lunedì 8 aprile 2013

I MAESTRI CHE VOGLIONO RADDRIZZARE GLI SCOLARI. PERDENDO DI VISTA IL MONDO.


Sono temi noti quelli della supponenza della sinistra, e dell'apprezzato tentativo di Renzi di rompere questo complesso di superiorità che consenta al PD di andare oltre quel terzo di elettori italiani che, storicamente, rappresentano una dote consistente ma non superata né superabile.
Ma non è che si batte sullo stesso tasto per il piacere di riproporre la propria convinzione, supportata di volta in volta da commentatoti autorevoli, bensì nella speranza che lo spirito fondativo del PD venga recuperato. Hanno ragione quelli di sinistra a dire che la destra dovrebbe superare Berlusconi. Però anche noi ce l'abbiamo nel dire che loro dovrebbero veramente chiuderla con la sinistra radicale, statalista ed "etica"...
Vediamo chi si evolve prima.
Intanto Pierluigi Battista ci propone, sul Corsera,  un commento acuto dei suoi sulle recenti esternazioni di Renzi, e il vulnus che il sindaco rappresenta per certa ortodossia sinistrense...
Buona Lettura

“I tabù della sinistra polverizzati da Renzi” 



In un paio di frasi pronunciate nell'intervista ad Aldo Cazzullo per il Corriere, Matteo Renzi ha finalmente sbriciolato due tabù che da decenni paralizzano la sinistra e rischiano di confinarla per sempre nella rabbia frustrata di una vocazione «minoritaria». Rispondendo ai soliti saccenti che si sono scandalizzati per la sua partecipazione (cielo, che volgarità, che cattivo gusto) a una trasmissione di Maria De Filippi, Renzi ha detto che il compito di una politica giusta ed efficace non è quello di «cambiare gli italiani, ma di cambiare l'Italia». Inoltre, incalzando un umore di sinistra che invoca aiuti esterni (e giudiziari) per surrogare il proprio abissale deficit di capacità politica, il sindaco di Firenze ha detto una cosa che in un Paese meno intossicato suonerebbe assolutamente normale e ovvia: «Vogliamo mandare Berlusconi in pensione, non in galera».
Speriamo che Renzi riesca a guarire la sinistra dal morbo della supponenza, dalla sua pretesa (peraltro largamente smentita dai fatti) di incarnare una superiorità morale che giustifica il disprezzo antropologico per chi osa votare cose diverse dal club di presuntuosi che ama viversi e rappresentarsi, abusivamente, come un'aristocrazia dello spirito. Un tempo la credenza su una propria superiorità si incardinava sulla pretesa marxista di possedere la chiave per comprendere e realizzare le leggi della Storia. Oggi, svanito il marxismo, la pretesa di superiorità si è trasferita dalla storia all'etica, dall'economia all'etichetta. Un tempo c'era Concetto Marchesi, un latinista di immenso prestigio, a tessere l'elogio storicista e giustificazionista della malefatte staliniane. Oggi quel tempo non c'è più e al posto di Marchesi, un mediocre cantante addita al pubblico disprezzo del benpensantismo di sinistra le «troie» che in Parlamento occupano i seggi del nemico politico. Speriamo che questa grottesca rappresentazione, che ha reso la sinistra detestata e permanentemente invisa a due terzi degli italiani, abbia fine al più presto. Cambiare l'Italia, non gli italiani: sarebbe una rivoluzione per l'unica sinistra al mondo che disprezza il popolo e vuole raddrizzare, come direbbe Isaiah Berlin ricalcando una nota massima di Kant, il «legno storto dell'umanità», anziché proporre un programma minimo e credibile per cambiare e raddrizzare le storture dell'Italia.
Sarà dura, e infatti la solita orchestra dei funzionari del sospetto, maestri dello stile e guardiani della fede, amano descrivere Renzi come un sottoprodotto del berlusconismo, se non addirittura come una quinta colonna del nemico: e solo perché il suo linguaggio, le sue idee, e adesso persino il suo abbigliamento non si adeguano al gergo legnoso del club dei supponenti, ed eternamente perdenti, che a furia di voler raddrizzare la schiena degli italiani recalcitranti, hanno smarrito qualsiasi sensibilità nei confronti del mondo reale, descritto in modo distorto e caricaturale.

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