Il tema è delicato. Molto. Il carcere ha solo un ruolo di afflizione per la colpa commessa ? Chi ha sbagliato non deve avere possibilità di riscatto ?
La maggior parte delle persone risponderà favorevolmente e chiuderà lì la questione.
Una folta minoranza si dividerà tra chi risponderà "DIPENDE", e chi invece crede con fermezza nel dettato di civiltà costituzionale sancito nell'art. 27 della Costituzione , che Travaglio, Di Pietro e co. non devono avere mai letto nemmeno per sbaglio : "L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". DI passaggio, perché non guasta mai anche se non stiamo parlando di questo, ricordo che a sua volta la Convenzione Europea dei diritti dell'uomo prevede (art. 6 n.2 ) il principio di presunzione d'innocenza
Quello che qui interessa, è la funzione della pena secondo la Carta Suprema del nostro ordinamento, che come abbiamo visto non coincide con l'idea (pancia ? ) dei cittadini italiani.
A me interessa approfondire la posizione di coloro che non sono forcaioli per nascita, e che accettano in astratto l'idea che uno che paghi il suo debito con la società poi possa tornare libero e tentare di rifarsi una vita. DIPENDE però dal reato commesso. Un reato troppo grave, e sicuramente l'omicidio volontario è tra questi (premeditato poi ...), non può comportare perdono. Non è quello che dice la Costituzione ma chissene...mica che sono le tavole di Mosè ! ( e sono d'accordo, tutto è riformabile, anche se non inizierei da qui...). E poi, nel nostro sistema, pare esserci una contraddizione in termini : da una parte la previsione costituzionale della pena che ha comunque una funzione di recupero del condannato, dall'altra la previsione nell'ordinamento penale dell'ERGASTOLO. Il FINE PENA MAI.
Argomento ampiamente dibattuto sia in diritto che in altri campi (filosofia, sociologia...).
E' notizia apparsa in questi giorni sui giornali di questa cena familiare tra Erika (colpevole 11 anni fa di avere ucciso , insieme al fidanzatino Omar, la madre e il fratellino piccolo in un omicidio che veramente , per la modalità, la freddezza, la disumanità allora palesi nella ragazza specialmente ) e il padre di lei, accompagnato dalla nuova compagna.
Comprendo che questo flash abbia fatto venire in mente a tutti che a questa cena di famiglia mancassero due persone...
E' successo anche a me. Erika ha 28 anni, è giovane, carina per molti, in carcere si è laureata in letteratura, ha la vita davanti a sé. Il padre, che nonostante quanto occorso , ha trovato la forza di andare avanti, restando sempre vicino alla figlia, seguendo i processi, andandola a trovare in carcere, oggi ha una nuova compagna. Insomma la loro vita in qualche modo è continuata.
Quella della madre/moglie, figlio e fratellino, ( di 41 e 10 anni ...) si è fermata quel giorno del 21 febbraio 2001.
Insomma, nel caso di un omicidio, il pensiero alle vittime cui è stata negata la vita mentre quella dell'omicida prosegue, è molto forte.
E quindi istintivamente si ritiene giusto che l'ergastolo sia la sola pena adeguata in questi casi . Per chi toglie la vita non ci può essere perdono.
Le nostre leggi però non dicono questo, e anche nel caso dell'ergastolo, dopo un tot di anni, in caso di buona condotta, di rapporti favorevoli al Tribunale di sorveglianza, si può fruire, scontata comunque una parte consistente della pena, di progressivi benefici, come ad esempio il lavoro fuori carcere, poi la semilibertà (con il ritorno in prigione la notte) e infine la completa liberazione.
Si tratta di leggi che non incontrano assolutamente il consenso popolare.
Basta leggere i commenti postati alla notizia di cronaca della cena sopra descritta, con riferimento ai progetti di vita di Erika che conta di andare in Africa, Madagascar, per riiniziare . E sono lettori del Corsera, mica del Fatto Quotidiano o giornali della destra ergastolana !
Ne riporto alcuni :
Non capisco
14.09|22:45 IcedSmoke
Come e' possibile sia gia' in liberta'? Io vivo negli USA e sebbene
tendenzialmente contrario alla pena di morte, concordo col fatto che qua per un
omicidio premeditato, difficilmente ti fai meno di 30 anni...
Una mostruosità
14.09|22:35 alb2604
Dopo quello che ha fatto ... una mostruosità
Perdono?
14.09|21:46 Lettore_2197035
Non so come il padre sia riuscito a perdonarla. Questo non giustifica la
condanna clemente, sono contro la pena di morte, ma chi uccide dovrebbe avere
l' ergastolo( ad esclusione della legittima difesa). Non ci sono mai
giustificazioni per crimini del genere, se vuole insegnare il carcere e' pieno
di persone che hanno bisogno di imparare. Caro Don Mazzi, ci sono persone che
hanno piu' bisogno di lei.
VOMITEVOLE
14.09|21:42 Barbacan
Insegnare in Africa? Ma per carità! se vuole andare in Africa che vada,
ci sono ancora diverse miniere di diamanti aperte e funzionanti; casco e
piccone e via!
14.09|21:40 nyt1975
Una preghiera per le vittime di tanta mostruosita'. Talvolta proprio non
c'e' misura.
La lasciamo al suo destino?
14.09|21:23 marpillo
Non è il caso di far prevalere l'oblio? O forse è troppo forte la
morbosità di rivangare il passato?
Vergogna
14.09|21:16 Lettore_982444
Dopo quello che ha combinato la mandano ad insegnare. Quali sentimenti
può trasmettere ai bambini?
vergognatevi!
14.09|20:59 charles
ma come si fa a dimenticare tutto quello che è successo?
spiegatemi
14.09|20:44 Cthulhu87
cosa può insegnare questa qua ai bambini africani..anzi, a qualunque
bambino nel mondo!!!!
E dopo la breve condanna se ne va in vacanza in madagascar...
14.09|20:44 Il mio nome è nessuno
...pazzesco.
Titolo Coraggio
14.09|20:32 Scarafaggio
Erika non è più una ragazzina, e ora a ventotto anni è proprio tutto
diverso. E il padre non merita altro dolore. Io vorrei poter fare loro
coraggio. Spero che infine vinca l'amore, lo spero per entrambi.
Vergogna!!!
14.09|20:17 Spinoza75
Quanto avrebbe il fratellino 21-22 anni? La giustizia i morti li
dimentica......
Non un barbaro delitto bensì il più barbaro delitto della storia d'Italia
14.09|19:36 biguli
Ricordo ancora le parole del Procuratore Capo di allora: "una
mattanza". La cosa più assurda, secondo me, è che quella sentenza poteva
condannarla a 24 anni di reclusione e invece le furono dati soltanto sedici
anni. Lo trovo un ORRORE, qualsiasi cosa dica don Mazzi.
Madagascar?
14.09|19:28 Dorodnitsyn
... meglio che niente, visto che non le hanno dato l'ergastolo ...
Come vedete, solo due lettori esprimono pietà e disponibilità al perdono. Per gli altri la parola "vergogna" , che agli italiani piace molto (eppure non mi pare che si sia noialtri un popolo così etico...) , esprime il sentimento prevalente.
In questo caso, non si tratta di difendere il garantismo , valore per me assoluto , che consiste nello svolgimento del giusto processo, secondo le regole di legge, con imperativa l'applicazione della presunzione di innocenza, per cui, salvo caso veramente e rigorosamente eccezionali, finché non sei condannato devi restare LIBERO.
Garantismo NON è indulgenza, non è perdono. Che pure sono principi degni di rispetto ma sui quali si può non concordare, preferendo il rigore e il "risarcimento" delle vittime e soprattutto dei loro familiari.
Personalmente, con tutti i malesseri istintivi del caso, credo che la giusta pena - quella che emerge da un processo "giusto" - vada scontata. Poi però, che cada l'oblio.
Certo, in questo Erika, con i suoi servizi in esclusiva, ieri a Panorama, adesso a OGGI, non è che aiuti molto.....
.
Manuel Sarno
RispondiEliminaPersonalmente sono contrario all'ergastolo, per quanto "fine pena mai" difficilmente lo sia. In questa vicenda, peraltro, più che la effettiva rieducazione di Erika - di cui, forse, non avremo mai la prova - ciò che mi ha sempre fatto riflettere e' il comportamento del padre. Mi piace pensare che sia frutto di un'amore sconfinato per la figlia e di una capacita di elaborare il lutto e perdonare fuori dal comune. Ma anche ciò non lo sapremo mai
Gian Luca Totani
RispondiEliminaOblio per lei o le medesime attenzioni (da parte di magistratura di sorveglianza, educatori e tutto ciò che ruota attorno all'esecuzione della pena) anche per quei tanti, troppi, che non sono un nome ed un cognome ma solo un numero di SIUS?
Domenico Battista
RispondiEliminaCon la franchezza di sempre NON mi piace l'ultimo scritto del Camerlengo e NON lo condivido nelle argomentazioni e nella impostazione
Giampiero RUsso
RispondiEliminaStefano il titolo è terrificante e cinico
Sul titolo, posso essere d'accordo, nella misura in cui dovrebbe riflettere quello che pensa chi scrive e non ciò che colpisce l'attenzione delle persone (mentre io probabilmente sono caduto nella tentazione della seconda cosa). I commenti riportati peraltro , tratti dal Corriere della Sera, non da altri giornali dove era più facile prevedere i toni di aspra condanna, dimostrano , a mio avviso, qual'è e resta il sentimento prevalente delle persone di fronte a fatti del genere. Pochi giorni fa , mutatis mutandis, lo si è visto anche con Vallanzasca e la datrice di lavoro costretta, a furor di popolo, a precipitosa marcia indietro dall'assunzione del famoso criminale. Quindi il problema c'è. Personalmente , credo di aver dimostrato ormai molte volte come la penso sul garantismo, e anche in questo caso propendo per i pochi (due ! ) che hanno espresso parole di umana pietà per Erika . Però proprio ieri sera , in una cena, ho parlato con una donna di normale cultura che con pacatezza e senza acrimonia mi spiegava che "stiamo esagerando con questo garantismo". Cercando di capire meglio, mi sono intrattenuto con lei e ho capito che si riferiva proprio all'aspettativa delle persone , vale a dire : che si applichino tutte le regole processuali che si ritengono opportune ma poi, se c'è un colpevole riconosciuto, che questi abbia una pena adeguata al dolore - danno provocati e soprattutto che la sconti. E questa cosa la trovo assai più difficile da contestare. Comunque accetto serenamente le critiche :)Anche se quella del Maestro mi piacerebbe che fosse più articolata ...
RispondiEliminaAlessandra Stefàmo
RispondiEliminaCome ho scritto in altro commento all'articolo Stefano ha avuto il buon gusto di citare - tra i commenti negativi - quelli più pacati ed educati. Ce ne erano alcuni di una oscenità indicibile che, al di là di una volgarità gratuita e fine a se stessa, denotavano come chi postava ritenesse di avere il diritto di inveire contro un condannato per un delitto orribile che, al contrario, per loro non avrebbe più alcun diritto. Sono stupita solo dal fatto che non sia stata invocata la pena di morte. Forse si accontentavano di quella sociale, dell'annientamento della persona da sbattere in galera con fine pena mai. Io ho cancellato Corsera e mi auguro che intervenga una seria regolamentazione perché non intendo più leggere simili nefandezze.
Gian Luca Totani
RispondiEliminaSpinoza! Io avevo pensato al titolista di Libero dopo una cena con Giulio Lazzaro...
Risata. In effetti l'accostamento ai titolisti di Libero ci sta, lo ammetto :D. Avrei dovuto virgolettarlo , visto che, come ho già scritto, non è espressione del pensiero di chi ha scritto il post, ma del sentimento della maggior parte delle persone che hanno commentato la notizia. Però FA....Su OK Virgilio centinai di persone hanno aperto la pagina....
RispondiEliminaAntonio de Simone
RispondiEliminaforse mi sono soffermato sul titolo e me ne scuso...
In ogni caso Erica ha scontato la pena ritenuta equa da un Tribunale per i minorenni e, mi auguro, abbia percorso un serio percorso di risocializzazione. Ha tutti i titoli per tornare a cenare con il padre. Il quale ha sopportato un fardello così grave da meritare rispetto. Io da padre mi sarei comportato esattanente come lui. Ogni altro commento porta con se il rischio di essere strumentale. Poi possiamo discutere in astratto di imputabilità e della necessità di abbassare il limite di età, ma ciò indipendentemente da Erica a cui va riconosciuto il diritto alla normalità....
Io sono d'accordo Antonio, e ho provato a scriverlo, dando però spazio ad una opinione diversa e assolutamente maggioritaria. L'unica, personalissima critica che faccio a Erika è l'esposizione mediatica (retribuita) a cui non si sottrae. Normalità per tanti vuol dire discrezione, sobrietà, consapevolezza, tanto più opportuna in una vicenda come la sua. Ma ovviamente non si parla di legittimità delle scelte, che lei è libera di compiere come vuole, ma di critica delle stesse, che è altrettanto libera (purché condotta in modi civili). Quanto al padre, anche qui io sono d'accordo con te, pur domandandomi dove trovasse la forza ( lei figlia certo, ma anche assassina di sua moglie e del figlio più piccolo ) di perdonare. Ma quella che per me è una domanda, per altri è CONDANNA, fino a quelli che addirittura si domandano cosa ci sia dietro a questo atteggiamento. Posizioni che non condivido , ma che ho testimoniato. Perché poi Antonio, e in questo mi riallaccio ad un altro tuo commento che condivido, se si resta nei confini sicuri del "gruppo", di coloro che la pensano come noi, corriamo il rischio di creare una sorta di setta autogratificante , consolatoria, quasi terapeutica, e si rinuncia ad ogni vera possibilità di partecipare alla promozione di un cambiamento , che non può prescindere dall'ascolto e dal confronto con le idee degli altri. Questo almeno è come la penso.
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