Sul Camerlengo avevamo dato spazio all'iniziativa del Corriere della Sera di copiare il sistema olandese di "preventivo" controllo della plausibilità economica dei programmi dei vari partiti , sottoponendo gli stessi ad una verifica "tecnica" da parte di uno stimato istituto economico scientifico. In Olanda questa cosa vige da vari anni ed è talmente credibile che i partiti sono arrivati a sottoporre le proprie ipotesi programmatiche al centro studi in questione ancora prima di pubblicarle, di presentarle in campagna elettorale !
Da noi è già tanti che i maggiori protagonisti ci si siano sottoposti, con la solita eccezione di Grillo.
Ora, l'uomo non va in tv, non rilascia interviste, in sostanza si sottrae ad ogni confronto e contraddittorio. Possibile che questo i suoi elettori non lo vedano ? Tutti tifosi ottusi quelli del M5S ? Non lo credo, anzi lo so per certo. Ma allora ?
Ingroia nemmeno ha risposto, ma questo ci occupa meno : le politiche economiche di estrema sinistra si riducono all'esproprio, non altro.
Danilo Taino illustra dunque i risultati emersi e il partito più coerente , nel rapporto tra promesse e fattibilità, numeri alla mano, è FARE di Giannino. A cui però dedica, come tutta la stampa, poche righe. Tanto non governerà, quindi che importa se il suo programma è il migliore....?
Degli altri, come prevedibile, il più ambizioso è quello del PDL, che però si centrerebbe troppo sull'ambizioso progetto di dismissione del patrimonio pubblico : ben 400 miliardi in 5 anni. Veramente è l'ipotesi fatta più volte da Davide Giacalone, che però l'ha illustrata anche tecnicamente , con ciò replicando alle obiezioni del centro studi di Oxford : si tratterebbe di conferire gli asset prescelti a una società costituita per la gestione della vendita (si faceva anche l'ipotesi di darli alla Cassa Depositi e Prestiti ) che ne avrebbe curato modi e tempi, senza svendite suicide. Sulla dismissione di beni del demanio hanno puntato anche gli altri partiti, ma in misura più prudenziale. Il PD non fa proprio cifre, ma in assoluto, e questa cosa è stata già osservata e criticata (leggere, del caso, il post http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/02/il-pd-non-da-i-numeri-perche-sono-seri.html ) . E poi si sa che alla sinistra vendere i beni del Demanio non suona bene, anche quando sono inutilizzati e costosi...
Altro importante puntello dell'agenda berlusconiana sono l'accordo con la Svizzera, con il gettito della tassazione dei depositi lì giacenti, come già fatto con discreto successo da Germania e GB (ma allora anche i tedeschi e gli inglesi evadono ??? ohibò ! ). Però anche qui, gli importi indicati vengono giudicati troppo ottimisti...e poi, li puoi tassare una volta ! Lo stesso discorso varrebbe per i condoni. Se utilizzati per abbattere il debito...potrebbe andare. Ma per pagare i conti della spesa corrente...non funziona, come ogni intervento Una Tantum.
Monti vola basso, anche se in prospettiva promette un discreto aumento del PIL nella parte finale della legislatura (quella che non si vedrà, che sono in pochi a scommettere ad un governo che duri 5 anni ) .
Comunque, l'analisi la trovate più in dettaglio qui di seguito. C'è anche il rinvio al testo originale dell'Istituto, per chi conosce bene l'inglese...
Buona Lettura
L'ANALISI E L'INIZIATIVA DEL CORRIERE
La politica alla prova dei fatti
Quanto costano i programmi dei partiti
L'analisi di Oxford Economics mette a confronto i piani: «Difficile il taglio del debito di 400 miliardi indicato dal Pdl
L'obiettivo dell'iniziativa «Alla prova dei fatti», che il Corriere della Sera ha lanciato per accompagnare la campagna elettorale, non era quello di individuare vincitori e perdenti. Era quello di mettere la competizione tra partiti su un terreno nuovo: non più dichiarazioni generiche, piani tanto fantastici quanto improbabili; ma politiche misurabili, quantificabili in termini di risorse e di effetti sul futuro del Paese, della vita delle famiglie. Non promesse ma impegni, in altri termini. Il risultato che presentiamo, elaborato dal modello econometrico di Oxford Economics sulla base delle risposte che ci hanno fornito i partiti, ha raggiunto il risultato: dimostra che anche in Italia, come già accade in molti altri Paesi occidentali, si può rispondere alla domanda di trasparenza e di accountability che la società moderna esige.
È un risultato che raccontaparecchie cose.
Innanzitutto, non sempre vince il teatro. Era la prima volta che i partiti erano sottoposti a un'esercitazione finalizzata a misurare gli effetti delle loro piattaforme, su basi scientifiche, e hanno partecipato, in qualche caso entusiasticamente. Bene. Secondo, non si può affermare che le piattaforme proposte siano sempre credibili e realizzabili. Quella del Pdl, in particolare, ruota attorno a una proposta chiave - la cancellazione contabile di 400 miliardi di debito pubblico - che è di non probabile realizzazione, sia di fronte all'Unione Europea, che difficilmente la accetterebbe nei termini in cui è stata formulata dal partito fondato da Berlusconi, sia di fronte ai mercati, che non è detto farebbero diminuire i tassi d'interesse sul debito italiano in base a un accorgimento tecnico.
Innanzitutto, non sempre vince il teatro. Era la prima volta che i partiti erano sottoposti a un'esercitazione finalizzata a misurare gli effetti delle loro piattaforme, su basi scientifiche, e hanno partecipato, in qualche caso entusiasticamente. Bene. Secondo, non si può affermare che le piattaforme proposte siano sempre credibili e realizzabili. Quella del Pdl, in particolare, ruota attorno a una proposta chiave - la cancellazione contabile di 400 miliardi di debito pubblico - che è di non probabile realizzazione, sia di fronte all'Unione Europea, che difficilmente la accetterebbe nei termini in cui è stata formulata dal partito fondato da Berlusconi, sia di fronte ai mercati, che non è detto farebbero diminuire i tassi d'interesse sul debito italiano in base a un accorgimento tecnico.
Anche la credibilità della proposta del Pd, però, è diminuita dal rifiuto del partito guidato da Pier Luigi Bersani di mettere numeri (entrate e uscite di bilancio) nel suo programma. E anche le piattaforme delle liste Con Monti per l'Italia e Fare per fermare il declino si fondano su massicce privatizzazioni che non possono essere date per scontate. «I compratori potrebbero non essere trovati o potrebbero non volere offrire i prezzi immaginati dai programmi dei partiti», commenta Oxford Economics. Preoccupante. Terzo, la qualità delle piattaforme, misurata soprattutto guardando i risultati economici che otterranno nel corso della legislatura, non è esaltante. Crescita economica, occupazione, reddito delle famiglie miglioreranno nel corso dei cinque prossimi anni ma in misura inferiore alle aspettative degli italiani e alla drammaticità della crisi che il Paese affronta da anni. E questo vale per tutti i programmi. Certo, è il pessimo stato stesso dell'economia del Paese a rendere difficile un colpo di reni. Come sottolinea la relazione di accompagnamento ai dati scritta da Oxford Economics, «il sentiero per migliorare la crescita (e la produzione potenziale), all'interno delle restrizioni imposte dalla necessità di portare sotto controllo l'alto rapporto tra debito e Pil, è piuttosto stretto». In più, le enormi debolezze strutturali del Paese sono una palla al piede che impedisce anche solo di sognare di correre. E la determinazione dei partiti a rimuoverla è ancora tutta da dimostrare. Non possiamo insomma farci illusioni: anche se le cose dovessero andar per il meglio, i prossimi cinque anni saranno modesti per l'economia italiana. Deludente. Quarto, va notato che nessuno dei partiti interessati alla Prova dei Fatti intende tornare alla lira e nemmeno denunciare il Fiscal Compact europeo che impone al Paese un percorso duro di controllo del deficit e di rientro dal debito. I programmi, però, come si può vedere dai numeri della tabella non sempre sono sufficientemente ambiziosi, per quel che riguarda i conti dello Stato. In particolare sul deficit, i partiti dovranno fare qualcosa di più. Ora non resta, nei prossimi mesi e anni, che controllare che chi va al governo rispetti i patti. Se un governo stabile ci sarà.
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