Qualche volta succede e a me piace pensare che oggi possa succedere un po' più spesso grazie alla Rete.
Mi riferisco alle scuse che il Prefetto di Napoli è stato costretto a dare dopo la vergognosa piazzata fatta ai danni di un semplice parroco di un paese della provincia di Caserta, ricevuto per una doglianza avanti ai rappresentanti del sovrano, ops, pardon, dello Stato.
Il povero sacerdote aveva osato rivolgersi con il solo appellativo di "Signora" al Prefetto di Caserta, pure presente nell'audizione. Quest'ultima , mostrando ben altra intelligenza, non ha dato peso alla mancanza, non così il suo collega, che magari , in qualità di padrone di casa, avrà sentito l'obbligo di intervenire a "difesa" della lesa maestà inveendo contro il malcapitato, appellandosi al rispetto delle istituzioni....
Non rendendosi conto, nemmeno per un istante, del PESSIMO servizio reso proprio a quelle istituzioni inutilmente invocate.
Della cosa parlammo anche noi, magari contribuendo, ci piace pensarlo, al tam tam mediatico, pubblicando anche il video del fattaccio.
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/10/larroganza-senza-fine-del-prefetto-di.html
L'articolo potete non leggerlo ma il video VA VISTO. Perché è questa possibilità, di riprendere ognuno di noi delle immagini in diretta, la novità che nuoce ai prepotenti e agli arroganti , pubblici o privati che siano.
Le parole non sono fatti, le immagini sì. Se non ci fosse stato il video, il capo della polizia Manganelli si sarebbe mai scusato per l'indegna modalità adottata dagli agenti di Padova per eseguire il trasporto del piccolo Leonardo (10 anni), dalla scuola alla Casa Famiglia cui era stato destinato ? No (ancora stiamo aspettando il contro video della polizia. Si vede che alla scientifica il "montaggio" non sta venendo bene....). E così per il Prefetto di Napoli. Senza il video avrebbe potuto dire che lui aveva semplicemente invitato il parroco a rivolgersi alla collega di Caserta con il titolo che le spettava. Fatto con calma, una cosa del genere nessuno l'avrebbe contestata. Alcuni avrebbero polemizzato magari su un eccesso di forma, altri avrebbero detto che aveva fatto bene. Così, con quel video che mostra l'alterigia del potente, la mortificazione del semplice, nessuna difesa è stata possibile.
Certo, ci sta anche il fatto che la reprimenda del reprobo in questo caso è stata richiesta anche da soggetti più "ascoltati", con interessamento dell'organo di stampa l'Avvenire.
Insomma, il Prefetto di Napoli stavolta se l'era presa col debole sbagliato. Ingannato dai semplici abiti di parroco - figuriamoci se avesse avuto la porpora cardinalizia..e quando si "sbagliava" ?? - non ha fatto mente locale che anche il sacerdote più umile fa parte di una Famiglia ben più vasta e quindi Influente (Potente ? ).
E quindi il Ministro Cancellieri, capo dei prefetti, è stata sollecita a far sapere che il Prefetto di Napoli si era pentito e scusato. Certo, ci sarebbe piaciuto vederlo in diretta, sentire le parole da lui scelte, e magari, lo ammetto, godere di un momento di forse salutare mortificazione del dr. De Martino (la stessa che, ingiustamente, lui aveva inflitto), ma accontentiamoci. Come ricordava Sofri, ci sono le cose giuste e quelle sbagliate. E bisogna fare quelle giuste.
Stavolta è accaduto
Ecco la notizia di cronaca sul Corriere on line
«Signor Ministro, non consenta che questa brutta storia leda
quel senso civico che le istituzioni e tutti noi cittadini nel Paese sentiamo
il bisogno di alimentare». Andrea Ceccherini - presidente dell'Osservatorio
Giovani-Editori, che promuove l'iniziativa «Quotidiano in classe» - si è
rivolto così, martedì, al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, a
proposito della vicenda del prete anti-camorra don Maurizio Patriciello,
pesantemente redarguito dal prefetto di Napoli Andrea De Martino per aver
chiamato «signora», anziché «prefetto» la collega Carmela Pagano.
Nella mattinata di mercoledì sono arrivate le parole del
ministro, secondo il quale De Martino ha sbagliato ma non va comunque giudicato
- come prefetto - solo su questo episodio.
CECCHERINI - «Sono indignato dalla mancanza di scuse
pubbliche che a ben oltre 72 ore dai fatti, il prefetto di Napoli Andrea De
Martino non ha ancora reso. L'arroganza ha un limite, e lui l'ha superato»,
aveva detto Ceccherini chiedendo al governo di «non perdere l'occasione di
difendere la reputazione che le istituzioni meritano e che il Prefetto ha
leso». «Penso occorra chiedere pubblicamente al Ministro dell'Interno di
intervenire su questa brutta pagina scritta da un alto rappresentante delle Istituzioni»
aveva osservato, spiegando anche come oltre due milioni di giovani da martedì
mattina, nelle scuole secondarie superiori, partecipando al Quotidiano in
Classe, «stiano manifestando un'indignazione civile crescente verso questi
fatti, quell'indignazione che si prova dinanzi ai soprusi, che non vanno mai
accettati, a maggior ragione quando vengono da quelle istituzioni che avrebbero
dovuto difendere quei deboli, che il prefetto De Martino, ha ulteriormente
indebolito».
CANCELLIERI - Quindi, l'intervento di Annamaria Cancellieri.
«È stato un gesto sbagliato» e «non intendo difenderlo» ha detto il ministro
dell'Interno in un'intervista al quotidiano «Avvenire». «Ma dico anche -
aggiunge - che non si può giudicare tutta la carriera del prefetto De Martino,
che conosco e stimo da decenni, solo per quel gesto. Nel suo ultimo incarico,
quello di Napoli, ha lavorato con profondo impegno. È un territorio difficile,
dove lo Stato si batte ogni giorno per sottrarre ai traffici di camorra aree
degradate, come le grandi periferie di Secondigliano e Scampia». «Nella mia
lunga carriera prefettizia - ha raccontato il ministro - anche a me hanno
chiamato "signora" anziché "prefetto". E non me la sono mai
presa, anzi mi è sembrato ugualmente rispettoso. Non sono i titoli a
determinare la qualità delle persone». «Il prefetto ha sbagliato - ha concluso
- ha esagerato e usato toni eccessivi. Ma di ciò, lui stesso si è profondamente
pentito e scusato. Ed è giusto pretendere delle scuse, ma non intonare il
crucifige». Il ministro incontrerà don Patriciello venerdì prossimo a Roma.
SODDISFAZIONE - «Le parole del Ministro dell'Interno
chiudono una ferita aperta» ha commentato Andrea Ceccherini. «Abbiamo un Signor
Ministro, con la S maiuscola - ha concluso , scherzando sulla definizione di
"Signore" - che è puntualmente avvenuto, con una sensibilità che gli
fa onore».
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