Ovviamente l'India ha bloccato l'ordine degli elicotteri italiani. E altrettanto naturalmente i francesi si sono fiondati a prendere il nostro posto. L'hanno fatto in pompa magna : Presidente Hollande in testa, qualche ministro e SESSANTA Imprese. Perché nel mondo, a certi livelli , gli affari si fanno così. Da noi arrestiamo gli amministratori delegati dei pochi gruppi industriali che ci rimangono.
Poi ci stupiamo che dopo un anno i due Marò stanno ancora prigionieri in India...Sono colpevoli ? Intanto io questo non lo so, ma poi : 1) non devono essere processati lì, visto che il fatto è ormai pacificamente accaduto in acque internazionali 2) a distanza di un anno non solo sto caxxo di processo non è iniziato, ma questi ancora non hanno deciso se lo devono fare loro o meno !!
In quella vicenda, quello che si poteva sbagliare finora pare lo si sia fatto...
Con Finmeccanica se non altro il disastro siamo stati più veloci nel consumarlo.
Davide Giacalone parla con chiarezza della questione, e io una lettura gliela dedicherei.
Autodistruzione indiana
Guardate quel che succede in
India e avrete idea di come l’Italia si stia autodistruggendo, riuscendo a
perdere contratti già operativi. Il presidente francese, François Hollande,
sbarca capitanando una delegazione di cui fanno parte 5 ministri e 60 imprese.
Va a fare affari e contratta usando anche contropartite politiche, fra le quali
l’appoggio per un seggio permanente indiano, nel Consiglio di sicurezza Onu. I
francesi muovono alla grande la diplomazia degli affari, mentre noi facciamo
galoppare la diplomazia delle manette, il cui successo consiste nell’arrestare
chi dovrebbe fare concorrenza ai francesi. Qui da noi si discetta su quale sia
la parte politica cui fa riferimento Giuseppe Orsi, amministratore delegato di
Finmeccanica e detenuto, con una gran voglia di annetterlo alla Lega e facendo
finta di non conoscere i suoi rapporti con il mondo cattolico e con l’Udc. A
noi basta sapere chi è il destinatario politico della fregatura, nel mentre i
francesi ne confezionano una gigantesca all’Italia.
Il governo sarebbe dovuto
intervenire subito, rimuovendo Orsi. Aveva il potere di farlo. Lo aveva già
fatto, del resto, perché il precedente capo azienda, Pier Francesco
Guarguaglini (lui sì potente e potentemente demolito), era stato rimosso in
ragione di un avviso di garanzia. Poi rivelatosi privo di fondamento. Non solo
in governo, invece, non ha mosso un dito, ma è riuscito a disertare il Salone
Aereo indiano, tenutosi la settimana scorsa, cui non ha partecipato non dico un
ministro, ma neanche un misero sottosegretario. E l’India è, per chi volesse
dimenticarlo, il principale importatore mondiale di prodotti e tecnologie
militari. Ora cancella il contratto per la fornitura di elicotteri, assestando
un colpo duro alla nostra credibilità, a una nostra azienda e alla nostra
bilancia commerciale.
Lo stesso governo, del resto,
che ha accettato di farsi menare per il naso relativamente alla sorte di due
nostri militari, detenuti e sotto processo in India. Un governo che ha fallito,
esponendo il ministro degli esteri a figure miserande, proprio perché non è
stato capace di aggredire la fonte dei problemi fra l’India e l’Italia, ovvero
quel contratto per la fornitura di elicotteri. Si tratta di un errore
gravissimo, che ci fa perdere peso politico e spazio commerciale. Da ora in poi
la sorte dei due marò mi pare più promettente. Come quella degli ostaggi una
volta terminata la rapina. Potranno tornare a casa, perché divenuti inutili.
Da noi si fa finta di credere
che sia la giustizia a dovere appurare come si conducono gli affari, in questi
mercati e in questi settori. In Francia si muove direttamente l’inquilino
dell’Eliseo. E fa bene. Così si deve fare. Gli scambi economici sono parte
stessa della politica estera, e noi abbiamo fallito su tutta la linea, per
giunta nel mentre erano in questione gli interessi di un’azienda controllata
dallo Stato. E invece di spiegare che questo modo di procedere non ci porta al
declino, ma direttamente all’autodistruzione, qui si perde tempo lanciando al
popolo bue le notizie inquisitorie e concentrando la discussione politica sugli
eventuali padrinaggi.
I sistemi Paese che
funzionano aiutano le proprie aziende. I contratti che derivano dagli accordi
raggiunti si firmano alla presenza dei rispettivi governi. Se sono composti da
persone serie. Da noi vale la regola contraria. E parlo per esperienza diretta:
con Italia degli Innovatori abbiamo portato aziende italiane in Cina, nel
quadro di accordi bilaterali e ponendo al fianco dei nostri imprenditori, anche
piccoli o piccolissimi, l’autorevolezza e la forza di un Paese e del suo
governo. Quando siamo giunti alla firma dei contratti un ministro italiano,
presente in quel momento in Cina, non volle presenziare. In compenso firmò due
accordi: uno per lo studio dei raggi cosmici e l’altro per la descrizione, a
cura degli studenti delle scuole medie superiori, dell’altra faccia della luna.
Non è una barzelletta. E’ l’orrida, benché ridicola, realtà.
Un’ultima cosa: il presidente
francese va in India e porta l’orgoglio e la forza del suo sistema produttivo,
cercando ricchezza; il presidente italiano va negli Stati Uniti, per sentirsi
dire che l’Italia sta facendo bene, ma deve dare garanzie che continuerà a
pagare e indebolirsi. La nostra classe dirigente (ammesso che esista) assiste e
tace. Non chiedetevi perché le cose vanno male, giacché questo è quel che
l’Italia riesce a fare contro sé stessa.
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