8 SETTEMBRE GIUDIZIARIO, così titola il suo articolo odierno Giacalone, ed è un incipit che faccio e farò mio.
Se c'è una cosa di cui sono fermamente convinto è che nel nostro paese ci sia una deriva giudiziaria che VA FERMATA. Perché non è un problema di Berlusconi sì, Berlusconi no. E' che ormai si tratta di un tumore. Le parti sane dell'organismo potranno anche essere prevalentemente sane, come si dice abitualmente. Il politically correct detta che "solo una ridotta parte della magistratura...". Potrebbe anche essere vero, basta che abbiamo due consapevolezze : 1) che è una minoranza FOLTA 2) che sono fuori controllo anche dai loro capi. Basta vedere le lotte interne tra procure di diversi distretti e anche all'INTERNO dello stesso circondario.
Quindi si tratta di tumore che ormai ha prodotto metastasi e si è diffuso in modo che temo mortale.
E se Grasso sarà il prossimo Ministro della Giustizia, magari finiremo per rimpiangere anche l'ultimo, l'avv. Severino, che pure l'avv. Domenico Battista, non senza ragione, definisce il peggior guardasigilli della storia repubblicana.
Da leggere.
15-02-2013
8 settembre giudiziario
La giustizia italiana è totalmente fuori controllo,
costituendo un pericolo per la convivenza e per gli interessi collettivi. Si
mescolano questioni diverse, neanche paragonabili fra loro, ma che concorrono a
descrivere il disfacimento dello Stato. Intanto la campagna elettorale si
conduce verso la sua ingloriosa conclusione, senza che le forze politiche siano
state in grado di biascicar altro se non la difesa di sé medesime o il
profittare delle difficoltà altrui, in un tremebondo silenzio urlante che ne
descrive la vacuità. Fa anche un certo effetto tornare su questo tema
all’indomani dell’arresto di Angelo Rizzoli, delle cui odierne vicende non so
nulla, ma so che riportare in custodia cautelare un uomo che fu distrutto da
analogo provvedimento e poi assolto, che nel corso della sua carcerazione vide
morire il padre per infarto e a seguito di quelle vicende la sorella per
suicidio, so che assistere a ciò e non provare un brivido d’orrore è segno
d’imbarbarimento collettivo.
Il fatto è che l’Italia ha perso sensibilità. Ha perso
cultura del diritto e dei diritti, ma anche buon senso. Orrendo il silenzio
seguito alla condanna del generale Pollari, perché dimostra quanto chi pretende
di governare non abbia idea di ciò che comporta. Quella condanna è una sorta di
8 settembre, di fuga dello Stato. E’ irrilevante che sia giusta o sbagliata,
semplicemente non sarebbe dovuta esistere: se il governo (tre governi) pone il
segreto di Stato lo Stato rispetta quel segreto. Vale per il militare come per
il magistrato. Vale per tutti. Invece più tribunali hanno potuto fare una
sonora pernacchia allo Stato. E’ l’anticamera della fine. Forse senza neanche
anticamera.
Nel caso di Saipem-Eni ci viene detto che sarebbe stata
pagata una prestazione collaterale, denominata “tangente”, pari a 200 milioni.
Per l’acquisto di 11 miliardi di materia prima energetica. Naturalmente non
tocca ai magistrati rispondere alla seguente domanda: come altro si acquista,
quella roba? In galera soggiorna il capo della più tecnologicamente preziosa
azienda controllata dallo Stato, la Finmeccanica. Io credo (lo scrissi) che
Orsi doveva essere allontanato nel momento stesso in cui ha provato a ricattare
un ministro in carica (Grilli). Il presidente del Consiglio doveva scegliere: o
cacciava il ministro o cacciava il manager. Anche entrambe, nel caso. Nessuno
no, non è ammesso. Dall’inerzia si passa all’arresto, con l’emergere nel
mandato di cattura del caso indiano. Dopo che noi ripetevamo da mesi: guardate
che i due militari trattenuti in India sono ostaggi per un affare Finmeccanica,
qualcosa è andato storto e la materia è governativa. Nulla. Allora, qual è la
morale? Due: a. gli italiani non sono capaci di risolvere i loro problemi,
visto che nessuno se ne assume la responsabilità; b. una qualsiasi concorrente
di nostre aziende strategiche ha un modo facile per annientarle: preparare un
dossierino e farlo arrivare alla procura. Così descritto, è un Paese che si sta
suicidando.
200 milioni Saipem per l’energia di tutti sono
intollerabili, ma 4 miliardi al Monte dei Paschi di Siena vanno bene. I primi
sono un reato, i secondi una scelta prudente. All’Mps le cose sono andate in
modo banale: un gruppo dirigente di malfattori ha portato via soldi, tanti, per
sé e per i propri amici. Quella banca ha 14 consiglieri d’amministrazione su 16
nominati dalla politica. La politica, da quelle parti, si chiama Pd. Ma non
solo, fate attenzione: si chiama Pd più affaristi di altri colori, per
garantire la connivenza. Andrà a finire che dopo le elezioni alcuni dei casi
citati si sgonfieranno e spariranno, mentre questo crescerà. Senza fretta. E’
normale?
A Taranto in governo interviene ripetutamente per tenere
aperta l’Ilva, anche nella consapevolezza che l’unica speranza di bonifica
ambientale coincide con la continuazione della produzione. La procura, dopo
avere fatto il possibile per chiudere l’Ilva, ricorre alla Corte costituzionale
avverso il decreto. Credete che sia una normale procedura penale? Niente
affatto, è il tentativo di porre il giudizio di legittimità non solo al di
sopra di tutto, ma anche a prescindere dal processo, dal tribunale e dalla
sentenza. Giudizio insindacabile, a opera di chi non ne sarà responsabile.
La sommatoria di questi casi, differenti e non assimilabili,
porta a una conclusione: il governo perde sovranità politica, lo Stato perde
sovranità nazionale, l’Italia perde affidabilità internazionale. A fronte di
ciò ci sono due cose assolutamente ridicole: la prima è credere che le
inchieste rilevanti siano quelle sui politici; la seconda è che si ripeta di
avere fiducia nella giustizia. Quel meccanismo è saltato. Il diritto, senza il
quale non esiste lo Stato, s’è gettato dalla finestra.
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