sabato 12 gennaio 2013

I COMUNISTI SAPEVANO DELLA TRATTATIVA TRA STATO E MAFIA. CHI L'HA SCRITTO ?



La trattativa Stato Mafia ci fu ? Tacita (copyright Beppe Pisanu, che, per inciso, non si ripresenta in Parlamento : Deo Gratias ! ) ? Sono credibili Brusca e gli altri ?
Interrogativi a cui vengono date risposte diverse,  non dettate dai fatti, per quello che si conoscono, e dalla Logica, ma , come più spesso avviene, dalla convenienza e dalla partigianeria.
L'inchiesta partorita da Ingroia aveva, ai tempi, tutti altri obiettivi con il goloso coinvolgimento di Berlusconi.
Le date però non collimavano; anche a stirarla la cosa non si riusciva a protrarla fino al 1994, anno in cui il Cavaliere vince le elezioni e, sia pure per poco tempo, presiede il governo.
Peccato, ma ormai la cosa era innescata e elementi plausibili di questi contatti tra esponenti delle istituzioni e i mafiosi per far cessare l'offensiva terroristica di questi ultimi sembra che ce ne siano (altra questione è poi se gli stessi costituiscano dei reati...).
Come spesso accade le inchieste, ghiottissime quando c'è di mezzo il Padre di tutti i Mali (Berlusconi of course) , ghiotte se toccano il Palazzo e i vecchi arnesi della Prima Repubblica, diventano invece secondarie, e probabilmente inutili se vengono coinvolti i comunisti, passati o post che siano.
E già perché Brusca, a cui finora un certo credito pare sia stato dato, ha precisato che la famigerata trattativa avesse coinvolto ANCHE loro, i compagni. Il che peraltro, considerando la valenza di quella forza politica specie in quel periodo, i primi anni 90, dove tutti i partiti della Prima Repubblica, tranne proprio il PCI , vennero asfaltati da tangentopoli, appare assai logico. Poteva mai pensare l'Onorata Famiglia che il proprio ricatto potesse essere preso in considerazione senza il placet della sinistra in quel momento così forte ?
Tralasciando comunque le congetture, verosimili o meno che siano, resta il fatto che ora Brusca fa questa precisazione.
E allora, come giustamente osserva Davide Giacalone nel suo commento, le parole di Brusca o sono credibili  (per lui no ) o non lo sono. In ogni caso, i rinviati a giudizio della procura di Palermo sono troppi o troppo pochi. Terzo non dato.
Buona Lettura


Mafiando e occultando


Ci sono cose che più le nascondi e più si vedono. L’11 gennaio, leggendo i giornali, lampeggiava l’occultamento di quanto era avvenuto a Palermo. Qui  un mafioso, un disonorato, un assassino, uno la cui parola vale quel che vale, ovvero meno del niente che è lui, ha detto: la trattativa fra Stato e mafia c’è stata e la sinistra comunista lo sapeva. Il punto è questo: se avesse detto che la trattativa ci fu e che Mangano, lo stalliere di Arcore, ne era al corrente, ci avrebbero aperto le prime pagine. Invece ha detto che lo sapevano i comunisti. E la notizia è sparita. Dissolta nel nulla. Con tanti mafiologhi a parlare d’altro, comprese lettere anonime che sembrano scritte apposta per distrarre, tanto sono vuote e insignificanti.
Lo so: tante teste vuote non saranno neanche capaci di leggere questo articolo, perché avranno già concluso che l’ennesimo servo di Berlusconi sta difendendo il suo padrone da quel che la storia ha già dimostrato. Imbecilli, meriterebbero tutti la condanna per concorso esterno.
Questa volta la faccio breve, anche se si tratta di storia lunghissima. L’unica scuola che riconosco è quella di Giovanni Falcone: i pentiti non sono credibili, se non portano o si trovano riscontri e prove. 
Vale sempre e per tutti, non a seconda di chi accusano. Quando un noto pm di Palermo, ora leader politico con simbolo familiare, pendeva dalle labbra del giovin Ciancimino noi lo prendevamo in giro e dimostravamo che raccontava balle. Avevamo ragione noi.
Come è noto Falcone non fece carriera, non gli furono affidate responsabilità nazionali nella lotta alla mafia e fu isolato e sconfitto. Da chi? Da Luciano Violante ed Elena Paciotti. Di sinistra, non so se comunisti (oramai son tutti pentiti), ma entrambe magistrati ed entrambe eletti nelle liste del fu partito comunista. Alla procura di Palermo si trovava Piero Giammanco, amico dei democristiani e che la sinistra aveva appoggiato per quella nomina, preferendolo a Falcone. Giammanco si preoccupò di complicare il lavoro anche di Paolo Borsellino, fin quando una bomba lo cancellò.
Sulle bombe del 1993 ho scritto e riscritto. Abbiamo dimostrato, dapprima irrisi e solitari, che la catena che porta alla sospensione del 41 bis, quindi ad un piacere fatto ai mafiosi, parte da monsignor Curioni, capo dei cappellani carcerari e molto influente emissario del Vaticano, passa per Oscar Luigi Scalfaro, presidente della Repubblica, che fa fuori Niccolò Amato, capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, e fa mettere al suo posto Alberto Capriotti, segnalato da Curioni, imponendolo ad un tremulo e inutile professor Conso, tanto bravo e buono quanto illuso d’avere deciso lui di sospendere il carcere duro ai mafiosi. Ebbene, se quella è la contropartita della trattativa, fu pagata dal governo di Carlo Azelio Ciampi, sostenuto dalla sinistra. Mi dispiace per Beppe Pisanu, ma la sua tesi non regge: o fra questi fatti c’è un nesso, e allora la trattativa coinvolse quei vertici politici, oppure non c’è, nel qual caso non c’è neanche la “tacita intesa”. Che la pratica mafiosa potesse essere liquidata con il silenzio assenso è idea troppo ridicola per essere presa in considerazione.
Siccome il pubblico ministero che rappresenta l’accusa, a Palermo, argomentava che per “sinistra”, così come da dichiarazioni rese da Brusca, deve intendersi quella democristiana, incarnata dagli imputati Nicola Mancino e Calogero Mannino, il Brusca medesimo, quello che svelò il “papello”, chiede la parola, per dichiarazioni spontanee, e afferma: 1. non sono stato io a dirlo per primo, ma Totò Riina; 2. non parliamo di sinistra democristiana, ma dei comunisti. Cioè quelli che, in quegli anni, avversavano Falcone e Borsellino, nonché appoggiavano il governo che concesse la fine del carcere duro. Quindi, gli imputati di Palermo o sono troppi o sono troppo pochi.
Cosa ne deduco? Io nulla, perché senza riscontri le parole di Brusca sono escrementi. Ma quando i giornaloni con la coscienza sensibile, quelli che hanno opinionisti davvero seri e preparati, cogitabondi cultori dell’interesse collettivo, si danno tanta cura per ammucciare le cose che accadono, ecco, ne deduco che qualcuno dovrebbe vergognarsi



4 commenti:

  1. Ringrazio sempre il Camerlengo e Davide Giacalone per i loro scritti chiarificatori che squarciano il velo ordito dalla congiura dell'intera stampa italiana per occultare sempre qualunque malefatta (e ce ne sono a iosa)della "Sinistra". "CHI L'HA SCRITTO ?" Sembrerebbe nessuno. Ma, mi chiedo, dov'è e cosa fa quella parte di Stampa, schieratissima, anzi di proprietà o particolarmente devota all'altra parte dello schieramento? Perchè non scrive? UNCLE

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  2. Si ma, a tuo dire, sembra essere l'unico. Perché ? Sei tu che ti domandi "chi l'ha scritto". Ed in effetti è vero. Ma dove sono tutti sagaci giornalisti dell'area di destra o, quanto meno liberale? E questo vale anche per tanti (forse tutti)altri campi: L'arte, l'architettura, il teatro, il cinema, la letteratura ... Ma dove sono i "Giannino" in tutti questi settori? UNCLE

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  3. Non sono sicuro di avere compreso del tutto. Dunque, giornalisti sagaci dell'area liberale è PIENO. Sarei di parte nel dire che li trovo migliori di quelli bravi di sinistra che pure ci sono e che conosco (io LEGGO gli autori di sinistra, non mi sembra che valga il contrario ). Ostellino, Panebianco, ma anche Feltri. Senza dimenticare che il più grande giornalista italiano, per i più, che è Montanelli, era un liberale di destra. Uno dei più grandi storici italiani anche oltre confine è Renzo De Felice, anche lui certo non di sinistra. Passando al campo culturale artistico...beh, francamente lì credo che la distinzione destra sinistra si affievolisca, nel senso che un grande pittore o scultore non è che sia tale in base al suo credo politico. Attenzione poi a non confondere la cultura con la docenza universitaria. Lì sì che c'è un dominio di sinistra, ma non penso francamente che sia dovuto a capacità quanto ad occupazione "militare" dei luoghi.

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