In effetti la vexato questio dell'amicizia uomo-donna è appunto buona per momenti in cui gli argomenti scarseggiano.
Ognuno la pensa a modo suo, forte che ogni posizione racchiuda una qualche percentuale di verità.
E quindi hanno ragione coloro che:
A) sostengono che NON Sia possibile causa inevitabile sbilanciamento, prima o poi, di una delle due parti
B) coloro che la ritengono improbabile, sempre per il motivo di cui sopra, ma ammettendo le eccezioni dovute magari al fatto che uno dei due amici per esempio sia gay . Oppure che ci si conosca a scuola o nell'ambiente di lavoro , e la consuetudine faccia da motivatore dell'amicizia al posto (e senza la complicazione ) dell'attrazione che non è stata la "causa" della conoscenza.
C) quelli che invece ritengono che questi ragionamenti sono obsoleti, appartengono ad altri tempi, e che uomo e donna fanno facilmente amicizia. Certo, può accadere che intervenga l'attrazione, che si faccia sesso, ma questo non necessariamente cambia le cose. Al riguardo sono stati coniati vari termini: friends with benefit, che da noi è stato tradotto con un meno elegante ma assai eloquente: i trombamici.
Se poi uno dei due s'innamora, e pazienza, nella vita gli inconvenienti capitano.
Un'altra amica (divenuta ex, ma non per problemi di questo tipo, che anzi in dieci anni non si sono mai posti) mi spiegò come l'amicizia tra sessi diversi poteva essere favorita dall'aver "superato" il discorso sessuale, il che accade DOPO averlo fatto!. Insomma, ci si toglie questa curiosità, si capisce che non sono scattate scintille "altre" e che simpatia e confidenza (accresciuta proprio dall'intimità condivisa) possono continuare.
Anche questa opinione mi pare plausibile, ancorché non incontestabile.
In realtà, ripeto, possono essere valide tutte le opzioni illustrate, e se ne possono fare altre, variamente collegate alle prime.
Di fatto, nella materia, regole NON ce ne sono più. SI naviga a vista, e i naufragi sono all'ordine del giorno perché tutti si improvvisano "marinai" ma quelli veramente "esperti" sono ancora minoranza.
Personalmente faccio tesoro di una delle tante perle di saggezza apprese dal Dr. Sergio Bordi, la persona più colta e profonda da me conosciuta in 50 anni di esistenza.
Riporto il dialogo perché fa anche sorridere...Io mi preoccupavo perché instauravo dei rapporti di affetto (non usavo la parola amicizia in considerazione dell'intimità anche sessuale che caratterizzavano queste relazioni) con delle donne che invece dopo poco parlavano di "amore". Insomma si era creato questo sbilanciamento e io mi domandavo se fosse più onesto da parte mia troncare visto il mio non ricambiare quel tipo di sentimento.
La risposta, testuale, fu : "Lei si sopravvaluta (!!!!!!) . Quelle donne restano vicino a lei per LORO scelta. Forse pensano di farla innamorare col tempo, e lei non può escludere che accada, per quanto lo ritenga improbabile. Forse non sono nemmeno loro innamorate ma se ne convincono per giustificare a se stesse il fatto di venire a letto con lei ( molte, nate negli anni 60, possono ancora avere questo tipo di condizionamento) . Oppure ci sono altri motivi ancora, ma sono i LORO. LEI non c'entra, non è così "importante " da decidere la vita degli altri. L'unico scrupolo che deve avere è di parlare con franchezza, indicare il ruolo che intende avere nella relazione. Deve confidare di stare parlando con una persona ADULTA, che saprà decidere per sé."
Sapere di "contare" così poco fu una LIBERAZIONE, e da allora vivo molto più sereno.
Ho spesso predicato questo tipo di approccio, ma constato che maschietti e femminucce preferiscono il "gioco delle parti" , costellato di molte bugie, piccole e grandi. Peggio per loro.
Tornando all'articolo del Corriere, francamente mi trovo di fronte alla teorizzazione di situazioni assai rare, tanto che francamente non le porrei mai come paradigma da sviscerare.
Il "nostro" descrive il caso in cui un lui approccia una lei in termini canonici...invito a cena ...poi invito per un we....sempre in due. Lei accetta e si aspetta, ragionevolmente, un'avance di lui, che invece non arriva. Pensandolo lento o timido la fanciulla decide di prendere l'iniziativa con un bacio e lui si ritrae spiegandole che lui preferisce essere amico delle donne.....
Il racconto è divertente, un sorriso lo strappa, ma francamente lo ritengo assai poco verosimile.
Capiterà anche questo, tanto capita di tutto. Però farne un segno distintivo dei tempi mi pare una stupidaggine. Si informi meglio il cronista. Un fenomeno vero è quello dei Trombamici (riguardare il divertente posto di novembre : http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2011/11/il-sesso-tra-amici-diventa-scienza.html ) , e la truffa del ventennio è la cosiddetta "frequentazione" dove i due non stanno insieme, ma si "frequentano" per conoscersi, anche sessualmente perché la "prova" deve essere a 360 gradi (!!!risata) , e POI si decide. Una MANNA per i maschietti, a cui però anche tante femminucce si sono rapidamente adeguate. Qualche inconveniente alla fine capita lo stesso, quello/a che non supera l'"esame" non sempre la prende sportivamente e uno "sei uno stronzo " o "sei una zoccola", parte ugualmente, ma vabbé, il rapporto costi benefici è decisamente positivo.
Divertente il commento di una ragazza francese che lavorava in Italia . "agli italiani non piace il numero due...." riferendosi all'abitudine degli uomini di condurre frequentazioni "plurime" (ma anche in questo, le donne hanno iniziato a imparare...).
Vi lascio alla lettura che, ripeto, trovo improbabile, leggera ma a tratti divertente
Amicizia uomo-donna, io non ci credo
Metto subito le mani
avanti: c’entra la mia origine meridionale. E tra l’altro vado per i 47. La
tradizione meridionale in materia di sesso si conosce e arrivo per ultimo,
quindi che ve lo dico a fare. Ricordo alcuni precetti base:
mai essere amico
delle donne. Gli amici dei maschi sono i maschi. Le donne bisogna conquistarle,
non una, tutte. Gentilezza, generosità, simpatia, attenzione: offrire sempre,
anche se non si hanno soldi. Cose così.
Nemmeno ho
intenzione di nobilitare simili precetti, anche perché c’è un lato oscuro in
questa tradizione, per esempio l’ossessione per l’omosessualità. Bastava un
niente ed eri considerato «ricchione». Non impennavi con la moto? Non facevi a
botte, non sputavi per terra, eri amico delle donne? Ricchione.
Queste cose ora mi
infastidiscono, come mi infastidisce l’idea di donna che veniva fuori, o
sacrale, materna o sconsiderata — e le prime erano preferite per la vita, le
seconde per le botte di passione. Per carità. Tuttavia un aspetto utile
riguardava proprio l’idea di ruolo. Insomma, il maschio che sta attento a
segnali (eventuali) della donna, e mette in atto strategie di conquista. Non
era solo una questione di tacche sulla spada, tipo:
un’altra non ha
resistito al mio fascino. No, era una questione di piacere.
Il piacere della
conoscenza dell’altro sesso, soddisfare le sue vanità e i capricci, buttarsi
tra le lenzuola sapendo che potrebbe non funzionare (tu non potresti
funzionare), mettersi in gioco, alla pari, togliere alla donna la
responsabilità di fare la prima mossa, e poi denudati dai vestiti, cercare
quell’intimità essenziale che solo il sesso — il pre e il post — può dare.
Ecco, siccome queste
cose vanno messe in conto, faccio fatica a credere a una tipologia di storie
che sempre più spesso ascolto. Di questo tipo che credo, a larghe linee,
rappresentativo.
Lei, intorno ai
trent’anni, bella, single, indipendente, alla moda, raffinata, buon lavoro,
simpatica e affabile. Lui, intorno ai trent’anni, bello, single, indipendente,
alla moda, raffinato, buon lavoro, simpatico e affabile. Non esattamente in
quest’ordine e si possono pure cambiare gli addenti.
A lei piace lui. E
lui la invita a cena. Arrivano al ristorante, e parlano. Di tante cose. Lei è
molto felice, certo si sente un po’ a disagio, perché le donne spesso si
sentono a disagio davanti alle belle parole degli uomini, provano ansia, come
se dovessero corrispondere alle attese. Comunque, ci sta. Del resto, le donne
scelgono anche gli uomini sulla base delle parole. Come dice Ovidio: «Ulisse
non era bello ma sapeva parlare».
Arrivano a casa di
lei. Vuoi salire? Certo! Piccolo inciso, nella tradizione meridionale (orribile
e oscura ecc.) il vuoi salire, consentiva già di pensare: è fatta! Ma questo è
un altro discorso. Salgono, si siedono sul divano, e parlano, tanto e di tante
cose, belle e profonde. Poi verso le tre di notte, lui va via, due bacetti
sulla guancia e grazie e ci vediamo.
Lei passa la notte
insonne e si chiede: dove ho sbagliato? Perché le donne, si sa, si sentono in
colpa. Non gli piaccio! Sarà colpa della pancetta? Delle smagliature? Avrò
detto qualcosa di sbagliato? Ma dopo due giorni lui richiama: vieni in vacanza
con me? A casa dei miei, al mare. Lei pensa: che invito! Gli piaccio, del resto
un tipo come lui mica nota la pancetta e le smagliature. Lei va dal
parrucchiere, compra un bel costume, si mette a dieta e va.
Due giorni belli, la
spiaggia, la risacca, i ristoranti e che complicità. Così, al chiaro di luna,
mentre sono vicini, lei sente che è arrivato il momento di rompere questa
timidezza: un bacio. E che succede? Lui si ritira: no, non fare così. Scusa,
dice lei. No scusa tu, dice lui. Non pensavo di piacerti fino a un bacio,
aggiunge lui (e quanto dovrò piacerti per un bacio, pensa lei), ora mi sento in
imbarazzo (sapessi io, pensa lei). E lui inizia un discorso sull’amicizia,
preferisce essere amico delle donne, si provano dei piaceri inattesi, e infine
lui chiude così:
i tuoi sentimenti
meritano rispetto. E lei pensa: ma io merito di essere portata a letto.
Quindi lei chiama le
amiche: che mortificazione! Ma come è possibile? C’erano tutti i segnali. E il
mare, i discorsi, l’intimità. Non gli piacerò cosi tanto. E le amiche
rispondono: ma no, devi abituarti, alcuni trentenni sono ormai così.
Corteggiamenti lunghissimi. Forse il sesso e i suoi derivati, la relazione, la
seduzione, interessano poco, meglio l’amicizia.
Che succede? Ora che
la donna non è più, come nel vecchio immaginario, o sacrale o sconsiderata, ora
che si potrebbe giocare meglio e alla pari, il maschio si concede senza darsi?
E usa parole come
rispetto? Amicizia? Una forma di raffinato maschilismo, evidentemente.
Ah, come vorrei
capire, e mannaggia non ce la posso fare, che sono troppo contaminato dalla
antica tradizione meridionale e vado pure per i 47.
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