Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
giovedì 30 maggio 2013
I FLUSSI ELETTORALI CONFERMANO : POCHI I VOTI GRILLINI CHE TORNANO AL PD
Ho scritto altre volte che deve essere un bel mestiere quello dei sondaggisti visto che se anche toppano con discreta continuità continuano ad essere pagati per sbagliare.
Credo che dipenda dall'ansia umana di sapere il futuro. E la stessa necessità sulla quale campano maghi, astrologi e meteorologi.
E così, all'indomani delle ennesime proiezioni sbagliate alle votazioni di domenica scorsa, ecco comunque i sondaggisti e i cosiddetti esperti delle intenzioni di voti imperversare su tv e giornali, senza nessun imbarazzo.
Gente fortunata.
Io spero che quando si passa dalla previsione all'analisi del voto, questi centri di studi e ricerca possano essere presi più sul serio. In fondo, è da quando ero piccolo che sentivo parlare dello studio dei flussi elettorali. Lo dicevano in particolare quelli del PCI, gente seria, ai tempi, e quindi si vede che è possibile.
Del resto leggo che centri come il Cattaneo sono stimati e considerati trasversalmente, mai toccati da polemiche, e questo conforta.
Come per molti penso, una curiosità domina le altre, in ordine all'ultimo voto elettorale : il crollo dei grillini cosa ha comportato sul resto dei partiti ?
Il primo dato evidente è che quello che se ne è giovato di più è il cosiddetto partito dell'ASTENSIONE.
A Roma per esempio, il test più importante (dei 6 milioni e mezzo di elettori coinvolti, più di un terzo erano quelli della capitale), il M5Stelle è non solo calato rispetto alle regionali, dove aveva preso quasi il 17%, ma addirittura dimezzato in confronto alle politiche, con un - 14% (12,5 contro 27 !!).
Bene, di questo esercito in fuga, il 40% non ha tradito, votando altri, ma disertato sì, astenendosi.
Un 25% è rimasto fedele.
La cosa più rilevante è che quell'ondata di ritorno, quel riflusso di voti di sinistra che tornano delusi alla casa madre, dopo la mancata alleanza di Grillo con Bersani, il via libera al governo di cambiamento, NON c'è stata. Secondo ISPO, di Mannheimer, solo 7 elettori su 100 che a febbraio avevano votato 5Stelle, domenica hanno votato PD. E 5 PDL.
A riconferma che se è vero che gli esponenti parlamentari grillini sono per lo più di sinistra (ed era l'avvertimento lanciato da Berlusconi ai suoi delusi di centrodestra ! ) , NON così è l'elettorato , assolutamente trasversale . Cattaneo, Diamanti, Ricolfi...in tanti colsero e rivelarono questa peculiarità del Movimento, che aveva un terzo di elettori provenienti dal centrosinistra e ALTRETTANTI invece dal centrodestra. La parte restante venivano dall'area dell'astensione o erano giovani per la prima volta al voto.
Quando Bersani dice da Floris che per la vittoria a lui è mancata "quella gente lì", la stessa cosa , identica, la può dire Berlusconi. Grillo ha tolto voti ad entrambi gli altri due schieramenti principali.
E questo il Guru genovese LO SA.
Ecco perché non si è mai sbilanciato troppo a sinistra. E' consapevole che il suo elettorato ha come elemento coagulante e principale l'antipolitica, l'anti sistema. Se si butta da una parte, se si "schiera", questo equilibrio si spezza, e lui perde qualsiasi peculiare identità.
Quindi, votare provvedimenti graditi sì, alleanze - e voti di fiducia - no.
Poi questa scelta non paga lo stesso ? Sembra sia così.
Ma l'idea non era essere una costola staccata della sinistra. Non avrebbe MAI Preso i voti che ha preso se fosse stato solo questo.
E i numeri stanno lì, a confermarlo. Se l'alternativa di Grillo viene giù, i milioni di voti presi a febbraio, per lo più prendono la via dell'astensione. Una parte, minore, magari privilegerà formazioni nuove, se nel frattempo sorgessero e avessero tempo per guadagnare visibilità e appeal.
Ma PD e PDL recupereranno poco, a meno che il Governo, che nessuno vuole ma c'è, non sorprenda e colga nel frattempo qualche risultato positivo, specie nel campo dell'conomia e dell'occupazione.
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