domenica 14 ottobre 2012

LEGGI REPUBBLICA O IL CORRIERE ?



Si dibatte sulla Legge elettorale, e come spesso accade nel nostro Parlamento, lo spettacolo non è dei più splendidi. Ho già raccontato ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/09/ma-il-porcellum-non-era-una-porcata.html ) della magra figura che soprattutto quelli del PD stanno facendo, dopo aver per non so quanti anni spaccato i maroni con lo scandalo del Porcellum....Della serie : tutto è relativo, specie per gli infingardi.
Adesso però, che si rivela l'unico modo con il quale una coalizione PD - SEL , con il 30% dei voti, potrebbe prendersi la maggioranza del Parlamento, allora VA BENE.....
Per fortuna, anche gli accademici simpatizzanti non sono sempre così facili a prostituirsi come i politici e così se per anni hanno definito una cosa una PORCATA, poi non ci stanno al "contrordine compagni, il porco va difeso". E così Sartori continua a scrivere quello che scriveva prima sul Porcellum, pur legittimamente criticando i porcellini che s'intravedono nella stalla....
E sì perché ovviamente se la legge elettorale non è fatta per favorire il Paese, ma i partiti, ognuno cercherà di ricucirsi quella che meglio gli sta indosso OGGI. Tanto, la prossima legislatura, si potrà sempre fare a tempo a provare a farne un'altra, di legge.  Del resto, negli ultimi 20 anni, ne abbiamo avute solo TRE.
Io non amo Sartori, però non dice cose sempre sbagliate.
E quindi, il ritorno ad un proporzionale puro, senza sbarramenti seri, garantisce l'ingresso dei partitini, e il bordello dell'Unione del secondo governo Prodi : ne aveva imbarcati alla fine 13 !!! E doveva dare da mangiare, tra ministeri, segretari e sottosegretari, a 100 persone !!! Infatti si è visto come andò...
Quello è stato l'esempio peggiore, ma non è che le solide maggioranze del centrodestra uscite dalle urne nel 2001 e ancora di più nel 2008 siano andate chissà quanto meglio, sono solo durate di più....e comunque Berlusconi a novembre 2011 si è dovuto fare da parte.
Il premio di maggioranza...chiunque non sia fazioso , stabilendo una regola GENERALE, converrà che senza avere ottenuto una soglia minima di voti popolari (40% ? )  non potrà scattare il premio di maggioranza., oppure, si può stabilire un premio per il partito che ha preso più voti (si parla di un 10%, ma il PD , ovvio, vuole almeno un 15% ;  magari, come si legge, dividono il male a metà al 12,5% ) . Poi, se nemmeno con questo, come mi pare sia avvenuto in Grecia, qualcuno raggiunge la maggioranza assoluta, il primo partito dovrà vedere se e con chi allearsi.
Sartori critica il premio dato alla coalizione, e io sono d'accordo con lui. Entrambi quindi  non lo siamo con Bersani, il quale serio serio va in tv e ci dice "ragassuoli, sappiate che governare l'Italia non sarà facile..:" meno male che ce l'ha detto lui...con Vendola poi vedrai Pierluigi come sarà più difficile.
Insomma, qualcuno rammenterà che mentre Monti doveva fare le cose urgenti e irrimandabili per salvare la nave, i partiti UNA cosa dovevano fare . UNA : la legge elettorale. Sono passati 10 mesi, eccoci qui.
E allora mi viene in mente un altro intervento settimanale sulle regole del gioco, scritto da Panebianco, che riproponeva il dibattito tra chi sostiene che per fare la "buona politica" serve la qualità degli uomini o piuttosto sia importante la creazione di istituzioni sane, e regole valide.
I due fronti sono rappresentati dai moralisti e dagli istituzionalisti. Potremmo quasi dire, giocando un po', da quelli che leggono Repubblica o il Corriere della Sera.
Per i moralisti, ciò che conta è la qualità morale degli uomini. I criteri discriminanti sono l'onestà o la disonestà, la dedizione all'interesse pubblico o l'avidità. Dateci uomini onesti, sostengono, e tutto andrà a posto, quali che siano le istituzioni vigenti.
Gli istituzionalisti sono, come dire, meno fiduciosi sulla natura dell'uomo. Rousseau non li ha convinti. Pensano che gli uomini siano, più o meno, sempre  gli stessi e che sia l'occasione a fare l'uomo ladro. Lo stesso individuo si comporterà diversamente, a secondo delle regole del gioco prevalenti.
Se le istituzioni saranno ben congegnate, sarà possibile disincentivare  comportamenti dannosi. Eliminarli del tutto MAI, però ridurli , ridimensionarli sì.
Voi su cosa puntereste ? Panebianco, e io con lui, sulla seconda opzione. Istituzioni fatte male, inefficienti, cervellotiche, con florilegio normativo oltretutto ambiguo, lasceranno ampio spazio di manovra agli interessi di comodo ( e anche ai veri e propri ladri...) e le persone "per bene" potranno fare ben poco. .
Mi viene sempre in mente la battuta amara letta in un libro  di Scott Turow...al cognato che lo rimproverava per una serie di condotte disoneste, sconsiderate, sleali, l'altro assente mestamente, quasi mortificato, per commentare pacatamente alla fine : "sai perché un cane si lecca le palle ? "..e allo sguardo sorpreso e interrogativo del primo, spiega :  "perché lo può fare".
Ecco, le istituzioni buone servono a evitare che "si possa fare". O almeno, non troppo.

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