Ci siamo. Accusa e difesa hanno fatto le loro arringhe, adesso tocca alla Corte d'Assise di Teramo decidere se Parolisi è colpevole o no dell'omicidio di Melania Rea.
L'aria che tira è di colpevolezza, e del resto anche i giornali la fiutano. Il Corriere della Sera, nel riportare la cronaca del penultimo atto del processo, le richieste delle parti prima della sentenza, dedica molto più spazio alla tesi della procura che a quella difensiva. Anche questo è un modo, forse inconscio, forse no, di rivelare da che parte si sta. Per la maggior parte degli "spettatori", ovvio che Parolisi sia colpevole. Per le donne poi, lo sappiamo : Traditore = Assassino. Un teorema invincibile.
In realtà siamo di fronte al solito processo indiziario. Nessuna prova certa della colpevolezza di Parolisi : no reo confesso, nessun testimone, nessuna arma del delitto a lui ricollegabile.
Indizi, che per l'accusa sono, come sempre, "gravi e circostanziati". Sarà, a me non pare. Nell'articolo http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/07/siccome-per-parolisi-il-processo-per.html riportavo le obiezioni che un altro blogger, che aveva seguito da vicino il processo, sollevava sugli indizi dell'accusa, contestando come, come troppo spesso avviene, la Procura, una volta individuato il SUO colpevole, abbia smesso di verificare altre piste. Questo sistema vuole, come corollario, che tutto quello che può scagionare il colpevole ormai designato venga scartato come irrilevante o, addirittura, come depistaggio. Prove di questo ? Nessuna. Siccome una spiegazione non si trova, eccola preconfezionata.
Indubbiamente Parolisi è un colpevole PERFETTO. Antipatico, mentitore, fedifrago. Sono reati questi ? Ancora no (ma magari lavorando ci si può arrivare... http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/01/parolisi-il-traditore-seriale.html) , però è facile attribuire ad una persona così "odiosa" un delitto efferato. Del resto, la cara signora che aiuta mia mamma è già pronta sul pianerottolo che mi aspetta per dirmi : "e che quella povera Melania si è uccisa da sola ??". Maronna do carmine !!!
Io non so ovviamente chi sia l'assassino di Melania Rea, e non credo lo sappiano le altre migliaia di persone che hanno seguito il processo su giornali e tv. So che chi tradisce mente, e anche chi ha paura di essere accusato di un delitto a volte lo fa. NON perché sia colpevole, ma perché ha paura che certi elementi possano nuocergli allora li nega o peggio li contraffa'. Il fatto che sulla bocca di Melania si trovino tracce di DNA di Parolisi, non mi pare strano visto che era il marito, a meno che non sia fondata la tesi del "bacio della morte", dato cioè al momento del delitto. Ma la perizia, dicono i difensori, questa prova NON la dà, così come non è ricostruibile nessun range orario significativo. Ok, sono le parole della difesa. Ma perché in un processo senza prove devono contare di meno di quelle dell'accusa ?
Perché Parolisi era un TRADITORE e Melania "non si è mica uccisa da sola",
Ah ecco.
Una piccola consolazione. Nei commenti all'articolo del Corsera ho letto persone che si domandavano come fosse possibile condannarlo senza prove. Sì certo, era probabile che fosse lui, viste le menzogne dette, la vita parallela, però il dubbio rimaneva...
Ho pensato che qualche speranza per questo paese ancora c'è.
Certo, c'è anche chi ha scritto che sì, la certezza che sia stato lui magari non c'è, però uno così è comunque bene che "non se la cavi a buon mercato"... Apprezzo questa persona, che ha avuto il coraggio e la sincerità di dire una mostruosità così grande che magari molti (e) pensano ma si rendono conto che dire non si può.
Un'ultima precisazione prima di lasciarvi all'articolo di cronaca : il mio "responso" di non colpevolezza di Parolisi è dato da spettatore, da persona informata dai media, e che quindi gli atti che contano, quelli del processo, NON li conosce. Potrebbe anche che, fossi uno della giuria che invece il processo lo ha seguito completamente, mi convincerei che veramente gli indizi contro Parolisi siano stringenti e sufficienti a emettere una sentenza di condanna "oltre ogni ragionevole dubbio".
Dal di fuori, questa convinzione in un processo indiziario non potrò MAI farmela, e come me però nessuna persona in buona fede.
Buona Lettura
«Ha ucciso Melania e non ha attenuanti Ergastolo per
Parolisi»
La richiesta dei pm. La difesa: nessuna prova
Nessuna attenuante per Salvatore Parolisi: ergastolo. Lo
hanno chiesto i pm Davide Rosati e Greta Aloisi al termine della loro
requisitoria davanti al giudice di Teramo Marina Tommolini indicando nel
trentaquattrenne caporalmaggiore dell'esercito l'assassino di sua moglie
Melania Rea, 29 anni, uccisa il 18 aprile dello scorso anno con 35 coltellate
nella pineta di Ripe di Civitella, sulle colline appenniniche di confine fra
Marche e Abruzzo. Un duro atto d'accusa, rispetto al quale pesano tre
aggravanti: la crudeltà, il vilipendio di cadavere per depistare le indagini e
la «minorata difesa», cioè la condizione di debolezza nella quale era venuta a
trovarsi Melania che non ha potuto opporre resistenze al suo carnefice,
essendosi a lui abbandonata. La procura non ha concesso nulla, dunque,
all'imputato Parolisi, nonostante il rito immediato del procedimento preveda
uno sconto di pena. La sola cosa che non ha potuto evitare riguarda le modalità
di detenzione che escludono l'isolamento diurno.
Contro di lui, presente anche ieri in aula per le battute
finali del processo prima della sentenza prevista per venerdì prossimo, non c'è
la prova schiacciante ma una serie di pesanti indizi. Tre su tutti: le celle
telefoniche che depongono per l'alta improbabilità che Melania si trovasse a
Colle San Marco (Ascoli Piceno) nelle ore della scomparsa, come invece ha
sempre sostenuto Parolisi, e che invece raccontano della presenza di entrambi
nella pineta di Ripe di Civitella (Teramo) all'ora del delitto; il Dna del
caporalmaggiore rinvenuto sulla bocca di Melania, compatibile con un bacio o un
contatto del marito poco prima della sua morte; infine le molte menzogne
dell'imputato: sugli spostamenti della moglie, sui luoghi, e, soprattutto,
sull'amante Ludovica, tenuta segreta perché secondo la procura legata al
movente del delitto. Parolisi avrebbe infatti ucciso la moglie per uscire
dall'«imbuto» sentimentale in cui era finito e nel quale si stava logorando.
Di qua la sua famiglia, l'amore per la piccola Vittoria e la
crescente insofferenza per la moglie; di là l'attrazione fatale per la
soldatessa Ludovica. In linea con le conclusioni del pm quelle della parte
civile, la famiglia Rea, rappresentata dall'avvocato Mauro Gionni che ha
chiesto un risarcimento di circa 5 milioni di euro: «Ha ucciso anche perché
Melania costituiva per lui una minaccia avendo saputo cose scomode sul suo
conto. Sottolineo l'assenza di qualsivoglia senso di umanità nei confronti di
colei che era pur sempre la madre di sua figlia». In aula, a porte chiuse, il
padre di Melania, Gennaro, ha incrociato lo sguardo di Salvatore: «Ci siamo
guardati, sì, lui è sempre il solito, quando il Pm Rosati parlava dei soldi lui
ridacchiava... Sbruffone può essere il termine giusto». Lo ha osservato bene
anche lo zio di Melania: «Gira e rigira una cartellina, ogni tanto sorride e
schernisce l'accusa. Io non credo che abbia premeditato il delitto, l'ha
pensato lì per lì». Ricostruzione fantasiosa, per gli avvocati Walter Biscotti
e Nicodemo Gentile, difensori di Parolisi: «Non ci sono dati certi, solo
ipotesi. La perizia disposta dal giudice ha fatto cadere ogni range orario,
mentre il Dna sulla bocca di Melania non è databile. Quanto alle menzogne
significa solo che Parolisi è stato un cattivo marito, non un assassino».
Infine la piccola Vittoria, rimasta senza madre e di fatto
senza padre. Zio Gennaro pensa a lei: «Se verrà condannato, Vittoria non avrà
più un padre. Se verrà assolto, cosa che non mi auguro, la piccola dovrà
ricostruire il rapporto con lui. Comunque vada, sarà una sconfitta».
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