa con le molle, sia perché imprecisa, parziale, e quindi letta sempre ricordando che NON è la verità evangelica. Abbiamo registrato ormai tantissimi casi in cui gli apparenti colpevoli poi non si sono rivelati tali.
La presunzione d'innocenza non è una petizione di mero principio, ma , per quanto mi riguarda, un credo convinto.
Allo stato, prendo atto delle registrazioni "ambientali", effettuate da uno dei medici coinvolti, che sembrano lasciare pochi dubbi sul fatto che la costruzione di una nuova cartella clinica sia effettivamente avvenuto. Da parte di chi? E qui le versioni tra i presenti coinvolti divergono, e partono le accuse reciproche (che confermano però il fatto in sé, in attesa di accertarne con sicurezza gli autori).
Mi sembra condivisibile il commento amaro dell'avvocato dei genitori della bimba morta appena nata : sbagliare si può, ma poi si dovrebbe avere il coraggio di ammetterlo. Che poi non è nemmeno detto che l'evento tragico della morte della bambina sia derivato dalla omessa osservazione di una procedura (si parla di un tracciato non fatto che invece sarebbe comparso nella cartella "ritoccata") , ma i falsi documenti redatti ovviamente fanno pensare ad una condotta negligente che può aver causato il peggio. .
Il problema della cronaca è che, "strillato" il fatto che indigna, poi i giornali non seguono più le vicende, e quindi come le stesse si evolvano, non si sa. Perché alla fine, il compito del cronista NON è quello di raccontare dei fatti, ma di colpire l'attenzione di chi legge, per far vendere il giornale.
Questo comunque l'articolo del Corriere.it con tanto di stralci della registrazione fornita alla procura.
Buona lettura e migliore ascolto

Stefano Turchetti ha condiviso un link.
 «Vedete di apparare questa cartella nel migliore dei modi». 
La piccola Antonia lottava tra la vita e la morte, forse a causa di errori commessi durante il parto e intanto i medici e l'ostetrica dell'ospedale di Boscotrecase, in provincia di Napoli, che l'avevano fatta venire al mondo, decidevano come “apparare” e cioè aggiustare, truccare la sua cartella clinica per nascondere le loro responsabilità, se si fosse verificato il peggio. Il peggio arrivò pochi giorni dopo: Antonia lasciò i suoi genitori, Giusi e Michele che decisero di sporgere denuncia perché fosse fatta chiarezza sulle circostanze della morte della bimba. La verità venne fuori solo molti mesi dopo, quando uno dei medici che aveva partecipato al parto confessò al pm di Torre Annunziata Emilio Prisco, di aver effettuato una intercettazione ambientale registrando parte dell'incontro avuto con il primario e l'ostetrica presenti al parto, mentre si decideva di “confezionare” una nuova cartella clinica che garantisse loro l'impunità. E così il procuratore aggiunto Raffaele Marino e il pm Prisco, chiesero e ottennero dal gip alcune misure cautelari a carico di medici e paramedici ritenuti responsabili a vario titolo, della morte della neonata e di averne falsificato la cartella clinica.

I magistrati in questi giorni hanno formulato anche la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Le intercettazioni che è possibile ascoltare nella videoinchiesta, sono sconcertanti: «Vediamo di metterla a posto ora che si può fare, domani potrebbero sequestrarla...»; senza contare l'inclusione nella documentazione ospedaliera di un falso tracciato e il turpiloquio irrispettoso usato anche per indicare la povera bimba, per giustificare il loro operato: «... quella puttana non si è voluta riprendere e noi lo abbiamo preso in culo...». Gli indagati, attraverso i loro legali di fiducia si difendono e si accusano vicendevolmente: «La manomissione della cartella non è avvenuta per iniziativa del mio assistito – spiega l'avvocato Pasquale Russo – anzi, la misura cautelare, che è successiva al primo avviso di chiusura delle indagini, è avvenuta dopo le dichiarazioni rese da noi al pm». «Il mio assistito, il primario dell'ospedale – spiega l'avvocato Nicolas Balzano - è intervenuto per pochi minuti e quindi non avrebbe mai avuto interesse a falsificare la cartella clinica. La manomissione è invece avvenuta da parte di chi ha effettuato la registrazione. L'ostetrica invece ha subito gli ordini del medico e quando si è resa conto che la cosa si metteva male ha chiamato il primario». La mamma di Antonia dice di essersi resa conto subito che durante il parto qualcosa non andava: «Ci sono state spinte molto forti, il medico era sudato e poi hanno fatto intervenire il primario. Mi sono molto spaventata. Poi la bimba non ce l'ha fatta... La cosa terribile è che questi signori, anziché ammettere i loro errori hanno cercato di tirarsi fuori da questa storia strappando la cartella e facendone una nuova. Mi sono insospettita quando mi hanno mostrato un tracciato che in realtà non mi era mai stato eseguito. Ma fino a che non è spuntata quella registrazione era la mia parola contro la loro». Il procuratore aggiunto Raffaele Marino ha definito la vicenda come un episodio vergognoso: «Non si può tradire così la fiducia di chi si affida a medici di un ospedale pubblico. Questa storia è la spia di un degrado anche morale che non può essere accettato. Abbiamo fatto indagini meticolose e alla fine siamo venuti a capo della vicenda. Naturalmente l'intercettazione che a me sembra piuttosto inquietante, si è rivelata fondamentale». Per l'avvocato di parte civile Michele Riggi tutti possono sbagliare: «È terribile però, pensare di nascondere i propri “umani” errori, falsificando dei documenti. Speriamo che sia stato solo un caso e che non ci siano state anche altre condotte simili. Certo è, che ciò che è accaduto nel nuovissimo ospedale di Boscotrecase lascia pensare che davvero tutto sia possibile».

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