Seguo il blog QUINTO STATO di GIOVANNI TAURASI . Cura una efficace rassegna stampa tra i giornali e gli opinionisti maggiori e io me ne valgo, consultandolo.
Ovviamente, come ogni blogger, scrive anche le sue opinioni e oggi ho letto la sua dichiarazione di voto per Bersani così motivata :
"Adesso che la questione ‘rottamazione’ (per usare un termine
brutale) è stata finalmente derubricata, ed è emersa una spinta unanime per il
rinnovamento del gruppo dirigente del PD – che io penso debba sostanziarsi con
la piena applicazione dell’art.22 comma 2 dello Statuto del PD, che prevede un
massimo di 15 anni di vita parlamentare – possiamo finalmente occuparci di
contenuti per le Primarie.
In queste settimane ho provato nostalgia per il Lingotto e
per il dibattito nel PD del tempo, quando si delineava un partito che usciva
dal Novecento coniugando ragione e sentimento, sogno e realtà, visione e
consapevolezza, valori e concretezza, uguaglianza e libertà, merito e diritti,
rinnovamento e radici.
Per come si sta configurando, la polarizzazione delle
primarie rischia di esasperare la dicotomia di quei termini, mentre avremmo
bisogno di tornare ad immaginare un partito che si collochi proprio laddove i
poli si incontrano e le antinomie del Novecento si fondono!
Nel confronto tra Renzi e Bersani è perciò possibile cadere
nel dilemma dell’asino di Buridano. Per quanto mi riguarda c’è negli interventi
di Renzi un richiamo ad alcune parole chiave di cui la sinistra si era
finalmente appropriata con la nascita del PD e a cui io sono particolarmente
affezionato, mentre in Bersani c’è un forte richiamo ai valori tradizionali
della sinistra (che non ho nessuna voglia di disperdere), ma anche il rischio
che l’agenda del PD possa restare imprigionata in una visione novecentesca
della crisi. Concordo che non si possa riproporre semplicemente la cosiddetta
agenda Monti (tutta schiacciata sul rigore), ma ciò non implica necessariamente
a mio modo di vedere la pura riproposizione di un’ipotetica agenda Fassina (mi
si perdonerà il ragionamento schematico).
Tuttavia ho scelto di sostenere Bersani perché in lui
ritrovo maggiore coerenza coi binomi valoriali all’origine del PD che
delinearono al Lingotto un partito in grado di tenere assieme tradizione e
futuro, pari opportunità e merito, uguaglianza e mobilità sociale, protezione
ed emancipazione, regole e libertà, Stato e mercato. Al contrario in Renzi vedo
un forte sbilanciamento solo sul secondo polo di quei binomi.
Di Renzi condivido molte analisi e proposte (che sono
peraltro del PD e nella Carta di Intenti), ma non credo sia il Sindaco di Firenze
il candidato migliore. Spesso sacrifica valori essenziali del centrosinistra.
Anche io ritengo che il riconoscimento del merito su cui Renzi insiste
giustamente sia decisivo per promuovere mobilità sociale, ma se non l’ancoriamo
ad un discorso sulle pari opportunità, anche la meritocrazia può diventare una
nuova forma di privilegio. La polemica sulle regole poi non la condivido per
nulla. Purtroppo usciamo da un ventennio che ha ritenuto le regole un impaccio,
ma senza regole la democrazia muore. Dobbiamo garantire la massima
partecipazione, ma è ovvio che chi vota alle primarie del centrosinistra deve
sostenere tale schieramento. Il problema non sono le regole, ma il fatto che
sull’altro fronte non sono previsti analoghi percorsi democratici di scelta dei
candidati. E tuttavia è evidente che se l’amministratore del mio palazzo non
convoca l’assemblea condominiale, non posso pretendere di partecipare a quella
del condominio dall’altra parte della strada. Qualcuno mi sa dire quando si
terranno primarie vere dei grillini o della destra per scegliere i loro
candidati? Mai, perché la democrazia si limitano a scimmiottarla sul predellino
o sul web.
In queste primarie non scegliamo il segretario del PD, ma il
candidato Premier. Per questa ragione scelgo Bersani (che non avevo sostenuto
come segretario nel 2009), proprio perché lo ritengo il più attrezzato per
guidare il Paese.
Saranno settimane di confronto a volte anche aspro, come
accade sempre nei partiti che svolgono primarie, ma io penso che, comunque finisca,
il vincitore delle Primarie del centrosinistra c’è già… e si chiama Partito
Democratico (come testimoniano i sondaggi), perché in tempi di distacco dalla
politica ha offerto agli italiani una straordinaria occasione di partecipazione
democratica e una sfida vera per decidere la premiership.
E in questa decisione molto lo dobbiamo al coraggio del
segretario. Ed anche per questa ragione lo sostengo!"
Gentile Giovanni, da poco sono iscritto tra i followers del
tuo bel blog che seguo quotidianamente grazie anche alla puntualità degli
aggiornamenti. Fatta questa captatio benevolentiae (però sincera), dico perché
non sono d'accordo con il tuo scritto.
1) Bersani non mi pare che rappresenti in alcun modo lo
spirito del Lingotto, fondativo del PD. Semmai è l'uomo che ha ricondotto
questo partito nell'alveo naturale e tradizionale della sinistra-sinistra,
esautorando la componente popolare degli ex della Margherita, per non parlare
dei liberali-progressisti, i Liberal e i laburisti. Radicali, espulsi
dall'alleanza. Troppo indisciplinati ( vedrai Veldola....). Non sono solo io a
dirlo ma tantissimi osservatori
dell'area piddina. Su EUROPA si parlo di Lapsus quando Bersani parò di
"alleanza" con le forze liberali. Non erano dunque più i liberali moderni compresi nel progetto
progressista ? No, roba del 2007,
superata. Quindi nessun lapsus, ma evoluzione (o regresso ? ) della linea
politica.
2) A Renzi viene rimproverato , non da Te Giovanni, di
essere fumoso nei programmi. In parte è vero. Parla di merito, di Europa, di
democrat americani , di blairismo....belle cose, per i progressisti del
lingotto...forse meno per Fassina e i giovani turchi. Ma in concreto ? Le
parole d'ordine di Renzi mi piacciono : rinnovamento ( e infatti grazie a lui
finalmente l'articolo 22 dello statuto non diventerà stavolta, come finora, una
groviera di deroghe, forse) , solidarietà ma non assistenzialismo, nessuna demonizzazione
delle imprese e anche del mercato. Ma tradotto tutto questo in un'epoca di
crisi come la nostra, in che riforme si concreta ? Resta che i suoi
"slogan" sono ben diversi da quelli Bersaniani, e fin qui...però i
suoi, quelli del sindaco di Firenze, orecchiano di più quelli del "I Can " che ben ricordi.
3) In ogni caso, meglio Renzi di un Bersani che sembra
prigioniero - anche un po' affetto dalla sindrome di Stoccolma - di quelli
"più a sinistra" , e cioè il già citato Fassina, la CGIL della Camusso
, Vendola...Questo Bersani potrà dire di no al ripristino delle pensioni di
anzianità ? Al recupero dell'articolo 18 ? Alle patrimoniali one, bis e ter ?
Renzi dice che lo farà, l'attuale segretario NON dice.
4) Quanto alle primarie, sempre Renzi ha costretto il PD a
farne finalmente di VERE. Fino ad ora, erano le legioni che acclamavano
l'Imperator già prescelto...Quindi non ne farei un gran vanto. Anche perché,
come denuncia il gianburrasca toscano, non è che sulle regole si stia facendo
un gran figura...
Per cui , caro Giovanni, se, come me, hai guardato con
grande e finora non tanto premiata speranza nel cambiamento del 2007, nella
novità del PD, nella cosa NUOVA, che andasse oltre il socialismo storico, più
tradizionale e ortodosso (ricordi ? per questo non si entrava nel PSE , si era
"diversi". Ora la domanda è già nel cassetto ) , perché la preferenza
per Bersani, che in questo senso è indubitabilmente il "vecchio "?.
Usato, magari "sicuro", come dice lui.
Ma usato.
Per questo, io liberale, orfano al momento di una proposta accettabile nell'area a me più consueta, voterò Renzi alle primarie. E , se prevarrà, cosa che non credo affatto, anche alle politiche.
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