Mi sono sempre occupato della vicenda dei Marò italiani, accusati di aver ucciso due pescatori indiani a bordo di un peschereccio che si era avvicinato troppo, nonostante l'intimazione a non farlo, alla petroliera italiana Lexie a bordo della quale i due militari svolgevano servizio di antipirateria, in tratti di mare, come l'oceano indiano, dove il pericolo è grave e quotidiano.
Nessuno può sapere come siano andate le cose al momento, anche se al solito, in rete soprattutto, girano molte e granitiche certezze.
In realtà, allo stato, l'unico fatto incontrovertibile è che i due pescatori sono morti. Fine. Anche chi li ha uccisi al momento non si sa.
Infatti, dall'inizio e sempre, i due italiani hanno negato che l'imbarcazione che non aveva obbedito all'intimazione di cambiare rotta perché in collisione con quella della nave italiana, fosse il peschereccio a bordo del quale erano i due pescatori uccisi. La tesi evidentemente è che i responsabili dell'incidente mortale siano altri, rimasti ignoti, mentre è stata scaricata la colpa sugli italiani, approfittando del fatto che anche la Lexie era stata coinvolta in uno scontro a fuoco.(parola imprecisa, a sparare furono solo gli italiani)
Ovviamente è solo una tesi. Che peraltro è coerente con le dichiarazioni dei Marò certi di aver sparato osservando le regole d'ingaggio e quindi solo a scopo intimidatorio e dissuasivo.
L'operato indiano nella vicenda è oscuro da subito e lo è sempre rimasto :
1) attirano la nave italiana nel porto di Kerala con un inganno...certo non con un ordine e rappresentando che vi era la convinzione che sulla Lexie ci fossero gli uccisori dei due pescatori indiani. Nulla di questo si sa a bordo della nave, che scioccamente aderisce all'invito di entrare nelle acque indiane e attraccare a Kerala
2) A quel punto vengono calate le carte. La nave è bloccata nel porto (potrà ripartire solo dopo 80 giorni ) e i due marò scendono a terra consegnandosi alle autorità indiane nonostante tutte le proteste dell'ambasciata e del governo italiano che rivendicano il diritto di verificare in Italia una vicenda occorsa in acque internazionali, coinvolgente una nave italiana. quindi territorio nazionale, e l'azione svolta su di essa da due militari in servizio antipirateria riconosciuto dall'ONU.
3) Nonostante le proteste iniziano le indagini, e tra queste le perizie balistiche che vengono condotte in modo ambiguo. Due esperti italiani in teoria possono assistere, ma non interloquire, non verificare a loro volta. Solo guardare... L'esito sarebbe che i colpi che hanno ucciso i due pescatori sarebbero in effetti partiti dai fucili dei due Marò, ma questa gravissima risultanza non diventa mai ufficiale e soprattutto MAI le carte della perizia, comprensive della descrizione delle modalità seguite e del perché delle conclusioni, vengono consegnate alle autorità italiane nonostante due rogatorie internazionali in questo senso.
4) Le autorità indiane hanno impiegato un ANNO per decidere la questione giurisdizionale , nel frattempo però trattenendo i due Marò in India (per un periodo anche in prigione ) . Adesso la loro Suprema Corte, che pure ha dichiarato che NON è lo Stato del Kerala competente a celebrare il processo (strano...visto che i pescatori uccisi sono di quella regione) , afferma altresì che lo stesso debba tenersi in India...Però non hanno una corte adeguata, si deve costituire un tribunale ad hoc....Da noi, e parlo di Occidente, non solo Italia, una cosa del genere è semplicemente inimmaginabile
Di fronte a tutti questi atti di chiara prepotenza e illegittimità come ha reagito l'Italia ? Per valutare ragioniamo "a contrario". Vediamo cosa ha fatto l'INDIA quando ha ritenuto - e nel caso di specie con ragione, ma le cose a mio avviso vanno viste nell'insieme , se si parla di politica internazionale e non solo di diritto, che allora il discorso è diverso, e una ingiustizia non ne giustifica mai un'altra - di aver subito un torto dall'Italia ? E' ricorsa alla FORZA, con un atteggiamento assolutamente intimidatorio, arrivando addirittura a sospendere le prerogative universalmente riconosciute al personale diplomatico bloccando l'ambasciatore italiano in India, impedito di lasciare il loro paese...
Conseguenze immediata ? I Marò, che non dovevano tornare, sono già lì....
Una cosa così io non me la ricordo...e oggi capisco perché tanti italiani sono orgogliosi di Sigonella (episodio che peraltro a me ha sempre suscitato molte perplessità...però rispetto a questo...viva la faccia ! ) .
Potrei continuare a scrivere a lungo sugli errori imputati alla nostra diplomazia e al governo. Per non parlare della nausea della condotta dell'Unione Europea, che si chiama fuori dalla questione, che "non le compete". Ve l'immaginate Washington che in una querelle tra California e che so, Santo Domingo, si chiama fuori ???
Francamente sono molto stufo di questa Europa, ma ci ricattano dicendo : senza stareste peggio...
Preferiscodunque lasciare la parola a Davide Giacalone, anche lui fin dal principio attento a questa amarissima vicenda, che ben sintetizza l'accaduto e il da farsi.
Buona Lettura
Marò, fuori i ministri
Quella dei due marò è una storia vergognosa. Il governo
Monti è già dimissionario, ma i ministri degli esteri e della difesa dovrebbero
andare via subito. Oggi. Difficile averne di altrettanto inetti. Il disonore in
cui hanno trascinato l’Italia non ha precedenti, sicché il presidente del
Consiglio assuma l’interim dei due ministeri e quei ministri spariscano dai
rispettivi dicasteri. Oggi. Subito. Non è detto che siano gli unici
responsabili, anzi, lo escludo. Ma se rimane loro un briciolo di dignità, si
assumano la responsabilità e se ne vadano.
Su queste pagine scrivemmo che peggio di così questa
faccenda non era possibile gestirla. Ora constatiamo quanto sia fondato il
detto: al peggio non c’è mai fine. L’Italia riesce a essere, in un solo colpo:
colpevole, inaffidabile, corruttrice, ricattabile e calabrache. La nave con a
bordo i marò non doveva attraccare; la diplomazia europea (o quel che ne
esiste) doveva essere chiamata in causa subito; il diritto internazionale
doveva essere invocato all’inizio; il ministro degli esteri non doveva andare
in India per farsi schiaffeggiare; i due militari non dovevano essere ricevuti
come eroi; poi non dovevano essere ufficialmente coperti nel loro restare in
Italia; l’ambasciatore non doveva essere garante; successivamente non si sarebbe
neanche dovuta porre la questione della sua libertà di movimento. Un
impressionante cumulo di errori. Provocato dall’incapacità di affrontare, fin
dall’inizio, il cuore del problema: gli affari di Finmeccanica. Di questo è
responsabile il governo tutto e Mario Monti personalmente (supposto
restauratore della nostra immagine internazionale!). Lo diciamo con la
credibilità di chi ha scritto queste cose per tempo e prima. I due ministri
sono l’apoteosi dell’incapacità. Se ne vadano, almeno dimostrando d’essere in
grado di capire. Cosa di cui dubito.
E adesso? Non si scarichi sui due militari il peso degli
errori. Ora ci vuole un governo diverso, un dialogo con gli indiani, la
capacità di far pesare i loro torti, enormi, e quella di ricucire i rapporti,
riportando a casa i due. Non perché eroi, non perché innocenti, ma perché
l’onore dell’Italia non può essere calpestato platealmente. Anche per questo, i
due ministri devono essere messi immediatamente alla porta. Oggi.
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