IO ero uno di quelli che apprezzava Alba Parietti e il suo sgabello dal quale esibiva con generosità gambe di notevole valore estetico , e non mi stava antipatica, anche se questa sua velleità di donna arrivata, di una post femminista per caso di passaggio nel mondo televisivo a volte infastidiva.
Chissà, magari sospettavo che dietro questa facciata si celasse un'altra vittima dell' "omocentrismo"...
DI fatto, la panterona era un gatto bagnato, e quando ha incontrato l'uomo fatale, ecco che è caduta in un brutto pozzo da dove, per fortuna , alla fine è riuscita a risalire.
La storia che racconta però può essere utile, provenendo da una donna riconosciuta generalmente come bella, fortunata, che ha apparentemente "tutto". Insomma, restare vittime di una ossessione d'amore come quella descritta non è certo originale, e personalmente conosco un esercito di amiche e conoscenti che potrebbero specchiarsi totalmente nelle parole che di seguito leggerete. Ma il fatto che questa cosa sia capitata ad una di quelle considerate "mangia uomini", magari farà riflettere un tantino di più , anche su come guarire.
La Parietti tutto sommato è stata brava, in tempi non brevi ma nemmeno infiniti ha capito che da sola non ne sarebbe uscita e si è rivolta ad uno psichiatra e così si è salvata.
A volte certe donne sono così innamorate della loro patalogia (che questo è, anche se loro la chiamano "amore"...vuoi mette ?? ) che la difendono gelosamente, e sapendo o comunque temendo che il ricorso ad uno psicoterapeuta potrebbe guarirle, lo evitano accuratamente.
E' il motivo per cui le vittime non mi fanno mai del tutto pena, complici come sono dei loro carnefici.
Buona Lettura
DA «OK SALUTE E BENESSERE»
Alba Parietti: «Amore ossessivo,
mi ha salvata uno psichiatra»
La conduttrice si confessa al mensile in edicola: «Quanto più era sfuggente, tanto più il desiderio si impossessava di me»
La copertina di «Ok Salute» di luglio/agosto
Quando uno vive una fase di particolare fragilità psicologica,
come è successo a me intorno ai 45 anni, tende a diventare più
facilmente vittima di dipendenze e di ossessioni. È stato in quel
periodo che ho iniziato una relazione con un uomo decisamente
inaffidabile, di cui allora non volevo però riconoscere limiti e
difetti. Credo sentissi, semplicemente, la necessità di un nuovo amore, a prescindere dalla persona in sé. Tant’è vero che, in mancanza di qualità morali, finii per innamorarmi della sua ars amatoria, al punto da diventarne dipendente. Grazie alla sua incredibile capacità di manipolazione riusciva sempre a ottenere da me quello che desiderava: ero caduta nella sua trappola. AMANTE STRAORDINARIO - Risultato? Nonostante la relazione sia durata, tra alti e bassi, poco meno di 12 mesi, per un paio d’anni sono rimasta ossessionata da lui. Senza alcun motivo lo ritenevo un amante unico e straordinario: quanto più era sfuggente, tanto più il desiderio cresceva e si impossessava di me. Mi creava l’effetto della droga: non provavo più soltanto un piacere fisico e mentale nei suoi confronti, quanto piuttosto un bisogno impellente e incontrastabile di fare l’amore con lui. Annebbiata e confusa, mi ostinavo a non voler guardare in faccia la realtà e a ricadere sempre nello stesso errore. Ogni volta che mi cercava, con doni meravigliosi o con romantiche lettere, mi illudevo che fosse innamorato e accettavo di rivederlo: alla fine quasi sempre mi rifiutava o mi mortificava. Andavo avanti così, in un perenne circolo vizioso. Gli amici hanno provato a farmi aprire gli occhi, ma era del tutto inutile. Anzi: quanto più mi accusavano di essere patetica e ridicola, tanto più desideravo dimostrare al mondo di avere ragione io.
STOMACO CHIUSO - Ho dimenticato cosa fosse l’appetito: avevo sempre lo stomaco chiuso e sono dimagrita tanto da ritrovarmi con un fisico da pin up. È stato l’unico aspetto positivo di tutta la vicenda: quell’uomo mi faceva l’effetto del verme solitario. Detto questo, non sono mai stata masochista e, una volta compreso di aver perso lucidità, ho deciso di chiedere l’aiuto di uno psichiatra. È stata la mia salvezza. Diversamente, non credo sarei mai uscita dal tunnel della dipendenza. Gli amici, forse perché ti danno consigli gratis, non si ascoltano mai. Grazie al percorso di analisi ho preso davvero consapevolezza di che tipo di uomo fosse: un profondo narcisista, incapace di provare empatia e sentimenti puri. In un attimo, quello che avevo considerato amore fino al giorno prima mi è apparso improvvisamente una chiara patologia. Ho capito che il suo continuo cercarmi non era un segno di amore verso di me, bensì la prova che non riuscisse a vivere senza la costante approvazione degli altri. Voleva semplicemente essere sicuro che io fossi ancora innamorata di lui. Oggi mi sembra impossibile aver perso la testa per un uomo del genere. Quando mi capita di incontrarlo non mi fa più nessun effetto e al pensiero di quel periodo mi viene quasi da ridere, ma sarei molto preoccupata se una mia amica si trovasse in una situazione simile. Personalmente, al momento non corro rischi: la passione ormai è l’ultimo dei miei interessi. La vita è fatta di stagioni: anche se non posso escludere di potermi innamorare di nuovo in futuro, in questo periodo voglio evitare ogni tipo di complicazione sentimentale e concentrarmi solo sul lavoro, su mio figlio e sugli amici.
Alba Parietti(confessione raccolta da Nicole Cavazzuti per «OK Salute e benessere» di luglio/agosto 2013)
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