Chi ha raggiunto il mezzo secolo di vita avrà, tra i suoi ricordi , la voce del bigliettaio del tram o dell'autobus che, in coda alla vettura, staccava i biglietti, controllava le prime tessere e "dirigeva" il flusso degli utenti che tendevano troppo spesso a stazionare in prossimità delle porte centrali d'uscita se non proprio lì dove erano entrati, con la conseguenza che coloro che dovevano salire non trovavano spazio. E a quel punto partiva immancabile l'esortazione "Signoriiiii, avanti c'è posto ! "
Ecco, mi è venuto in mente vedendo l'affollamento che si sta realizzando al centro, specie intorno alla figura di Monti che NON si candida, però è "disponibile".
Che vuol dire mai ? Questo non è dato capirlo bene...Casini si sa, si sgola a dire che dopo Monti c'è solo ...Monti....Fini si è aggregato (che altro può fare, col 2% dei voti ? se c'è un generale senza esercito in queste elezioni, è lui ) , ora anche Montezemolo parla in questi termini. Della serie, noi scendiamo in campo, facciamo campagna elettorale, diciamo che ci battiamo per la continuazione del programma e dell'esperienza montiana e se vinciamo saremo pronti a offrirti la corona !
Domanda : ma durante tutto questo Monti CHE FA? COSA DICE ? Accetta questo ruolo di sovrano in pectore ? Perché se no, forse la gente dovrebbe saperlo che questo slogan è fasullo !
Leggo nell'articolo che posto, tratto dall'editoriale odierno del Corsera e scritto da Pierluigi Battista, che Monti, per riproporsi, vorrebbe avere ancora una volta l'egida del salvatore della patria, dell'uomo che TUTTI, o quasi, scelgono per continuare l'opera di risanamento....
Magari è vero, però mi sembra che cozzi con la fatica fatta fino a questo momento e i risultati raccolti.
A mio avviso, e non solo mio, Monti ha avuto buon gioco nel primissimo momento della sua investitura quando l'idea che "Annibale è alle porte" era generale ...Così gli riuscì in breve tempo di eliminare le pensioni di anzianità (bene ), a rimettere l'IMU ( meno bene ma vabbé, c'era bisogno di soldi sicuri), alzare le tasse in ogni dove che ha potuto (male, recessione). Poi però la blitzkrieg (guerra lampo) si è placata. E quando dalle tasse il nostro è dovuto passare a cose più complicate (diciamolo, non è che sia così difficile tassare, lo fanno ovunque no ? e in Europa le tasse da decenni vanno alla grandissima co sta storia del welfare; oggi poi con la pistola tedesca sul tavolo..) non è che i risultati siano stati brillanti. Liberalizzazioni ? Una presa in giro. Sburocratizzazione ? Resta un mito (che pure, secondo Ricolfi , Zingales, varrebbe un bottino da oltre 60 miliardi di euro ) Privatizzazioni ? Lo Stato e i Municipi non mollano l'osso ; Riforma del lavoro ? Zoppa e a rischio referendum ; Spending Review ? Per il momento gli italiani hanno capito all'incirca cosa sia ; Riduzione della Spesa Pubblica ? Seeeee ; Dismissioni di beni dello Stato per diminuire il debito ? Se ne parla, si studia....ma per ora...Ah, la lotta all'evasione fiscale....dal censimento delle barche si aspettavano 150 milioni, ne hanno presi 25, in compenso hanno desertificato i porti italiani. L'introito dell'IVA è in calo, per l'abbassamento dei consumi. La recessione segna - 2,4% del PIL, il debito pubblico è cresciuto e sta attorno al 125% , disoccupazione, in crescita, al 10%.
Sono questi i numeri di un RISANATORE ? Però senza di lui sarebbe peggio dicono.
Ci sarebbe da chiedersi perché , e forse la risposta è che i nostri finanziatori, quelli che ci prestano i soldi per andare avanti, che rinnovano il debito pubblico alle scadenze, VOGLIONO Monti.
Mi sembra un ottimo argomento. Decisivo.
Allora non facciamole le elezioni, convinciamo Bersani ( tanto al PDL, checché dicono, va bene ) e continuiamo così.
Però oh !!! niente scherzi ! I soldi dovete continuare a darceli !!!!
Ecco l'articolo del bravo Battista, con il quale stavolta non concordo del tutto. Per un'opera di risanamento vero ci vorrebbe sì un'ampia maggioranza, un consenso solido, ma NON immaginandolo trasversale, che in Italia è pressoché impossibile, come bene abbiamo visto negli ultimi mesi . L'Italia liberale immaginata , a parole almeno, da quelli di Fermare il Declino, da Italia Futura , dai moderati NON di sinistra, che prevede meno Stato, più libertà individuali, meno spesa , quindi anche meno servizi a basso costo, meno tasse e più responsabilità, più merito e meno egualitarismo. Caro Battista, ce li vede Fassina , Camusso, Landini, Vendola e Di Pietro votare mai riforme del genere ?
Buona Lettura
L'AFFOLLATA AREA DEI MODERATI
L'ombrello e la scialuppa
Ora è esplicito che l'arcipelago neocentrista, il nuovo
partito di Montezemolo, quello di Casini, quello di Fini più altri e variegati
frammenti della galassia moderata andranno alle elezioni con un candidato che
non si candida: Mario Monti. Non si sa come la prenderà l'attuale presidente
del Consiglio. Si sa però che la prenderanno bene le istituzioni europee, i
mercati, gli investitori, gli alleati dell'Italia, i partigiani dell'euro
timorosi che con le elezioni vada smarrito il rigore e il recupero di
credibilità internazionale incarnato dalla figura di Monti, nonostante
incertezze ed errori nell'azione di governo. Si allontana il rischio che con il
«ritorno della politica» l'Italia sprofondi nuovamente nelle cattive abitudini
della spesa spensierata e del consenso pagato con i debiti. Ma,
paradossalmente, è proprio la nascita di un «partito» pro Monti a nascondere
un'insidia per l'attuale presidente del Consiglio e per i sostenitori di un
«Monti bis».
Il rischio maggiore è che il governo tecnico, diventando la
bandiera di una parte, smarrisca quel connotato ecumenico che ne fa
l'espressione di una grande coalizione cementata dal senso di responsabilità
per l'Italia che non si è ancora liberata dallo spettro del collasso; lasciando
peraltro, come doveroso in una democrazia, la parola al voto degli italiani. Il
secondo rischio è che la campagna elettorale che si sta per aprire perda ogni
significato sul piano dei contenuti per trasformarsi in un referendum pro o
contro Monti. Il terzo riguarda il fronte che si schiera a favore del Monti bis
a priori, che finisce per fare un simbolo del premier chiamato a salvare
l'Italia dal fallimento, ma anche per trincerarsi dietro una nobile figura
apprezzata dalla comunità internazionale per evitare i difficili dilemmi di una
scelta. Che cosa ha da dire il nuovo arcipelago centrista sul futuro
dell'Italia? Mario Monti è una garanzia, certo, ma forse l' endorsement a
favore del Monti bis esime una forza politica dalla fatica della proposta,
dall'agenda che si vuole suggerire, dalle scelte dolorose che si devono
compiere?
È chiaro che la stessa ipotesi di un nuovo governo Monti non
può prescindere dal riconoscimento che solo un'ampia maggioranza di «unità
nazionale» potrebbe garantirne la base e la solidità. E che in una situazione
in cui il disagio sociale è destinato inesorabilmente ad acuirsi, solo la scelta
delle principali forze politiche di stare insieme può consentire a un governo
tecnico di proseguire la sua azione dopo la consultazione elettorale.
Intestarsi unilateralmente il nome e l'immagine di Monti potrebbe perciò
risultare, oltre che errato in linea di principio, pericoloso e
controproducente anche per chi sostiene la necessità di non tornare alla
paralisi in cui si era cacciata la «vecchia» politica. Senza considerare che la
stessa configurazione degli attuali schieramenti politici potrebbe essere
travolta se nelle primarie del Pd e del centrosinistra dovesse prevalere il
ciclone impersonato da Matteo Renzi. I moderati italiani (sempre che questa
denominazione abbia un senso) stanno finalmente impegnandosi a dare
rappresentanza politica a quella parte dell'Italia che non vuole veder dispersi
i risultati del governo Monti. Ora sta a loro non ottenere risultati opposti a
quelli sperati. E non apparire come politici che si aggrappano alla scialuppa
di Monti cercando di scansare il naufragio.
Nessun commento:
Posta un commento