lunedì 4 febbraio 2013

ALL'ISTITUTO BRUNO LEONI, IL FASSINA CHE NON TI ASPETTI



L'Istituto Bruno Leoni, uno dei "pensatoi" italiani eccellenti secondo una graduatoria internazionale (tra i primi 100 in Europa e 150 nel mondo, come recentemente apparso in una classifica sui Think Tank mondiali curata dall'Università della Pennsylvania che redige un rapporto annuale su questi lodevoli laboratori )  aveva organizzato oggi un interessante incontro con i responsabili economici dei tre principali partiti in gara per le elezioni, più quello di FARE per Fermare il Declino, che è il movimento politico che più si è caratterizzato per un programma particolarmente centrato sulle riforme  economiche.
Erano stati dunque invitati Fassina per il PD, Brunetta per il PDL, Simoni per la lista Monti e Saravalle   per FiD. A guidare l'incontro, la brava e piacente giornalista Rai, Monica Maggioni. All'ultimo momento Brunetta non si è presentato, il che forse è stato anche meglio per la serenità del confronto, che si è svolto sostanzialmente così : Carlo Stagnaro, esponente dell'Istituto ospitante, ha sintetizzato l'ultima contributo  letterario del "Bruno Leoni", il Libro "Liberare l'Italia" ( io l'ho acquistato, chi vuole può farlo via internet collegandosi col sito www.brunoleoni.it ) ; sui temi fondamentali, e quindi le ipotesi di intervento riformatore su temi come Debito, Spesa Pubblica, Lavoro, Crescita,  ipotizzate e proposte, si sono espressi i presenti.
iblIn estrema sintesi, il "programma" dell'IBL parte dalla convinzione che il risanamento dei conti sia obiettivo giusto perseguito col metodo sbagliato : la tassazione. A dire il vero sono in molti a sostenerlo, e tra questi il Presidente della BCE, Mario Draghi. E infatti , non è un caso, quelli dell'Istituto spiegano come il loro "programma" si sia largamente ispirato proprio all'"Agenda Draghi", contrapposta all'arcinota dell'altro Mario, Monti, intendendo per tale la lettera inviata al governo italiano dalla Banca Europea, allora presieduta da Trichet, ma controfirmata, evidentemente per condivisione, da Draghi, allora ancore governatore della Banca d'Italia. In quella missiva si "invitava" lo stato italiano a prendere con più decisione e la strada delle riforme e del risanamento dei conti, anticipando al 2013 il pareggio di bilancio programmato invece da Tremonti e Berlusconi per il 2014. Dette riforme dovevano avere come obiettivi principali la riduzione del debito e della spesa pubblica, la riforma di previdenza e sanità, quella  fiscale soprattutto a favore del Lavoro (imprese e lavoratori) , l' apertura alla concorrenza tramite liberalizzazioni e privatizzazioni. La minore spesa da un lato e la maggiore crescita dall'altro, dovevano essere la via virtuosa a quel maggior  rigore richiesto dalla BCE per sostenere i titoli italiani sul mercato. Promettemmo, ma mantenemmo poco...tanto è vero che in autunno l'ombrello estivo venne chiuso, lo spread  schizzò in alto e l'Europa chiese un cambio affidabile, che si realizzò con la scelta di Monti e dei suoi tecnici.
Monti, ormai è storia, non si attenne che in ridottissima parte al piano delle riforme (due, e quella sul lavoro fallimentare ) , così come nulla ha fatto su quello dei tagli, ma si è dato un gran da fare per dimostrare che sui conti non avrebbe comunque scherzato. Non si riusciva a ridurre le spese ? ebbene, si sarebbe pareggiato con le entrate. Non c'è riuscito del tutto, ma lo sforzo è stato notevole e per ora all'Europa (alla Germania) è bastato.
L'IBL riprende invece il discorso delle riforme così come era stato prospettato in origine, e quindi l'azione su una riduzione delle competenze statali, tramite le privatizzazioni, una ristrutturazione completa di settori come la Sanità, l'Istruzione e la Giustizia, con una ottimizzazione dei costi, l'introduzione del merito, una diversa distribuzione della spesa, pur tenuta costante nel suo complessivo ammontare.
Sulla Previdenza, una proposta economicamente rivolta al risparmio,  ma contraddittoria, a mio avviso,  con lo spirito che in genere anima l'Istituto : la riduzione delle pensioni oltre un certo reddito, in ragione della sperequazione tra i cittadini di ieri (che si avvalgono della pensione retributiva, assai più vantaggiosa), rispetto a quelli di domani che dovranno fare i conti con quella contributiva. Non so quali cifre abbiano in mente, ma tutto ciò che è retroattivo ad un giurista NON piace. Le regole, finché non sia impossibile,  vanno rispettate, senza contare che quelle persone hanno condotto una vita pianificando la loro vecchiaia anche in funzione della pensione che sapevano gli sarebbe spettata. I cittadini di oggi sanno che devono fare conti diversi, e forse (ci si augura) saranno in grado di adeguarsi. Non parliamo di tutelare le pensioni dei Piloti Alitalia, ma di gente che magari prende 4.000 euro lordi, quindi meno di 3.000 netti, che sicuramente sono tanti per le prospettive di domani, ma che non sono "d'oro"...E sono LEGITTIMI.
Sul lavoro , l'invocazione di una riforma che renda flessibile il lavoro sia in entrata che in uscita (la Fornero non è riuscita nella seconda cosa, e ha ingessato la prima...) , la riduzione della tassazione sulle imprese ( a fronte anche dell'eliminazione dei sussidi alle stesse ) , del cuneo fiscale, l'abolizione dell'Inail...
Digitalizzazione della Pubblica amministrazione, anche ai fini della sburocratizzazione.
Su questa piattaforma, si sono espressi i tre esperti economici dei partiti presenti, manifestando un ovviamente diverso grado di adesione alla piattaforma prospettata.
Come prevedibile, i punti di contatto tra IBL e FARE per Fermare il Declino sono tali e tanti da poter essere considerati programmi speculari...Qualche differenza c'è, ma in pratica è più sul piano operativo che il Prof. Sarovale si è dilungato, spiegando per esempio come, per le privatizzazioni e la dismissione del patrimonio pubblico (finalizzato alla riduzione del debito ) , sia necessario essere più incisivi nei confronti degli enti territoriali , che di quel patrimonio sono i maggiori titolari e che hanno sempre fatto ostruzione sulla sua migliore utilizzazione, figuriamoci per la vendita. L'uomo di Giannino ha spiegato che, di fronte a questi casi, lo Stato deve essere più determinato e fare leva sulla riduzione dei trasferimenti.
Saravalle ha ricordato come anche la Giustizia , la sua efficienza, abbia una grande incidenza sul piano economico (evidentemente parla principalmente di quella civile, ma anche quella penale, combattendo efficacemente la corruzione, può dare un grande contributo, senza contare il "sogno" di rendere sicure e libere dai ricatti estorsivi  intere regioni del nostro Paese).
La parola è poi passata a Simoni della Lista Civica di Monti, il quale ha fatto un discorso molto più generale, negando che il suo fosse un modo per eludere i temi concreti ( excusatio non petita....proprio quello è sembrato ! ) , ma perché i problemi andavano visti più in una idea di "insieme", tenendo anche conto delle peculiarità del nostro paese nel momento in cui si tracciano scenari troppo "Liberali".
Questa osservazione l'ho trovata tristemente, desolantemente vera.... Simoni ha detto, ospite di liberali, che noi non siamo e non saremo mai un paese anglo sassone e quindi il nostro riformismo, pure necessario e che anzi la lista di Monti afferma dover essere radicale per cambiare l'Italia, non può avere però un'impronta marcatamente di quell'indirizzo, perché non siamo né americani, né inglesi....Si è limitato a fare l'esempio della "stanzialità" tipica dei lavoratori italiani, che infatti si sposa con l'altra caratteristica indigena : l'acquisto della casa in cui si vive. Da noi oltre 7 italiani su 10 (dati Istat 2011),  si sa, è proprietario della casa in cui risiede , e in questo siamo i primi al mondo forse a pari merito coi giapponesi . Corollario, gli italiani hanno una mobilità per trovare lavoro bassissima. Importante, per Simoni, il tema dell'evasione fiscale, sia per un progresso civico degli italiani che per un recupero di risorse. Su questo, l'accordo con la sinistra è già
 trovato.
E arriviamo all'Ospite d'onore, se non altro perché evidentemente "fuori casa" e quindi da trattare con più riguardo, e cioè Stefano Fassina.
Io Fassina l'ho letto varie volte e ultimamente capita   di vederlo spesso in tv. Forse sta migliorando ...All'inizio aveva tutti i difetti di D'Alema, che è stato un suo maestro, notoriamente, senza averne altrettanti pregi.
Diventando "grande", sta forse imparando ad essere meno aggressivamente polemico. Non marca solo le differenze, individua dei punti - pochi - che possono essere comuni, ed esprime comunque la sua diversità non col piglio del "migliore" ma di quello che, come ci si aspetta, non la pensa come te.
E così, nell'evidenziare come la sua distanza dal "programma" ipotizzato dall'Istituto fosse molto marcata rispetto agli altri ospiti ha anche detto cose sulle quali si può riflettere.
Intanto lui è assolutamente favorevole al merito, riconoscendo che debba essere questo lo strumento per il cd. Ascensore sociale. Ma perché il Merito sia vero, ricorda Fassina, bisogna che le condizioni di partenza siano uguali ( ma questo i liberali veri non lo hanno mai contestato, anzi, semmai erano i comunisti a propugnare l'uguaglianza dei punti di arrivo...vedendo QUESTO come elemento egualizzatore, NON le pari opportunità).
Ha fatto anche un'autocritica di partito, ammettendo come la riforma dell'articolo V della Costituzione, che ha trasferito tante competenze alle regioni (in  particolare la Sanità), sia stata una iattura .
La sua idea di sinistra non è pregiudizialmente contraria alla riduzione del debito, delle spese, in sé. Solo che, secondo lui, una volta eliminati gli sprechi, ottimizzata la macchina statale, riducendo o anche eliminando  la partecipazioni dei comuni alle imprese per questo finora definite  municipalizzate , privatizzando con criterio, si faranno sicuramente dei risparmi di spesa ma LONTANI dai livelli immaginati da Stagnaro e Giannino. Sulla Spesa, ricorda  Fassina, sono anni che vengono operati tagli, e non crede che si possa andare molto oltre su questo piano, ricordando come per Sanità e Istruzione l'Italia non è certo il paese che spende di più in Europa  ( ma nemmeno poco...il problema è COME ).  Insomma, in teoria è anche disponibile , ma in concreto non vede come si possa spendere significativamente di meno. Risultato, se sul settore dei tagli non si può operare, è facile capire come pensa di recuperare le risorse per rilanciare lo sviluppo...
La concorrenza, va bene, ma NON a spese dei lavoratori. In pratica, artigiani, commercianti e imprenditori  s'ingegnino senz'altro a farsi concorrenza, per migliorare prodotti e abbassare i prezzi , MA NON agendo sulla leva del costo del lavoro, riducendo le retribuzioni...
Naturalmente batte sul tema dell'Evasione fiscale, anzi muovendo su questo una garbata critica al libro, che non tratta il tema. Anche qui Fassina non prende toni da crociata - probabilmente per rispetto, ricambiato, della platea - però ribadisce che non si può tollerare un'evasione doppia rispetto alla media europea...
Non si può nemmeno sopportare caro Fassina una pressione fiscale che oramai è Prima in Europa , con servizi decisamente non al livello di efficienza di quelli degli altri paesi.
Su una cosa sono d'accordo con l'esponente del PD, e cioè che non siamo di fronte ad una crisi ciclica, ma ad un cambiamento epocale. Troppi fattori nuovi sono entrati in gioco : la globalizzazione e l'invecchiamento della popolazione, per dire i primi due, importanti, che mi vengono in mente, ma anche i problemi legati all'energia e all'ecosistema.
Lui sostiene che le vecchie ricette liberali, forse anche valide in altre epoche (gli deve essere sfuggito, o è solo stato un altro omaggio all'ospite) , sono del tutto inadeguate a questa sfida.
Potrebbe avere ragione, ma non è che quelle che si sentono dalla sua parte brillino per novità ed originalità.
Comunque, il Fassina che non ti aspetto...chissà se l'incontro sarebbe stato così british anche in presenza di quel "teppista" provocatore che indubbiamente è Brunetta.
Meglio così, tutto sommato.




3 commenti:

  1. bel pezzo, complimenti sinceri. !!!!!

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  2. Grazie della dettagliata ed equilibrata informazione.
    Complimenti anche da parte mia (e non perchè hai trattato bene Fassina che mi è, comunque, cordialmente antipatico).UNCLE

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  3. MAURO GARGAGLIONE

    Stefano Turchetti riassume da par suo l'incontro IBL tra economisti dei partiti in lizza. Un reportage ben fatto. Grazie!

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