sabato 3 agosto 2013

IL FINANCIAL TIMES GIOISCE PER LA CONDANNA DI BERLUSCONI, DEFINITO IL "BUFFONE DI ROMA"


Francesco De Gregori, per aver osato criticare fortemente il PD attuale e rivelato di aver votato Monti alla Camera (al Senato Bersani : voto disgiunto, cercando comunque di dare una mano alla "ditta" laddove si sapeva che sarebbe servito...poi non è bastato ma lui ci ha provato...) è stato crocefisso dalla permalosa sinistra massimalista nonché da giovanotti renziani che gli hanno indirizzato una lettera aperta, dove un po' lo si esortava ad essere più fiducioso, ma allo stesso tempo si accennava ad un suo "invecchiare male",,,
L'intervista peraltro gli ha meritato anche molte parole di elogio, per l'onestà della critica nei confronti di quella che è e resta la sua parte.
Anche su Berlusconi il cantautore ha idee chiare e serene : un ottimo imprenditore che non avrebbe dovuto fare politica se non altro per il gigantesco conflitto di interessi che si portava dietro.
Ha anche aggiunto che , amando il suo Paese, come tante belle canzoni stanno a dimostrare ("Viva l'Italia" tra queste ) , per 30 secondi nella sua vita è stato berlusconiano, ed è accaduto quando si è sentito irritato e offeso dalle risatine di Sarkozy (con Merkel un po' più pudica nel non seguire apertamente il collega nel dileggio di un capo di governo estero) indirizzate a quello che in quel momento era il Presidente del Consiglio dello stato italiano.
Ecco, mi è venuto in mente questo aneddoto nell'avvertire la stessa profonda irritazione nel leggere un giornale inglese, il Financial Times, definire Silvio Berlusconi "il buffone di Roma". 
Ora, tantissimi italiani plaudiranno entusiasti a questa uscita (una tra questi è un'amica di scuola del mio Maestro,,,veramente un caso umano di ossessione berluscoide...) ma altrettant',  come me, l'avvertiranno come una sgradevolissima caduta di stile. Criticare, anche duramente, un uomo, un politico e governante, ci sta , e infatti io non ho problemi a riportare l'articolo del Corsera che dà spazio alla pubblicazione del giornale della City. Ma il dileggio, il mostrare tanto malanimo è da tabloid , non da giornale serio quale il FT ha in  predicato di essere. L'avversione per il Cavaliere è antica, è stato definito improponibile, impresentabile...ma "buffone" è uno scadimento ulteriore.
Ricordo, con piacere, come il Presidente Napolitano annullò un incontro prestabilito con il leader della SPD tedesca che , all'indomani delle elezioni di febbraio, probabilmente dispiaciuto per la non vittoria del PD, aveva criticato gli italiani che avevano votato per " un comico e un clown".
Certi giornali di destra ogni tanto parlano della Merkel indicandola come la "culona" tedesca che tanto male ci vuole...e non è un bel leggere. Adesso a loro non piacerà questa ennesima esternazione del giornale londinese. Chissà, potrebbe essere un'occasione di riflessione , anche se dubito.
Però il Financial Times ritiene di essere  giornale nobile, dell'alta finanza,  qualcosa di "classe".
Bè cose così vanno bene per i tabloid spazzatura...
Ecco comunque la notizia riportata sul Corriere.it

Il quotidiano economico della City di Londra

Financial Times: «Cala il sipario sul buffone di Roma»

I giudici «andrebbero lodati per la loro indipendenza»: la sentenza dimostra che «nessuno è al di sopra della legge»


Berlusconi nel video di giovedì sera dopo la sentenza della Cassazione (Afp/Mediaset)

«Cala il sipario sul buffone di Roma». Durissimo l'editoriale del Financial Times sulla sentenza della Cassazione che ha condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione Silvio Berlusconi. Il quotidiano economico della City di Londra, già in passato non tenero con il Cavaliere, lo invita, «se ha un briciolo di onore» a dimettersi, risparmiando così ai suoi colleghi senatori l'imbarazzo di dover «cacciare un ex primo ministro».
GIUDICI DA LODARE - «I giudici di Roma andrebbero lodati per la loro indipendenza» e la loro sentenza dimostra che «nessuno è al di sopra della legge», prosegue l'editoriale, sottolineando come il verdetto segni uno «spartiacque nella recente storia d'Italia. Per alcuni il reato per il quale Berlusconi è stato condannato è in fondo minore rispetto all'enorme ammontare di tasse che lui paga. Ma», continua l'articolo, «non è mai giusto ingannare il fisco. Chi legifera ha la specifica responsabilità di dare l'esempio, soprattutto in Italia, dove la diffusa pratica dell'evasione fiscale è una delle principali cause dello sciagurato stato delle finanze pubbliche». «Berlusconi ha già promesso battaglia e molti dei suoi potrebbero seguirlo. Ma», conclude l'editoriale, «in Italia i tempi sono maturi per la nascita di una partito di destra pronto a disfarsi del frenetico populismo berlusconiano e a convertirsi al liberismo economico. Dopo anni di inefficace protagonismo, il Paese ne trarrà beneficio».

2 commenti:

  1. è giusto gioire quando un malfattore, seppur ricco, viene condannato. E' la dimostrazione che c'è un giudice a roma

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  2. HANNO CONDANNATO UN INNOCENTE DELLA BANDA BASSOTTI.

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