Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
mercoledì 5 dicembre 2012
QUANTO SONO SERENI I GIUDICI QUANDO SONO CHIAMATI A DECIDERE SUI LORO COLLEGHI ?
Sul caso Sallusti, ma più generalmente sulla questione della previsione del carcere per i giornalisti per fatti inerenti alla loro professione, compare un civile confronto su Libero tra Pierangelo Maurizio e Filippo Facci.
Il primo si chiede "perché per principio i giornalisti non dovrebbero andare in carcere? Proprio noi che ogni un per due siamo pronti a mandare in ceppi e catene mezzo mondo: di volta in volta, i politici, la malasanità, i celerini che menano... Ecco, è pensabile che i poliziotti o i medici se sbagliano non vadano in galera? Ovviamente no. Forse le parole fanno meno male di una pistola o di un bisturi? Ovviamente no. Anzi, qualche volta di più. Rinunciare alle nostre responsabilità fornisce, come sta fornendo, un alibi per azzopparci e azzittirci un altro po’". Gli risponde Filippo Facci: "Non penso che dovrebbero andarci solo per un articolo (tantomeno per un omesso controllo) e sicuramente non per un caso come quello di Sallusti, che grida vendetta proprio perché i suoi precedenti per omesso controllo (sei in tutto, se ricordo bene) sono incredibilmente inferiori, per numero e qualità, a quelli di altri direttori che nessuno ha mai chiesto che andassero in carcere, anche perché, se fosse successo, la nostra categoria avrebbe fatto i fuochi d’artificio".
Maurizio, non esita a definire ridicola la condanna al carcere di Sallusti, definito dalla Cassazione uomo "socialmente pericoloso e con attitudine a delinquere" e quindi è del tutto convinto dell'ingiustizia subita dal direttore de Il Giornale, però non condivide una riforma della norma attuale, che prevede il carcere , o almeno non arrivando all'esclusione, sempre e comunque, di una possibile sanzione detentiva.
Molti la pensano così, rilevando come la diffamazione possa essere benissimo reato che rovina la vita di una persona, e non solo a livello di reputazione : gli può far perdere il lavoro, costringerlo a cambiare abitazione, deprimerlo gravemente...(in questo senso, da vedere il bel film IL SOSPETTO di cui pure ho scritto : http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/12/il-sospetto-ovvero-non-e-vero-che-i.html ).
Indubbiamente la questione è delicata, perché non si può nemmeno perdere di vista come , con la leva della diffamazione e delle querele, si possa ottenere l'intimidazione degli organi che si occupano di informazione. Non sarà un caso che la percentuale maggiore di condanne ricorrono quando i querelanti sono colleghi dei magistrati che poi giudicano ? Quasi il 20% delle cause di diffamazione a mezzo stampa sono state intentate dai giudici ( conosco un giudice importante, e anche benestante di famiglia, che si è comprato una piccola casetta per le vacanze coi soldi di un giornalista querelato ) e quasi sempre vincono . Seguono in questa classifica i politici. La Stampa, cane da guardia del potere (politico e giudiziario) ha i suoi bravi problemi....Aggiungiamo poi che anche a livello economico c'è una bella differenza se a querelare sono le toghe (quelle pregiate dei giudici ovvio, mica degli avvocati ! ) o i politici, rispetto ai cittadini comuni : 30.000 euro i risarcimenti (in sede penale, poi ci sono i giudizi civili) medi per i potentati, 4.000 per le persone normali. Infine, inutile anche dirlo, i procedimenti sono veloci il doppio (o lenti la metà, fate voi ). Insomma, il problema c'è, anche ritenendo senz'altro valide le argomentazioni di Maurizio (è il cognome, non è mio parente...).
Facci replicando, ha osservato all'amico e collega che lui non contesta che possa essere previsto il carcere anche per i giornalisti (anzi, lo auspica per la violazione del segreto istruttorio : ma Facci lo sa che le carceri scoppiano già così !?!?!? ) ma non lo concepisce per una fattispecie come quella del direttore Sallusti.
La legge così com'è, continua Facci, fa schifo, non in linea con quella degli altri paesi cd. civili, col diritto internazionale, e il fatto che questi limiti si siano visti poco è dovuto al buon senso nella sua applicazione. Cosa che invece è mancata nel caso di specie.
Non poteva mancare la stilettata al giornalista più odiato da tanti ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/09/ho-sognato-travaglio-condannato-14-mesi.html ) ma da Facci di più : Travaglio.
Dopo aver dichiarato la sua falsa solidarietà, per colleganza, Travaglio mostra di godere, e tanto, per la vicissitudine di Sallusti. L'essere umano è così....A parole, magari per un attimo, ti sforzi di dire ciò che sai corretto, e poi dentro è tutt'altra faccenda. Eppure il sodale manettaro dei PM forcaioli non dovrebbe salire sul pulpito visto che anche lui ha riportato una condanna per diffamazione con tanto di riconoscimento di "dolo", che è la condizione per la stessa : sapere di scrivere il falso. Facci è preciso nel riportare il fatto : la condanna in primo grado fu emessa il 15 ottobre 2008 (manco tanto tempo fa dunque), confermata in appello l'8 gennaio 2010, e dichiarata prescritta nel 2011 (senza ovviamente che Travaglio rinunciasse alla prescrizione, quello lo deve fare Berlusconi, secondo lui....).
Bella la chiosa finale di Facci.
"C'è una sola ragione al mondo per cui vorrei Travaglio in carcere : per dimostrargli che meriterebbe la stessa precisa battaglia che merita Alessandro Sallusti ".
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