Befera, come avrete potuto leggere in altro Post, si è offeso per la dura critica che Ostellino ha pubblicato l'altro giorno sul Corriere della Sera, e ha replicato con una lettera piuttosto lunga (sicuramente scritta da qualche Ghost writer del direttore dell'Agenzia delle Entrate ) a cui ha sinteticamente ma efficacemente replicato il responsabile del prestigioso quotidiano di via Solferino, Ferruccio de Bortoli.
Credo sia significativo che la risposta sia stata data dallo stesso Direttore e non lasciata ad Ostellino, come invece accade in questi casi. Una difesa opportuna e decisa del proprio editorialista che suona un po' come un monito alla sicumera del potente burocrate : Caro Befera, abbassi i toni che qui non è tra i suoi sgherri.
Chi vuole trova i testi di cui si parla - l'articolo di Ostellino, la lettera indignata di Befera, la breve e secca puntualizzazione di de Bortoli - nei due post : 1) http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/01/il-redditometro-i-rapinatori-hanno-piu.html 2) http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/01/redditometro-befera-si-offende-per-le.html.
I lettori del Camerlengo mi perdoneranno se sto dedicando tanto spazio a questa cosa del redditometro, ma francamente ritengo che la questione Tasse abbia una valenza fondamentale in una democrazia. Quando i sudditi poterono iniziare a contestare le tasse, a "trattare" coi signori e i sovrani perché le stesse fossero meno esose e corrispondessero anche a delle utilità per la gente, iniziarono a diventare cittadini.
Il Corriere oggi non si è limitato alla fredda e secca replica del suo Direttore all'arrogante e piccato Befera, ma ha pubblicato un articolo dove spiegava perché il redditometro suona molto male : la retroattività (che puzza tantissimo di marcio !! ) e la presunzione del reddito, con inversione dell'onere della prova, fino all'assurdo giuridico : la pretesa della prova negativa !! Se ho un certo bene, si presume che spenda per mantenerlo e dato il tipo di bene, quanto questo mi costi. Certo, è presumibile. Ma esiste il risparmio ? Il rinvio di una spesa ? Una manutenzione ridotta all'osso ? E come faccio a provare di NON AVER SPESO ????
Insomma, un conto dire : risultano spesi 1000 euro al mese, ne guadagni 500, come fai ?? Diverso è se NON li ho spesi ma tu Stato sostieni che devo averlo fatto per forza, in NERO.
C'è la questione degli aiuti familiari, che in questi anni soprattutto sono stai essenziali per non far esplodere "sto paese", come lo chiama Bersani.
Io conosco, nel mio stretto entourage, quattro persone che lavorano part time o precariamente che senza i genitori NON potrebbero vivere. Letteralmente. E almeno altrettante che sempre grazie ai familiari si concedono cose che se no si sognerebbero. Ho consigliato a queste persone di ricorrere da oggi ai bonifici. Sarà contenta la Gabanelli. Ma avete mai visto dei genitori che invece di dare che so 200 euro in contanti al figlio per la spesa, l'assicurazione, il meccanico, gli dicono "caro, domani ti faccio il bonifico " ??
Certo, difficile che un uomo che guadagna 300.000 euro l'anno capisca....
Mi fa piacere leggere che le osservazioni dei critici arruolati dal Corriere, Massimo Fracaro e Nicola Saldutti, propongano le stesse critiche fatte dal Camerlengo nel primo post sopra riportato.
Ma il problema a mio avviso resta un altro. E lo ricordano quelli di FARE, opinionisti come Giacalone, lo stesso Ostellino...Il problema non è (solo) trovare uno strumento meno illegale, invasivo, pervicace, per combattere l'evasione fiscale. E' capire che non può esserci una tassazione così feroce !!
Che non è LECITO togliere il 40, 50, 60% del guadagno alle persone, al di là della cifra da questi guadagnata. Perché le persone lavorano per sé, per la propria famiglia, e POI possono manifestare il loro aiuto e solidarietà agli altri. Partiamo da ciò che l'uomo E', e non da quello che vorremmo (??) che fosse.
A quel punto potremmo anche capire che Se le persone VEDONO un effettivo buon utilizzo dei propri soldi, attraverso buoni servizi, senza sprechi, ruberie, aiuti a chi effettivamente ha bisogno, magari sono più disposte a DARE. Aldo Cazzullo riportò tempo fa la tristissima storia di un giovane , con tre figli piccoli e la madre in coma. Molta gente si è commossa, e alcuni hanno fatto di più. Hanno aiutato. Perché poi la gente lo fa. Se è CERTA di aiutare.
Ecco perché era (è ) importante il federalismo fiscale, invocato da un Liberal come Luca Ricolfi, certo non un simpatizzante della Lega o un Liberista fanatico : le tasse che rimangono prevalentemente sul territorio, in modo che aumenti il SENSO delle stesse, e il CONTROLLO.
Chi non capisce questo, o ha una impostazione culturale sideralmente diversa dalla mia, il che è legittimo, o è un parassita. Lui sì, VERO. Non quelli di Befera e MOnti.
Buona Lettura
REDDITOMETRO
Il paradosso del controllo fiscale
che penalizza i contribuenti virtuosi
Sarà interessante vedere che cosa accadrà alla categoria degli evasori totali, quelli che, per definizione, risultano invisibili
Vent'anni fa gli italiani impazzirono per indicare nel modello 740 il possesso di cavalli, deltaplani o elicotteri. Ora, per fortuna, non ci sono dichiarazioni da fare, ma la situazione è, per certi versi, anche peggiore. Per rispondere ai rilievi del Fisco, infatti, potremmo essere costretti a ricordare quanto abbiamo speso nel 2009 dal parrucchiere o in un istituto di bellezza. O in biancheria. O al supermercato, o in officina per il cambio dell'olio. O addirittura di quante pizze con la famiglia abbiamo mangiato il sabato sera. Non ci sembrano, francamente, indici reali di capacità contributiva. Vale più l'acquisto di un set di pentole nuove, o un viaggio per una meritata vacanza? Che cosa sarà fiscalmente rilevante e che cosa non lo sarà? Più si scorrono le voci prese in considerazione per i controlli, più si viene colti da una strana sensazione. L'impressione, forse sbagliata, è quella di un Fisco che vuole fare da deterrente ai comportamenti scorretti. Un passo in avanti? Sì, ma con il rischio che questi metodi finiscano con il mettere in agitazione le persone per bene. Senza centrare il vero bersaglio.
La lotta all'evasione è sacrosanta in un Paese dove sfuggono al Fisco 120 miliardi all'anno. Recuperarne un 15-20% vorrebbe dire coprire circa un quarto degli interessi che lo Stato paga sul debito pubblico. Un recupero che consentirebbe di abbattere la pressione tributaria e di destinare una discreta somma allo sviluppo e alla creazione di posti di lavoro. Le finalità sono sacrosante, ma il redditometro potrebbe trasformarsi in una graticola in cui finiranno, probabilmente, per rosolarsi soprattutto i contribuenti onesti, più che i «furbetti del modello Unico». Con effetti negativi anche sul fronte economico: il messaggio, non velato, che il Fisco ci manda, è il seguente: chi spende tanto vuol dire che evade. L'effetto è indesiderato, certo: ma considerare i consumi una voce «a rischio» potrebbe avere come effetto quello di spingere a ridurli. Una cosa della quale il Paese in questo momento non ha proprio bisogno.
Ci sono molti punti che non quadrano. Il primo è l'inversione dell'onere della prova. D'ora in avanti, infatti, non sta al Fisco dimostrare che un cittadino ha evaso, ma al contribuente provare che il reddito attribuito è errato. Che le spese sono state finanziate da prestiti dei parenti - ma come dimostrarli, specie quando i trasferimenti in contanti erano leciti - oppure dai frutti degli investimenti finanziari (tutti a cercare i vecchi estratti conto). Non convince nemmeno la retroattività, cioè la possibilità di scandagliare le spese fatte nel 2009. Mica il contribuente poteva sapere allora che una vacanza alle Maldive o in montagna potesse attirare quattro anni dopo l'attenzione del grande fratello fiscale. Metodi che, se applicati agli evasori abituali, potrebbero cogliere veloci a consistenti risultati. Se estesi a tutti rischiano di creare un clima di disorientamento. Altro elemento poco convincente è l'utilizzo, per certe voci che non sono monitorabili direttamente, di dati medi Istat anche se il contribuente ha dichiarato di spendere di meno. Una follia. Se è già difficile dimostrare acquisti di tre o quattro anni fa, come si può dimostrare di non aver speso?
E poi ognuno ha le sue abitudini. C'è chi risparmia sul cibo, e non lesina di spendere per cure di bellezza. Non certo per evadere le tasse. Grossi rischi in arrivo per chi risparmia e investe. Fino all'anno scorso quando, ad esempio, veniva acquistato un immobile, il Fisco ipotizzava che la somma spesa fosse stata accumulata per quote costanti negli anni precedenti. Ora, invece, l'intero ammontare finirà a reddito (detratte le spese come il mutuo). Con il risultato che il reddito virtuale risulterà lontano anni luce da quello reale. Ma l'acquisto di un immobile è spesso il frutto di sacrifici ultradecennali: come si fa a non tenerne conto? Insomma nel trita-reddito finiranno sia i contribuenti-formiche sia i contribuenti-cicale. E gli evasori? Quelli resteranno, beatamente, sulla faccia, non tanto nascosta, della Luna.
RAFFAELE MARIN
RispondiEliminaGrande pezzo, sopratutto con il brio che se richiede per questo argomento.
GIACOMO ZUCCO
RispondiEliminaOramai il Camerlengo é più teapartysta del sito ufficiale del Tea Party! La prendo come una sfida!