sabato 13 luglio 2013

PER IL CORRIERE, RENZI ORMAI DECISO A CANDIDARSI SEGRETARIO. PRIMA DEL 30 LUGLIO ?? MMM


Alla fine della fiera le elezioni le vuole solo Renzi e questo dovrebbe rassicurare il Presidente Napolitano che le vede , da sempre (forse esagerando anche un po'...come può essere uno dei momenti più importanti della democrazia essere così negativo ? ) una iattura. Il motivo è semplice : tutti gli istituti di sondaggio non fanno che ripetere lo stesso dato, con percentuali che non consentirebbero errori (qualche dubbio viene, pensando al boom di Grillo, cresciuto di 10 punti rispetto alle previsioni pre voto...), vale a dire Renzi vincitore assoluto in caso di ritorno alle urne, sia alla Camera che al Senato. Questa cosa però non piace a nessuno, tranne che a lui , che è solo, e alla maggioranza degli italiani che però contano poco, almeno finché si riesce a neutralizzarli. Certo non piace a Berlusconi che per questo tiene a bada i falchi che pensano di poter vincere sfruttando lo slogan della persecuzione giudiziaria del proprio leader. Potrebbe funzionare, ma NON con REnzi in campo. E quindi meglio cercare altre soluzioni (con la speranza anche che La Cassazione smentisca le previsioni del tifo ). Ma nemmeno a sinistra questi sondaggi piacciono. Renzi a Palazzo Chigi è cosa che rovinerebbe il fegato di tantissimi maggiorenti del PD e alleati, nonché dei loro peones. Bersani in prima fila - che ne riceverebbe un colpo definitivo - ma anche Fioroni, Bindi, i giovani turchi, probabilmente D'Alema (che però è politico di razza, capace di adattarsi ad ogni eco sistema ) . E poi Vendola e tutti quelli più a sinistra, Cgil e Fiom in primis. Renzi è come quell'attaccante detestato dalla squadra che però ti fa vincere (avete presente Ibrahimovic ? )...
Per questo motivo a Largo Nazzareno allontanano il momento dell'amara cicuta....sperando che, passando il tempo, nuovi scenari rendano evitabile un simile veleno che , oggi , è il solo che consentirebbe la vittoria elettorale,
Così, ancorché cadesse il governo causa terremoto susseguente alla condanna del Cav., Bersani e D'Alema, tornati alleati, e tutti gli altri elencati, si prostituirebbero pur di formare un governo con il M5Stelle o, ancora meglio, con i transfughi dello stesso , se si raggiungesse un numero sufficiente al Senato. Certo, ci potrebbe poi essere la clamorosa scissione renziana, e una diaspora di un 60-70 parlamentari che porterebbe al caos...
Insomma, le variabili dopo il 30 luglio, se dalla roulette di P.za Cavour  uscisse la condanna definitiva di Berlusconi, sono molte, e tutte a grande rischio dei precarissimi equilibri oggi esistenti.
Anzi, personalmente penso che in un caso del genere, anche l'innata capacità italiana di conservare e non cambiare sarebbe travolta.
Intanto Paola Teresa Mieli, esperta di cose di casa PD, dà ormai per scontata la candidatura di Renzi alla segreteria. LO scrive nell'articolo che segue. Io non sono d'accordo. Nulla ormai può essere deciso fino al 30 luglio.

Retroscena

Il tour tra i leader europei, poi l'annuncio
Renzi, sfida «obbligata» per la segreteria

Il sindaco teme lo slittamento del congresso. I consigli di Veltroni sul partito

 
ROMA - Nel Pd, affannato e ancora vincolato all'alleanza con Silvio Berlusconi, si aspetta il prossimo tormentone.
Non è che ci sia da attendere troppo. Già la prossima settimana andrà in scena l'ennesimo dramma democrat. Questa volta il pomo della discordia è la mozione dei grillini che prevede l'abolizione della tranche di luglio del finanziamento pubblico ai partiti. Su questa battaglia Matteo Renzi ed Enrico Letta sono uniti. Chiedono entrambi chiarezza e invocano tutti e due lo stop a questo sistema. Perciò Epifani e Bersani, che pure sono contrari all'abolizione tout court dell'attuale legge, hanno cercato il compromesso.

Il messaggio a Renzi è stato spedito direttamente dal capogruppo alla Camera Roberto Speranza: «Troviamo una posizione univoca, non possiamo dividerci su questo». Il sindaco di Firenze è stato chiaro nella risposta che ha affidato ai suoi: «Io non voglio destabilizzare niente, non ne ho la minima intenzione, però non potete chiedermi rinvii dell'abolizione del finanziamento o soluzioni pasticciate. Per carità, sono prontissimo a preparare un documento di tutto il Pd, ma prima voglio leggerlo bene, voglio che su questo ci sia la massima chiarezza». E poi, con i suoi Renzi è stato più esplicito: «Su questo tema dobbiamo continuare a incalzare il partito, non dobbiamo lasciar andare la presa, perché è un tema troppo importante».
Insomma, Renzi sa bene che nel Pd c'è ancora chi vorrebbe metterlo alle strette e isolarlo, ma sa anche che ogni qual volta i maggiorenti del partito danno l'impressione di volerlo ingabbiare la sua popolarità sale. Per questa ragione tranquillizza i suoi, preoccupati per il pressing della maggioranza interna che li accusa di voler far cadere il governo Letta: «Figuriamoci, non è per quello che facciamo noi che l'esecutivo va avanti o cade. Può procedere solo se sbroglia nodi e offre soluzioni e comunque nel nostro gruppo non c'è nessuno, a cominciare da me, che vuole contrastare Letta. Dopodiché, se la nomenklatura del Pd è convinta di salvare se stessa isolando me, chi se ne importa».
Tanta apparente flemma nasconde però una preoccupazione. E cioè che il governo vada avanti per altri due anni, come ha lasciato intendere ieri lo stesso Letta. Fino al 2014 e oltre. In questo caso è chiaro che Renzi dovrebbe giocarsi tutto sul piatto della segreteria del partito, anche se dalle parti di Largo del Nazareno continua a spirare vento di rinvio. Perché, come dice un autorevole dirigente bersaniano: «Se la situazione politica si complica noi non possiamo certo tenere il congresso del partito in autunno. Sarà inevitabile farlo slittare all'inverno inoltrato».
Quello del rinvio è un pericolo reale, di cui Renzi ha contezza. Il sindaco di Firenze conosce i sondaggi di Berlusconi, quelli che rivelano come il centrodestra sia condannato a perdere nel caso in cui il primo cittadino del capoluogo toscano capeggiasse lo schieramento di centrosinistra.
Stando a quelle rilevazioni il fronte guidato dal Pd vincerebbe sia alla Camera che al Senato. Vittoria piena, insomma. Ed è per questo, secondo Renzi e i suoi, che Berlusconi farà di tutto pur di non provocare la caduta del governo. Ed è sempre per questo che, vista la possibilità di un dilatarsi ulteriore dei tempi, il sindaco rottamatore deve giocare per forza la partita della segreteria.

Glielo ha detto anche Walter Veltroni che pare non abbia apprezzato affatto che i suoi si siano uniti a Bersani ed Epifani nel tentativo di isolare Renzi. «Non puoi non avere dietro il partito, altrimenti non riuscirai a fare niente».
Lezione che, a quanto pare, Renzi ha mandato giù a memoria. Perciò da qualche tempo in qua i sondaggi lo confortano ma non gli bastano. Il 59 per cento degli italiani, stando all'ultimo sondaggio Swg lo vorrebbe come leader, mentre solo il 33 ha fiducia nell'attuale governo.
Enrico Letta ha maggior appeal dell'esecutivo da lui guidato, perché veleggia intorno al 46 per cento, ma è tuttora sotto il sindaco di Firenze che, pure, nelle ultime settimane ha perso punti. Il che, vedendo come si muove in questi giorni, non deve preoccuparlo oltre misura. Tant'è vero che ha programmato una serie di viaggi nelle capitali europee per accreditarsi con i governanti della Ue (la prima visita data all'altro ieri).
Una decisione che la dice lunga sulle sue future intenzioni: lo dirà quando lo dirà, ma, di fatto, il tormentone «Renzi si candida o non si candida», è già finito. Renzi si candida. E tutto nel Pd prenderà il via dal quel momento .

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