Per un anno erano stati quasi calmi....certo c'era stato il processo MILLS, conclusosi con la prescrizione ampiamente scontata (altri processi si sa che faranno questa fine, ma l'intento evidentemente è un altro, e quindi chissene frega) , ma non molto altro. Era stato un bell'anno, ancorc hé solo da questo punto di vista : Berlusconi non più presidente del Consiglio e improvvisamente i magistrati chiamati a dare risposte sull'inefficienza drammatica della giustizia che dipende ANCHE - certo non solo - da loro difetti e lacune.
Senza più il "nemico numero uno", i magistrati, male abituati, si sono visti criticare apertamente da giornali amici (Repubblica) o certamente non ostili (Corriere) , e trascinati davanti alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione, alcuni di loro si sono presi sonori schiaffoni da quest'ultima, e scarsa o nulla solidarietà dalla categoria. Cosa sta succedendo ?? si sarà detto qualcuno di loro...e la risposta è arrivata : ragazzi qui senza Berlusconi tira una brutta aria, bisogna che l'uomo nero torni in campo così noi a nostra volta torniamo quelli buoni e "utili". E così pare sia stato. Certo, purtroppo anche le primarie del PD perse da Renzi hanno dato una mano. Con il sindaco di Firenze leader designato, Berlusconi non si sarebbe mai umiliato di fronte ad una sconfitta certa. Contro Bersani invece, lo svantaggio poteva essere ridotto e soprattutto contro un ex comunista in alcune regioni si poteva vincere e impedire la maggioranza al Senato. Scommessa vinta.
Ma a quel punto il fuoco giudiziario si è fatto ad alzo zero, fino all'indecente - per me solo così si può definire - visita fiscale richiesta e ottenuta ad un imputato ricoverato in Ospedale .
Questa guerra giudiziaria è però molto pericolosa, specie in un periodo di tensioni sociali forti e di caos politico.
Riporto due articoli di Davide Giacalone pubblicati in questi ultimi due giorni che trattano con perizia e acutezza la delicata questione.
Buona Lettura
Chiudere la guerra
C’è un clima pericoloso, reso drammatico dall’assenza di
consapevolezza. Per questo mi rivolgo a Piero Grasso, dopo avere letto una sua
intervista nella quale afferma che la legge Severino sulla concussione “produce
solo guai”. Quella è una legge disonesta, di cui qui mettemmo puntualmente e
anticipatamente in luce i difetti. Ma Grasso è oggi un senatore eletto dal
Partito democratico. A me non piace affatto che i magistrati passino
direttamente dalla toga al seggio e, per nulla tacere, trovai assai disdicevole
il passaggio dalla procura nazionale antimafia alla politica. Così si distrugge
quel che resta del senso dello Stato. Ma, appunto, oggi Grasso è senatore e non
può sottrarsi alla responsabilità politica: quella legge fu voluta dal partito
che lo ha eletto ed è servita a far prescrivere le accuse nei confronti del più
stretto collaboratore (Filippo Penati) di quel segretario di partito che a
Grasso ha offerto il seggio, Pier Luigi Bersani. Ora tocca a Grasso compiere
atti politici.
Quando scrivevo del perché quella legge sarebbe stata
nefanda lo facevo in una situazione in cui si era additati, dagli stessi che
hanno eletto Grasso, quali complici di corrotti e malfattori. Ci rispondevano
che era ora ci fosse una legge contro la corruzione, come se la corruzione non
fosse reato di già. La buttarono in caciara, provocando una danno al diritto.
La legge, al contrario di quel che afferma Grasso, non funziona neanche sul
lato del “traffico d’influenze” (perché un Paese che non regolamenta l’attività
lobbistica in quel modo criminalizza tutto), né su quello della corruzione fra
privati (che non è reclamato da nessuna Europa, che è rifiutato dai tedeschi e
che diventa suicidio collettivo se abbinato all’obbligatorietà dell’azione
penale). Quindi, alla fine, il succo di quella legge consiste nel far diminuire
la pena massima per la concussione e, quindi, prescrivere i processi in corso.
Il che non ha più rimedio, perché anche se la si ricambiasse, come Grasso
suggerisce, non di meno quegli imputati sono salvi. Il che conta poco, mentre
conta assai di più che in nessun processo si chiarirà la dinamica delle
tangenti, nonché l’identità di complici e beneficiari.
Questo avviene nel mentre in un processo milanese si vuol
sapere se baciando una persona s’è spatolato o meno con la lingua. Mentre un
ricovero ospedaliero non è ritenuto dall’accusa causa sufficiente per mancare
all’udienza. Con una condanna per violazione del segreto istruttorio non
inflitta ai magistrati infedeli e ciarlieri, passanti quotidianamente veline
alla stampa, ma a due cittadini che quel materiale ricevettero. In un’Italia in
cui una procura osa aprire un procedimento per voto di scambio avendo una parte
politica (sempre la stessa) promesso il rimborso dell’Imu. Che è la stessa
Italia in cui si può essere indagati per avere pressantemente indotto un
senatore a cambiare fronte, laddove è nobile averlo fatto con il presidente
della Camera (la cui alleanza con una lista che aveva solo da perderci,
tenendoselo vicino, è sintomo di un debito da pagare). EccoLe, senatore Grasso,
il problema: in questo modo si soffia sul fuoco della guerra civile.
Su questo giornale, certo non ostile al centro destra, ho
scritto duramente contro l’idea di convocare una manifestazione contro la
malagiustizia. Non che non la veda, ma credo sia un errore. Il Pdl ne ha
modificato l’oggetto, allargandolo ad altri temi. Resto della mia opinione, e
qui posso scriverla: non si convoca la piazza nel mentre sono aperte le
consultazioni al Quirinale. Però, senatore Grasso, neanche Lei può credere che
si possa fare il senatore eletto dal Pd e rilasciare interviste in cui ci si dà
ragione fuori tempo massimo e dopo che quel partito ne ha approfittato. Lei ha
il dovere di porsi il problema generale di una giustizia degradata ad arma incivile.
Con tratti golpistici. Lei non può diventare un pupo che consente alla sinistra
di far tutte le parti in commedia. Lo dico per Lei. Lo dico per la sinistra,
che si sta disintegrando sotto gli occhi di tutti. Sgomenti pure i miei, che
certo non ho mai amato quel gruppo dirigente figlio e padre del Partito
comunista. Lo dico perché nel mentre i capponi si beccano, nella perfetta
immagine manzoniana, la democrazia è condotta allo spiedo. Lei ha non il
diritto, ma il dovere di aggiungere una postilla all’intervista: fermiamo
subito questo modo di procedere.
Sappiamo bene che si può farlo solo chiudendo la guerra dei
venti anni. Tocca al Pd e al Pdl farlo. Assieme. I due gruppi dirigenti ne
moriranno, ma lasciando qualcosa su cui costruire. Altrimenti moriranno lo
stesso, ma lasciando solo una palta immonda, nella quale i moralisti senza
etica affogheranno continuando a berciare contro l’avversario.
Elettroshock giudiziario
Il cortocircuito fra giustizia e politica fulmina nuovamente
l’Italia, in un momento delicatissimo. Gli irresponsabili lavorano ad aumentare
il voltaggio delle scariche. Quanti conservano senso di responsabilità si
adoperino per tagliare i fili. I fatti delle ultime ore sono inquietanti,
capaci di sottoporre il Paese ad un elettroshock letale.
La notizia che qualcuno sia condannato per violazione del
segreto istruttorio sarebbe da festeggiare. Era ora, dopo anni di verbali che
finiscono prima ai giornali e poi in cancelleria, dopo centinaia
d’intercettazioni sbobinate a favore di telecamera. Ma il condannato non è un
magistrato o un inquirente infedele, bensì il presidente del Consiglio che fu
raggiunto da avviso di garanzia spiccato mediante il Corriere della Sera,
quello sommerso da procedimenti rivelatisi farlocchi. Stiamo tutti attenti,
perché il gioco è pericoloso. Non dico nulla su questa condanna di primo grado,
perché da garantista so due cose: a. la presunzione d’innocenza è intaccata
solo dalla condanna definitiva; b. dalle accuse penali ci si difende in
giudizio. Ma l’amore per il diritto non m’impedisce certo di valutarne il suo
uso distorto: l’indagine per voto di scambio, innescata dalla promessa di
rimborsare l’Imu sulla prima casa, non è un atto giudiziario, è un atto
politico dal sapore insurrezionale e golpistico.
Nelle stesse ore arriva il rinvio a giudizio di vari
imputati, relativamente alla presunta trattativa fra lo Stato e la mafia. Ce ne
siamo lungamente e dettagliatamente occupati. Fra i rinviati non c’è neanche
uno dei nomi che considero politicamente responsabili (non mi occupo di
responsabilità penale) di quella stagione. Stiamo tutti attenti, perché la
continua, reiterata e violenta corruzione della storia nazionale genera mostri.
Che da tempo si vedono e che da ultimo giganteggiano.
Intanto un non indagato si suicida, a Siena. Storia triste,
naturalmente. Ma non può non colpire la riservatezza e la calma con cui procede
quell’inchiesta, per presunti reati che, riguardando il Monte dei Paschi di
Siena, non può non coinvolgere la Fondazione che ne nominava la quasi totalità
degli amministratori (14 su 16), a sua volta dominata dal Partito democratico.
Non può non colpire come in altri suicidi si sia cercata la responsabilità del
morto, mentre qui si cerca quella delle circostanze che lo avrebbero spinto al
gesto estremo. E, sempre in tema di suicidi, colpisce il fatto che l’assassino
suicida di Perugia sia stato descritto come pazzo, cancellando le sue parole:
sono stato rovinato dalla politica, qui monopolizzata dal Pd.
E mi domando dove siano i cantori del latinorum troglodita,
i maniaci delle leggi ad personam, allorquando il decreto legge sedicente
anti-corruzione, che noi avevamo motivatamente avversato, consegna i suoi
previsti effetti e proscioglie per prescrizione un parlamentare del Pd. Cosa si
sarebbe detto e scritto, se diverso fosse stato il colore dei votanti e dei
beneficiati?
Quando il Pdl ha annunciato una manifestazione di piazza,
per protesta contro la giustizia politicizzata, ho scritto che si tratta di un
grave errore, destinato a complicare le cose. Piuttosto si pentano delle tante
occasioni perse, per restituire giustizia all’Italia. Il Pdl ha corretto il
tiro. Resto dell’opinione che non si convocano manifestazioni nel mentre devono
aprirsi le consultazioni al Quirinale. Ma è con altrettanta forza che va
condannata una sinistra giuridicamente incivile, che torna a brandire l’arma
giudiziaria per un tribale regolamento dei conti. Non è solo abominevole, è
anche autolesionista, perché l’inchiesta Mps deve ancora secernere i suoi
veleni.
Calma, allora, e le persone ragionevoli si facciano sentire.
Ricordando che una parola a difesa dell’avversario ne vale dieci a difesa di
sé. A tal proposito, non va taciuta una bruttura della direzione Pd,
ritrovatasi compatta nello spingere il Paese verso lo sfracello del: o con
Grillo o alle urne. Tesi ribadita da un traumatizzato e traumatizzante Bersani.
Dovendo giustificare la tesi, logicamente ardita, di chi apre al Pdl, ma a
patto che Berlusconi si autoelimini, Massimo D’Alema ha citato il caso del
senatore De Gregorio. Come si può dialogare con chi usa tutti i mezzi pur di
far cambiare fronte a un parlamentare? D’Alema è uomo intelligente, converrà
che siamo alle accuse da questurini. Ma non è questo il punto. Certo che quel
senatore è stato indotto al trasloco, ma, secondo D’Alema, che conosce la vita
politica, perché Monti s’è inflitto lo sfregio di un’alleanza con Fini?
Affinità elettive, o debito da onorare?
Giù l’arma giudiziaria. O finisce male.
Non entro in merito alla opinione che i Magistrati entrano nella "Sfera Politica"
RispondiEliminaSI GUARDA LA PAGLIA E NON SI VEDE IL TRAVE NELL'OCCUIO.!
Al parlamento ci sono "controparti Avvocati" I detentori che seguitano ad esercitare il Diritto. La professione" Legati con fil di ferro con il proprio territorio - in particolar modo "La gestione del SUD" ... dove la linea di confine E'fluttante fra Potere e dovere " Il Confine "Ballerino" Dove finisce lo Stato inizia la Camorra".!
Fare il Magistrato E' una vita da 41bis.|||
Per chi fà il proprio dovere.!!!
"Gli Ordini Avvocati.??? Dovrebbero essere soppressi- Inutili per il cittadino costretto a bussare alle loro porte.! ...
Oggi: caduta dei termini Penali - o per eseluzione articoli di legge o costituzionali si scarica al civile . Al Civile è "Cosa Nostra" (Loro)
Finchè non sarà abolito il circondario con l'obbligo all'avv esterno il domicilio-.
Non ci sarà Giustizia.!!!