martedì 2 luglio 2013

L'ASSENZA DI UN'IDEA DI FUTURO NELLA SPERANZA DI UN PASSATO CHE NON TORNERA'


Proprio nel giorno in cui Polito sul Corsera difende il governo Letta, Facci su Libero fa considerazioni opposte che hanno respiro più vasto ma siccome il più racchiude il meno , non risparmiano l'attuale Premier ormai noto come Enrico SLITTA.
Quello che giustamente manca - e ovviamente non è solo Facci a denunciarlo (lo stesso Polito, in articoli più felici, l'ha più volte scritto ) - è un'idea di FUTURO. Qui si cerca di svoltare la giornata, e per questo si rinviano i provvedimenti ostici, ma il problema è molto più serio e almeno, agli inizi del governo Monti, se ne parlava (non si è fatto poi molto di più, e infatti il bilancio anche di quell'esecutivo è negativo) . L'Italia, come anche il resto d'Europa, deve rivoluzionare il proprio sistema Paese, riducendo il debito, tagliando la spesa improduttiva (partendo dagli sprechi, ma con questo intendendo anche i posti inutili) e destinando quanto ricavato dalla lotta all'evasione fiscale non alle spese ma alla riduzione delle tasse.
Ricolfi, in un suo breve saggio, "La Sfida",  ha fatto una proposta provocatoria ma mica male : affidare alla sinistra il compito di legiferare in materia di riduzione degli sprechi e dei tagli alla spesa per recuperare risorse così destinate al miglioramento del welfare (più asili nido, più soldi per la ricerca e le borse di studio per fare degli esempi),  e alla destra normare la riforma del fisco , combattere l'evasione, sapendo che la riduzione delle tasse passa da lì (come si dice nei salotti TV e negli slogan ma poi non si fa MAI ).
In molti; Giacalone più di tutti, parlano di come utilizzare concretamente lo strumento delle dismissioni del patrimonio statale per abbattere il debito. Insomma, interventi di GRANDE respiro. Per i quali non bastano certo 60 giorni, ma non basteranno sei mesi o un anno se mai si inizia. E invece si parla di "altro".
L'allarme di Facci è, in sostanza : signori il mondo che avete conosciuto non c'è più, e bisogna inventare cose nuove. Non si tratta di far "passà a nuttata" , aspettare il rientro della crisi per riprendere da dove ci si era interrotti. Quel passato NON tornerà.
Buona Lettura

Appunto

Tra Iva e Imu, la nostra politica non ha mezza idea

Manca la visione del nostro Paese tra dieci o trent'anni. Mirano soltanto alle prossime elezioni


Tra Iva e Imu, 
la politica non 
ha mezza idea

Parlare di Iva e di Imu - sempre di Iva e di Imu - non è politica: è propaganda, è mera prosecuzione o anticipazione della campagna elettorale, è qualcosa che cerca di riempire un vuoto colossale di cui il Pdl e il Pd sono responsabili da anni: l'assenza di un'idea di futuro. L'assenza, cioè, di una visione del nostro Paese tra dieci o trent'anni, l'assenza di una politica vera. Là fuori c'è un pianeta che sta cambiando (che è già cambiato) e quaggiù c'è un Paese da ricollocare geo-economicamente: invece si parla e si blatera come se «la crisi» fosse una fastidiosa parentesi, come se la capacità dei politici consistesse solo nel farci rientrare più o meno velocemente in carreggiata. Ebbene, non ci rientreremo, perché quella carreggiata non esiste più. Lo sappiano gli operai che chiedono «lavoro» allo Stato, i sindacalisti che si scandalizzano della delocalizzazione, i professionisti e gli esercenti che ammiccano all'evasione, gli statali, i padroncini col lavoro in nero, lo sappiano gli italiani rincoglioniti da noi giornalisti: il passato non tornerà. È questo che si chiede a una classe politica autentica: uno straccio di idea di futuro, qualcosa che non sia soltanto un angoscioso confronto economico col presente. Tutti a dire che il tal provvedimento serva a «riavviare il motore», a far ripartire la nave: ma per andare dove? Sino alle prossime elezioni?

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