lunedì 6 agosto 2012

LE ELEZIONI IN ITALIA CHE IN EUROPA NESSUNO VUOLE. E TI CREDO !


PDL 20,3% (+0,7%)
LEGA NORD  5,1% (+0,3%) 
LA DESTRA 2% (+0,1%)
GRANDE SUD 0,5% (-0,2%)
Totale cdx 27,9% (+0,9%)


UDC 6,2% (-0,6%)
FLI 1,8% (-0,4%)
MPA 0,5% (inv.)
API 0,4% (-0,1%)
Totale centro 8,9% (-1,1%)

PD 27,9% (+0,6%)
IDV 7,5% (-0,4%)
SEL 5,7% (+0,3%)
VERDI 0,9% (-0,1%)
PSI 1,2% (-0,1%)
RAD 0,5% (inv.)
Totale Csx 43,7% (+0,3%)
FDS 1,8% (inv.)

M5S 16,1% (-0,3%)

SVP 0,5% (inv.)

PLI 0,5% (inv.)


Altri 0,6% (+0,2%) 

FIDUCIA IN MARIO MONTI: 43% (+1%)


Indecisi 18% (-1,1%)
Scheda bianca 3,1% (+0,4%) 7
Astenuti 32% (-2%)

Evidentemente si stanno lentamente scaldando i motori secondo questo sondaggio pubblicato dalla  EMG, la società di rilevazioni demoscopiche cui si rivolge Mentana e il TG7.
Si vede infatti che l'area della astensioni inizia a ridursi, passando ad un più normale 32% , mentre mesi fa superava abbondantemente il 40%. Restano molti gli indecisi, quasi il 20% e a mio avviso, quando si farà sul serio, diminuianno anche i voti per Grillo.
Secondo questo sondaggio - ma il trend, sia pure con percentuali diverse, è confermato dagli altri - l'alleanza di sinistra PD SEL avrebbe la maggioranza relativa con circa il 35% dei voti, che storicamente è il massimo che quella che Polito ha magnificamente chiamato la GRANDE MINORANZA italiana, ha raccolto nel nostro paese (è vero che ci sono anche i comunisti puri e duri di Ferrando e Diliberto, non conteggiati con il loro scarso 2%, ma è altrettanto vero che il PD attira un quasi 10% di elettori liberal , e non già socialisti ).
Quand'anche si riformasse l'alleanza PDL (o come si chiamerà) LEGA, oggi questa non prenderebbe oltre il 27/28 % dei voti. Solo l'alleanza con Casini potrebbe sulla carta quindi pareggiare il gap con la sinistra della SPERANZA , come l'ha definita Vendola (per altri, dell'INCUBO)  . Ma Casini ha già detto che correrà da solo, e alcuni esperti malignamente sostengono che i voti dell'UDC saranno messi a disposizione di chi sarà in grado di garantire all'ambizioso democristiano l'ascesa al QUirinale. Senza contare che se Casini si schierasse apertamente col centro destra, Bersani sarebbe di fatto costretto a recuperare DI Pietro, ristabilendo il vantaggio.
Il 1994 insegna (e  il 2006 potremmo dire conferma), che le sicure vittorie pre urne non sempre vengono confermate dal voto effettivo. Occhetto, il leader della "gioiosa macchina da guerra", si aggira per i boschi di Capalbio domandandosi ancora, dopo quasi 20 anni, cosa sia successo, e anche Prodi, che nel 2006 doveva vincere a mani basse, tanto che la festa a Piazza Navona era già orgnizzata, la dovette disdire. Al governo ci andò, grazie a qualche migliaio di voti, ma con una maggioranza al senato di 1 o 2 senatori che rese la navigazione impossibile, il ricorso scandaloso al sostegno dei senatori a vita (NON ELETTI e quindi NON deputati a garantire la fiducia all'esecutivo) e infine la misera caduta dopo soli due anni. 
Quindi, quel 30% di astenuti e quel 18 di indecisi la sinistra li teme molto sapendo che, se l'elettorato moderato decidesse, come tante volte in passato, di votare qualunque cosa pur di evitare Vendola e Fassina al governo, con Camusso di rinforzo a dettare la linea economica, i giochi potrebbero ancora ribaltarsi come nelle due occasioni citate.
Ciò detto, il Prof Panebianco dedica la sua analisi odierna editoriale del Corsera) all'ipotesi di un post elezioni che si realizzi sulla base dei sondaggi odierni.
Se alla fine emergerà una legge elettorale proporzionale, con un premio di maggioranza ridotto rispetto all'attulae (che obiettivamente appare eccessivo ) , facilmente si andrà al voto senza sapere PRIMA quale  governo emergerà dal voto , come invece è accaduto dal 1994 al 2008. Sicuramente, e la seconda repubblica l'ha dimostrato, non è sufficiente avere dei vincitori certi se poi non è assicurata la governabilità causa coalizioni troppo eterogenee, ma questo purtroppo sembra un male endemico della società italiana, dovuta ad una forza condizionante troppo grande delle ali radicali della politica nonché alla litigiosità degli italiani, molto più propensi a dividersi che a trovare sintesi unitarie.
In ogni caso sembra che si prepari un ritorno alla prima repubblica, con i partiti , anche quelli sconfitti, sempre in grado di dire la loro stante la fragilità dell'esecutivo.
L'esatto CONTRARIO di cui avrebbe bisogno questo paese.
Ma tant'é
Vi lascio al bravo Professore. Buona Lettura

IL DILEMMA DEI CENTRISTI DI CASINI 


Con l’annunciato ritorno alla proporzionale, ridiventerà lecito ciò che non lo era dopo il 1994: correre da soli alle elezioni e fare le alleanze di governo in Parlamento dopo il voto. Era il sistema della Prima Repubblica. Grazie a esso l’Italia riuscì a collezionare ben 45 governi in 44 anni (dal 1948 al 1992): un record negativo eccezionale. Allora però ce lo potevamo permettere: la democrazia italiana viveva di puntelli esterni. C’erano la guerra fredda, la Nato, la minaccia comunista, la conventio ad excludendum. C’è da dubitare che una democrazia così mal funzionante possa reggere a lungo nel burrascoso mondo in cui viviamo. Ma la politica è interessata solo al breve termine. E nel breve termine una legge elettorale proporzionale serve a tanti. Serve ai probabili sconfitti (il centrodestra) perché, a differenza delle leggi maggioritarie, consente di limitare le perdite, di rimanere in gioco. E serve a chi si è posizionato «al centro» (Pier Ferdinando Casini). Perché gli assicura una rendita di posizione, lo rende indispensabile in qualunque combinazione parlamentare. Può svolgere il ruolo del king maker quale che sia lo schieramento, di sinistra o di destra, con cui, dopo le elezioni, si troverà a trattare la formazione del governo. Facciamo un esercizio di fantasia, immaginiamo lo scenario del dopo elezioni (la storia poi, si sa, va per suo conto, ma disegnare scenari è un modo per dotarsi di una bussola artigianale). È probabile che l’alleanza Bersani-Vendola prevalga sul centrodestra nelle prossime elezioni. Non avrà però, verosimilmente, i numeri per governare. Dovrà fare i conti con Casini. Quanto potrà reggere il governo che si formerà? Nello «schema di gioco» di Bersani, a Casini spetterà la difesa della continuità con il governo Monti, a Vendola (ma anche a una parte del Partito democratico) spetterà rivendicarne la discontinuità. Con Bersani al centro che media fra le due componenti. Ma potrà mai reggere quello schema di gioco? Sicuramente no, se dovremo fare ricorso allo scudo anti- spread e accettare le rigide condizioni che ciò comporta: l’ala sinistra, vincolata a un programma di rigore e di tagli alla spesa che non è il suo, non potrebbe reggere a lungo il gioco. Ma anche senza scudo, e connesso commissariamento, lo schema di Bersani incontrerebbe grossi problemi. Non sarebbe facile per il governo, data la sua composizione, guadagnarsi la fiducia dei mercati. Le probabilità di fallimento nel giro di un anno sarebbero piuttosto alte. Figurarsi poi se all’assedio dei mercati dovesse sommarsi, poniamo, una improvvisa pressione politico-diplomatica dovuta al precipitare di una crisi militare (fra Israele e Iran) in Medio Oriente. Esaurito l’esperimento, Casini cercherebbe di smarcarsi, di cambiare cavallo, di aprire una trattativa con la destra (grazie anche al ridimensionamento politico di Berlusconi dovuto alla sconfitta elettorale). Potrebbe farlo, però, solo se esistessero in Parlamento i numeri necessari per rovesciare le alleanze. Ma se quei numeri non ci fossero? La benedizione rappresentata dal posizionamento al centro si trasformerebbe in una maledizione. Perché i centristi non potrebbero allora schivare le macerie del fallito esperimento di governo. La verità è che a Casini conviene solo una grande coalizione. La distribuzione delle forze in Parlamento che risulterà quando, a urne chiuse, si saranno contati i voti e proclamati i risultati, ci dirà se i centristi avranno ragioni per brindare o per essere spaventati



Interessanti alcuni commenti dei lettori, dai quali si evince che nel PD, come del resto si sapeva, ci sono molti a cui l'alleanza coi radicali di sinistra vendoliani è indigesta ancora più che di quella con Casini.

VENDOLA NO!
06.08|10:57 mimmaB47

Ho sempre votato a sinistra, ma l'alleanza con Vendola non la voterei mai! E' un'alleanza capace, FORSE, di vincere le elezioni ma sicuramente incapace di governare. Non è di questo che ha bisogno oggi l'Italia! Pensaci Bersani!!!
LA REALTA' CONTIENE MOLTE PIU' VARIABILI SCONOSCIUTE
06.08|10:49 lengley67

Se tutto si risolvesse intorno ai 4 pilastri di PD, SEL, UDC e centro destra, l'equazione sarebbe gia' di per se' complicata ma si potrebbe fare un tentativo per risolverla. Il problema e' che le variabili sono molte di piu': abbiamo l'IdV, il M5S e ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, coloro che si asterranno (e non saranno pochi). Quindi e' un'equazione molto, ma molto piu' complessa, di cui non si puo' facilmente prevedere il risultato finale. E' certa pero' una cosa (su cui Panebianco glissa). Il PD, che sara' con tutta probabilita' il partito di maggioranza relativa ha fatto una scelta di campo ben precisa e che sottolinea la sua anima autentica. Ha preferito dichiarare una alleanza ex-ante con la sinistra di Vendola (nostalgicamente comunista) anziche' creare una coalizione di centro con Casini. Certo che l'avere la sinistra barricadera e insieme l'appoggio dell'UDC da' maggiore certezza di vittoria, ma la cosa potra' reggere? Soprattutto in un ambiente in cui sempre piu' le "regole" vengono dettate dall'esterno. Meglio molto meglio essere coerenti con un centro-sinistra che si sposti al centro, rispetto ad una sinistra-centro di cui abbiamo fatto gia' ampiamente esperienza negativa nel passato. Ma probabilmente Bersani spera di raccogliere un cosi' elevato numero di consensi da permettersi di poter sopportare fuoriuscite o ammutinamenti piu' o meno temporanei. E sara' un altro flop, come quelli prodiani.
Fatta per perdere
06.08|10:45 nadiro

L'alleanza Bersani Vendola è fatta per perdere in un modo o nell'altro. D'Altra parte Bersani gioca anche con Fassina, la Camusso ecc. Non è una alleanza per governare. Nadir Tedeschi
Bersani e Vendola mi ricordano tanto Occhetto....
06.08|10:32 Lettore_2610730

...e la sua "Gioiosa macchina da guerra" finita nella polvere. Si convinca la Sinistra, tanto sicura di vincere soprattutto se si candiderà Berlusconi, che nella situazione attuale non ci sono alternative alla "grande coalizione" e la continuazione della cura-Monti. Con Vendola e forse anche un pentito Di Pietro -Dio ci scampi- Bersani non va da nessuna parte.

ADESSO AVETE CAPITO PERCHE' I MERCATI E LE CANELLERIE EUROPEE SONO TERRORIZZATE DALLE ELEIONI ITALIANE ??

 

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