Del Turco è stato per anni importante esponente della CGIL sia pure in "quota" PSI, e in quanto sindacalista l'ho sempre guardato con pregiudizio, che confesso, temperato nel suo caso da un approccio politico più ragionante e pacato, che apprezzavo. Questa cosa si accentuò ovviamente dal momento in cui uscì dal sindacato e iniziò a fare politica tout court . Nel 2005 viene eletto Presidente della Regione Abruzzo e nel 2008 arrestato con l'accusa di associazione per delinquere, truffa, corruzione e concussione, nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Pescara sulla gestione della sanità di iniziativa privata in Abruzzo.
Uscito dopo circa un mese di prigione per gli arresti domiciliari. Attualmente è libero, e ancora in attesa, dopo 5 anni, della sentenza di primo grado.
Ieri è stato sentito in aula e quella che riporto è la cronaca apparsa sul Corriere on line.
Della marea di soldi che è accusato di aver intascato, finora non è stata trovata traccia.
Un killer seriale, di cui però non si trovano i corpi delle vittime...
In realtà la vicenda la riporto più per i commenti di alcuni lettori che per la cosa in sé, che è soltanto l'ennesima di un certo cattivo modo di procedere giudizialmente nel nostro paese.
Uno in particolare mi ha colpito positivamente, ovviamente perché in linea con quanto dico da tempo : purtroppo in Italia una riforma seria della giustizia, difficilissima comunque, è diventata impossibile a causa del l'affaire Berlusconi. CI si può indignare quanto si vuole ma questo è.
Che dire di Del Turco ? Speriamo che sia colpevole. Gli hanno distrutto carriera, dignità, gli hanno sequestrato beni, e difendersi per anni in un processo, penale poi, costa non poco. E in caso di assoluzione, la Procura, il Ministero di Giustizia, non pagano mai. Altra ingiustizia clamorosa. Si può accettare che un simile calvario tocchi ad un innocente ? Ovviamente no. E allora speriamo che innocente non sia.
A questo siamo ridotti.
Buona Lettura
PER LA PRIMA VOLTA HA PARLATO IN AULA RISPONDENDO ALLE DOMANDE DEL PM DI FLORIO
«Non ho pagato cinque mele 250mila euro»
Ecco l'ultima difesa di Del Turco
Era governatore dell’Abruzzo quel 14 luglio del 2008 quando venne arrestato con l’accusa di aver intascato tangenti
L'ex governatore dell'Abruzzo Ottaviano Del Turco (Ansa)
E’ arrivato in mattinata nell’aula del tribunale di Pescara e ha il volto smagrito. Provato. Sono quasi cinque anni che Ottaviano Del Turco è finito nel tritacarne della giustizia. Era governatore dell’Abruzzo quel 14 luglio del 2008 quando venne arrestato con l’accusa di aver intascato tangenti. Mazzette sonanti. Contanti. Oltre 6 milioni di euro che Vincenzo Angelini, patron della clinica privata Villa Pini e unico accusatore di Del Turco, ha raccontato di avergli portato in mazzette per oltre venti visite nella sua casa di Collelongo.
LE DOMANDE - Oggi è stata la prima volta da quando è cominciata la storia che l’ex-governatore ha parlato in aula. Per quasi due ore ha risposto al fuoco di fila di domande del pm Gianpiero Di Florio. Pochissime quelle sulle ipotetiche tangenti intascate. Una soltanto quella secca e diretta che il pm ha posto proprio alla fine: «Ma davvero lei l’unica cosa materiale che ha mai preso da Angelini è stata la partecipazione di nozze di sua figlia?»: Secca anche la risposta di Del Turco: «Sì. Posso aggiungere che non c’erano nemmeno i confetti».
L'INTERROGATORIO - Il resto dell’interrogatorio sono state lunghe disquisizioni sulle cartolarizzazioni fatte dalla giunta Del Turco, sulle delibere adottate in proposito, sui rapporti con la Deutsche Bank, sui suoi rapporti con l’ex-presidente della finanziaria regionale Giancarlo Masciarelli. Del Turco ha ascoltato e ha risposto, la pacatezza acquistata nella sua vita da sindacalista prima e da senatore poi. «La regione Abruzzo era diventata un bancomat per le cliniche private», ha detto, la faccia stanca. Tirata. Sono quasi cinque anni che cerca di respingere le accuse di Vincenzo Angelini, in seguito portato lui stesso in tribunale con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Fino ad ora non risulta che l’accusa sia riuscita a trovare traccia tangibile delle mazzette che Del Turco avrebbe intascato. All’inizio dell’interrogatorio il pm Di Florio ha provato a rincalzare Del Turco sulle visite ricevute da Angelini.
LE CONFERME - L’ex-governatore ha confermato di aver ricevuto Angelini a casa sua quattro volte ma ha continuato fermamente a negare di aver ricevuto soldi dall’ex patron della clinica di Chieti: «E’ inutile, non c’è nessuna busta. Non ho pagato 5 mele 250 euro», ha chiosato guardando negli occhi i magistrati in aula. Che anche in base a questa considerazione lo avevano portato in galera, sostenendo che Angelini fosse entrato nella casa di del Turco con 250 mila euro e ne fosse uscito con una busta con dentro, appunto, cinque mele. Il processo va avanti. Si aspetta la requisitoria della procura di Pescara. Dovrebbe arrivare a ridosso dell’estate.
30 gennaio 2013 | 21:01
SIamo al completo disastro
31.01|11:00 orso64
Premetto che non sono un elettore di centro-destra. Sono un antiberlusconiano convinto eppure mi dolgo del fatto che certe battaglie contro l'inettitudine, e l'intoccabilità, di certi, molti, troppi, magistrati sia stata lasciata proprio nelle mani di un personaggio che le usa esclusivamente per fini propri. Trovo molto triste che un politico o funzonario pubblico debba anche solo dimettersi perchè sono state raccolti indizi (nel caso di Del Turco, uno solo ovvero la parola di una persona, e che persona !!) E' ancora più angosciante il calvario, lungo anni, a cui una persona, può essere chiunque, deve essere sottoposta in attesa di un giudizio di primo grado. La colpa io la do a tutto lo schieramento politico di questi ultimi trent'anni.
E Berlusconi?
31.01|10:47 Ivaccio
Ma come ancora non c'entra il nostro grande presidente? Niente paura, prima o dopo salterà fuori che c'entra, come i cavoli a merenda, ma c'entra e cos' il Corrierone sarà felice, viva lo scoop !!
Il problema Giustizia
31.01|10:35 parlato franco
Il problema giustizia esiste ormai da anni, ma le prese di posizioni di Berlusconi sulla Giustizia in Italia (alcune valide, altre molto meno valide) hanno garantito alla magistratura la totale immunità e impunità (nonostante il referendum): chi, all'opposizione a Berlusconi, osa o vuole affrontare il merito di certe situazioni? No si limita ad assumere una difesa "d'ufficio" strumentale per la sua lotta a Berlusconi. Speriamo che quando Berlusconi, come personaggio politico, sparirà, finalmente l'argomento Giustizia diventi oggetto di revisione da parte di tutti i soggetti politici. Fino ad allora oltre a Berlusconi, che può e sa difendersi, ne stiamo pagando tutti noi cittadini.
Un avversario gentiluomo
31.01|10:33 Lettore_708551
Con Del Turco eravamo su fronti opposti sia nel partito che nel sindacato. L'ho sempre reputato u n gentiluomo che la pensava diversamente da me e continuo a pensarlo. Alla fine del processo, se si concluderà - come sono convinto - con una piena assoluzione, chi lo ripagherà delle spese sostenute per la sua difesa, degli anni di carriera politica gettati alle ortiche, e - soprattutto - del buon nome infangato da (pre)giudizi come quelli espressi da tal SoftwareDeveloper, in questa stessa rubbrica? Se i magistrati rispondessero dei loro errori alla stregua dei medici o degli ingegneri vi sarebbe, da parte loro, molta più prudenza a lanciare accuse supportate da teoremi e non da fatti, e forse più umiltà nel ritenersi depositari del vero e del giusto. Paolo Colombati paolocolombati@yahoo.it
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