Sic transit gloria mundi ricordavano i padri romani per ammonire l'orgoglio degli uomini : la gloria è merce passeggera . Bersani, che è un amante del latino, sicuramente ci starà pensando in questi giorni. Riflettiamo con lui :
1) a Dicembre vince col 60% le primarie del PD, battendo nettamente un pur valido avversario, Renzi, che prende il 40% . La vittoria nei confronti del rottamatore lo rafforza grandemente nel partito, affrancandolo dalla gestione collegiale.
2) I sondaggi per le elezioni di febbraio danno tutti la coalizione di sinistra vincente con almeno il 35% dei voti.Col Porcellum e l'incostituzionale premio di maggioranza, alla Camera sarà trionfo. Al Senato incertezze ce ne sono, ma già c'è l'accordo con Monti per i seggi che dovessero mancare.
3) Nel PD girano fogli con la suddivisione degli incarichi, e ci sono posti per tutti, pure per i vecchi che non si ricandideranno in Parlamento ma troveranno poltrone governative. Bersani già gira per le cancellerie d'Europa sentendosi il prossimo Presidente del Consiglio.
4) Arrivano le elezioni e il dramma della vittoria scippata si ripete incredibilmente per la terza volta ! Come nel 1994, con Occhetto, e anche nel 2006, con Prodi.
5) Da quel momento per Bersani è psico dramma. Negli ultimi giorni erano girati sondaggi segreti che avevano lanciato l'allarme : sinistra in flessione, centro destra in recupero, Grillo esplosivo e Monti giù. Però si sperava in errori e comunque i numeri alla fine sono stati peggiori.
6) Nonostante la non vittoria, Bersani, non si comprende se per disperazione o convinzione, cerca di sfruttare quello 0,3% in più per rivendicare il diritto di presentarsi in Parlamento e chiedere la fiducia. Inizia un corteggiamento serrato ai grillini, con esiti a volte umilianti.
7) Anche Napolitano gli gira le spalle. Gli affida un incarico esplorativo, non un mandato pieno, Insomma, senza probabilità di avere i voti, Bersani in Parlamento non andrà come Premier in pectore.
8) Resta la speranza, l'ultima, di un Presidente della Repubblica nuovo che faccia quello che Napolitano non è stato disposto a fare, ma anche qui le cose vanno male. Anzi, è proprio con il doppio affondamento dei due candidati democratici al Colle, prima MArini e poi Prodi, che finalmente Bersani capisce che per lui è finita. Il partito è incontrollabile, e non sarà certo lui, quello che ha sbagliato il gol a porta vuota, a poter rimediare. Ci vuole un nuovo congresso, con lui dimissionario.
E così in appena 4 mesi, Bersani precipita dalle stelle alle stalle.
Dopo le elezioni, il fido amico Crozza, che tanta parte ha avuto nel rendere accattivante e popolare il Bersani con il vento dietro le vele , adesso lo schernisce facendogli osservare che anche ora "qualcosa dietro ce l'ha, ma non è più il vento..."
In tutto questo, mancava solo lo sputtanamento del giornale amico, l'Espresso, che gli contesta l'auto blu e la scorta, pubblici, di cui l'ex leader ancora fruisce.
A me Bersani era simpatico, un tempo. Poi meno. Nei mesi della delirante ostinazione post voto, per nulla.
Ma adesso mi fa umanamente un po' pena. E non in senso spregiativo, come vuole l'accezione più comune del termine, ma in quello antico, che si richiama alla compassione cristiana.
Troppo facile deridere o ignorare gli sconfitti.
Ecco l'articolo su Libero, che riprende e dà risalto alla notizia riportata dall'Espresso
Casta democratica
Bersani si tiene l'auto blu Fuoco amico de L'Espresso contro l'ex segretario Pd
Il settimanale di De Benedetti fa le pulci a Pier: ora è un "semplice" deputato, perchè allora si tiene vettura e scorta pagate dai contribuenti?
Paghiamo noi - Il Pd ha un parco macchine a noleggio per i dirigenti del partito. Auto blu private a disposizione dei vari leader. Ma Pier Luigi ha pure l'autoblu ma non privata. La sua è pagata dai contribuenti. A fare luce è proprio l'Espresso: "Girava con l'auto blu, Bersani, quando era segretario del Partito. Ma questo continua a farlo. Non usa una di quelle a noleggio con conducente messe a disposizione dal Pd, sia però chiaro, come un Fioroni qualsiasi. No, Bersani ha la scorta, e la macchina è pubblica. Anche ora che non è più segretario? 'Che c'entra - spiega Stefano Di Traglia, staff comunicazione Bersani - l'auto della scorta ce l'ha per le minacce ricevute'".
Le minacce - Già Bersani ha scorta e auto blu per le minacce. Quali? Quelle ricevute circa tre anni fa con una lettera anonima contente minacce di morte, recapitata nella sede dell’Ansa di Bari. Però a quanto pare ora che lui, Bersani, non è più segretario del Pd, nè candidato premier, nè premier incaricato, le minacce sono scomparse. Ma l'auto blu resta. Il presunto "rischio" a cui è esposto l'ex segretario del Pd è scomparso per sua stessa ammissione.
Finto anticasta - Già il 17 marzo del 2012 su twitter Pier postava una foto in metro con questa didascalia: "Verso l'incontro con Hollande in metropolitana, non in auto blu". Sempre nel 2012 al Corriere il Pd spiegava sotto il vento dell'anticasta che "per quanto riguarda Bersani, il segretario del Pd ha ridotto tutto quel che poteva, a cominciare dalla macchina blindata del partito, con due militanti di scorta: soldi del Pd e quindi pubblici. Dismessa la vigilanza interna, Bersani a Roma viene comunque seguito da una macchina della Finanza, con a bordo un autista e un uomo della tutela". Un anno dopo Bersani fuori da tutti i giochi gira con scorta e auto blu a spese nostre. Per difendersi da chi? Forse da chi lo ha ucciso dentro le mura del Pd.
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