Ogni tanto si legge che Destra e Sinistra, Liberalismo e Socialismo, siano concetti obsoleti, che non hanno più alcun senso. Questo pensiero è stato particolarmente in voga nel momento in cui l'economia sembrava dover conoscere solo periodi di crescita, interrotti ogni tanto da qualche pausa per tirare il fiato ma insomma il benessere era qualcosa di acquisito. E' ovvio che se anche per quelli di sinistra il distinguo era fare le vacanze a Capalbio e girare il mondo con spirito meno turistico e più culturale, in effetti i contrasti potevano ben considerarsi ridotti al minimo e tutto l'occidente era diventato "americano" , con una alternativa, Repubblicani o Democratici, che si realizzava comunque all'interno dello stesso sistema : il capitalismo dal volto ormai umano.
Dal 2008 però le cose sono cambiate. La crisi del sistema bancario, americano in primis, con il crac della Lehman Brother's , i salvataggi affannosi a vagonate di dollari, sterline e, poi, euro, per salvare le banche di mezzo mondo, brave a fare finanza "creativa" per aumentare profitti e premi ma poi costrette a buttarsi in ginocchio dagli Stati per essere salvate, coi soldi dell'odiato "Pubblico", infine il terremoto dei debiti sovrani, a cominciare dai paesi piccoli, Grecia in primis, ma oggi estensibile a Spagna e Italia.
Tutto questo ha rintrodotto parole che sembravano sparite dal vocabolario : austerità, sobrietà, rigore.
Il "viviamo al di sopra dei nostri mezzi" non è più lo sgradevole blaterare delle solite Cassandre, ma pare essere diventato la REALTA'.
Ora che la torta è tornata non più sufficiente - ancorché MAI sia stata spartita con fette uguali, come del resto è naturale e anche giusto che accada - per tutti, ecco che le divisioni, i concetti di lotta sociale, di contrasti tra ricette opposte o quasi per le soluzioni della crisi, sono tornati prepotentemente alla ribalta.
Guardate l'Italia e il governo Monti, con una maggioranza comprendente quasi tutto l'arco parlamentare, dal PDL al PD passando per l'UDC. D'accordo su qualcosa ? MAI. Compromessi utili ? MAI.
Solo ricatti reciproci, su cui Monti media per arrivare comunque ad un decreto legge che poi, sotto la pistola europea, i parlamentari votano (e sempre con maggiori astensioni se non veri e propri voti contrari).
Molti osservatori parlano di scellerataggine di una classe politica che non si rende conto della gravità della situazione. Questa cosa è senz'altro vera ma io non penso sia il nocciolo del problema.
La questione centrale è che se faccio una riforma del lavoro, come ci viene richiesta da TUTTI ( UE, BCE, FMI, USA) , devo poi decidere come tararla. Non ce n'è infatti un modello UNICO. Potrò tagliare i costi delle imprese, riducendo i contributi da versare, aumentare la flessibilità in entrata e in uscita, escludendo comunque la reintegra dei lavoratori licenziati, penalizzando eventuali discriminazioni con sanzioni economiche adeguate, rendere più snello e decentrato il modello contrattuale tra le parti, oppure no, difendere, come fanno i sindacati nostrani , uno Statuto redatto negli anni 70, scellerato già al tempo ma oggi del tutto impraticabile e insostenibile. Ma al di là del mio giudizio sulla Legge che porta il nome del socialista Giugni , quello che resta come fatto obiettivo è come sia la POLITICA a determinare quale tipo di riforma adottare. Poi certo, l'Economia stabilirà se la scelta è giusta o sbagliata, ma intanto le leggi le fanno gli uomini.
Per i tedeschi, che questa salutare riforma l'hanno fatta negli anni novanta, e non gratis, fu meno difficile perché in quel paese esiste un concetto di Stato, di Disciplina e di interesse comune, inesistente da noi. E questo concetto prevale sugli egoismi e le istanze di classe, che pure ovviamente ci sono e si fanno anche sentire. Da loro i sindacati collaborano con imprese e Stato al fine di trovare ricette per una maggiore produttività. Magari arrivano a diminuire le ore di lavoro, per garantire una maggiore occupazione, ma diminuendo i salari e salvaguardando comunque la produttività (altro che salario come "variabile indipendente" !!). Da loro si accetta che nel periodo di crisi siano adottate strategie di emergenza, fiduciosi che , passata la burrasca, nessuno farà finta del cessato pericolo per lasciare le cose come stanno (da noi lo stato ancora riscuote le accise per la guerra in Africa degli anni '20).
Badate, io non credo che, a livello "piccolo", certe forme di accordo, di buon senso, tra datore di lavoro e lavoratori non ci siano. Anzi. E' ai livelli ALTI, della dirigenza sindacale, che questo è impensabile! "Voi italiani" ha detto al Corsera un ex collaboratore di Khol , il più grande europeista degli ultimi 30 anni, "avete, insieme agli spagnoli, qualche problema coi sindacati..." Diplomatico no? Qualche ha detto...
Insomma, Destra e Sinistra esistono eccome, e anche il Liberalismo e il Socialismo.
E infatti in Francia è stato partorito il manifesto dei Neo Keynesiani , con la redazione di una sorta di New Deal 2012.
Quello che segue è uno stralcio dal Nouvelle Donne del ventunesimo secolo, come riportato da Danilo Taino sul settimanale Lettura (in un post a parte trovate l'articolo integrale ).
"mettere fuori gioco i mercati finanziari. La Banca centrale europea, per dire, dovrebbe stampare denaro, darlo a tasso zero a certe istituzioni come la Banca europea per gli investimenti o alle Casse depositi e prestiti, le quali poi li girerebbero a tassi dello 0,02 per cento agli Stati. I quali smetterebbero così di pagare interessi sul debito quando devono rifinanziarsi. Larrouturou non lo dice, ma così i governi potrebbero indebitarsi a piacere, come accadeva prima del «divorzio» tra banca centrale e Tesoro e la banca era costretta a monetizzare il debito.
Occorrerebbero poi un’imposta europea sui dividendi, una
nuova tassa sul reddito, una lotta senza quartiere contro i paradisi fiscali,
la riduzione del tempo di lavoro per avere meno disoccupati, una tassa sulle
transazioni finanziarie, il divieto alle delocalizzazioni produttive,
investimenti nell’edilizia abitativa, una dichiarazione «di guerra ai
cambiamenti climatici», un nuovo modello di sviluppo basato sull’economia
sociale e solidale, maggiori redditi al lavoro e infine un’Europa democratica
fondata su un trattato sociale. Tutto ciò in Francia come modello per il resto
delmondo: «L’unica soluzione — scrive Larrouturou — è che un Paese mostri, non
in teoria ma in pratica, che si può uscire dalla crisi verso l’alto». Una nuova
versione del socialismo in un Paese solo.
Siccome promette il superamento delle "lacrime e sangue", dei "sacrifici", con il ritorno al mito di uno Stato che metterà a bada i mercati e i capitalisti e redistribuirà equamente la ricchezza...etc. etc. chi pensate, cari amici del Tea Party Italia, che gli italiani, ma anche gli europei, voteranno? Loro, i neo Keynesiani, o voi, gli amici di Hayek e Van Mises che nessuno conosce?
Io pensavo che l'Italia fosse un paese illiberale, ma mi sto accorgendo che il virus è diffuso in Europa e lo Statalismo sta diventando egemone anche negli USA.
Quando la gente ha paura, si rivolge a Dio. E siccome il Dio della religione in Europa è morto, ecco che lo Stato è un buon sostituto.
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