mercoledì 7 agosto 2013

L'AVVOCATO COPPI "SFIDA" IL GIUDICE ESPOSITO : "GIà CHE C'è, FACCIA NOMI E COGNOMI "


Franco Coppi è un avvocato affermato e ricco. (grazie alle molte vittorie e a parcelle salatissime). Da tempo Anche prima del processo Andreotti, dove tanto ironizzò sul famoso bacio a Riina - "signori giudici, ce lo vedete voi un uomo come il Senatore Andreotti baciare chicchessia ? Figuriamoci un   mafioso..." .
Tra i processi famosi che lo hanno visto protagonista, ricordo quelli di Raniero Busco (accusato dell'omicidio di Simonetta Cesaroni, e assolto)), RIgnano flaminio ( assolti i suoi due clienti accusati di violenza sessuale contro i bambini dell'asilo), Sabrina Misseri (condannata in primo grado).
E' celebre per la sua grandissima preparazione giuridica, per la sua determinazione a non subire influenze dal cliente, che si deve affidare completamente e seguire le linee processuali dettate dal difensore, per il suo non buon carattere. DIversi i clienti, anche noti e importanti (tra tutti Don Gelmini),  mollati per non aver seguito le regole stabilite da Coppi al  momento dell'assuunzione della difesa. 
Cito tutti questi elementi per dire che  non aveva certo bisogno di essere aggregato al collegio difensivo di Berlusconi per avere notorietà o ricchezza. Entrambe le cose  Franco Coppi le ha meritate già, e in abbondanza. 
Certo, la sfida di un ribaltamento in Cassazione di due sentenze di condanna contro l'imputato più famoso d'Italia devono aver vellicato assai la sua vanità, ma sono sicuro che non avrebbe accettato la sfida se non avesse pensato seriamente di poterla vincere. 
Insomma, credo alla sua prudente fiducia prima del verdetto, e alla sua irosa contrarietà dopo. 
Da quanto si vede, fa ancora parte del team difensivo, e in questa veste ha preannunciato che avrebbero verificato la possibilità di ricorrere alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, per contestare, del caso, che il cittadino Silvio Berlusconi sia stato sottoposto ad un giusto processo.  Dopodiché è uscita l'ingenua e improvvida intervista del giudice Esposito, e Coppi, interrogato sulla vicenda, ha espresso la sua costernazione, ribadendo peraltro che si tratta di episodio inusitato e biasimevole ma che non inficia certo la sentenza emessa. A questo punto, altro giornalista, di altro giornale (Repubblica, of course ), ha chiesto  a Gianrico CArofiglio, ex PM ed ex Senatore piddino, un commento sull'esternazione di Coppi "che a seguito dell'uscita del giudice Esposito pensa di andare a Strasburgo...".Ma si può ??? 
E Carofiglio abbocca pure !!! Dicendosi sorpreso che un avvocato come Coppi abbia espresso un giudizio di questo tipo...come infatti NON è avvenuto ! 
Ad ogni modo, anche il bravo scrittore (che questo oggi fa Carofiglio) esprime la sua critica all'improvvida iniziativa del giudice Esposito. 
Ma veniamo alle parole effettivamente usate dal prof. Coppi, che nel complesso reputo interessanti :



«Capita spesso che giudici e avvocati abbiano l’impressione di leggere due processi diversi», dice il professor Franco Coppi con un tono di voce che non riesce a celare la profonda amarezza: «Ma ormai non mi meraviglio più di niente. Perché so bene quanto pesino sulla psicologia del giudice, anche inconsapevolmente, i “pregiudizi” che non necessariamente devono essere pregiudizi negativi . E qualche volta viene da pensare che il “pregiudizio” abbia fatto aggio sul giudizio».
A suo tempo, cosa ha pensato quando le hanno comunicato che il «suo giudice» sarebbe stato il presidente Esposito?
«È una domanda molto maliziosa. Ma questo pensiero fa parte di quel bagaglio di valutazioni che un difensore tiene per sé».
Ritiene che ora sia più praticabile un rimedio di natura extraprocessuale per garantire l’«agibilità politica» al condannato Berlusconi?
«Io mi auguro soltanto che questa vicenda non si ripercuota sugli equilibri del Paese più di quanto già non abbia fatto. Poi la politica non è il mio mestiere e ci sono altri che dovranno valutare tutte le ripercussioni di questa sentenza. Berlusconi ha una sua storia e chi deve apprezzarla sa, sicuramente, come valutarla e lo sa fare meglio di me».
Anche se il presidente Esposito parla di «intervista manipolata», valuta che questa sia un’indebita anticipazione della motivazione?
«Mentre c’è uno dei cinque giudici che sta scrivendo la motivazione, lui ha anticipato qualcosa che evidentemente è maturata in camera di consiglio. Questo dobbiamo ritenere, sempre che quello che lui ha detto corrisponda all’orientamento del collegio. Dobbiamo pensare che in camera di consiglio si sia ritenuto che Berlusconi era costantemente informato di quelle che, secondo l’accusa, erano le malefatte che accadevano in Mediaset. Non si è mai visto un presidente del collegio che anticipa la motivazione di una sentenza. E poi ci troviamo di fronte ad affermazioni che noi, negli atti, non abbiamo mai riscontrato. Anzi, nelle nostre arringhe avevamo sottolineato che nessun testimone ha potuto affermare di aver informato Berlusconi su acquisto di diritti e sugli ammortamenti».
A questo punto, le piacerebbe chiedere al presidente Esposito, al netto della sua smentita, chi è che informò Berlusconi?
«Ecco, visto che ha rotto il ghiaccio, dia un nome e un cognome a “Tizio, Caio e Sempronio” da lui citati nell’intervista. Perché lui ha detto che Tizio, Caio e Sempronio lo hanno informato. Per cui indichi le pagine degli atti dalle quali risultano queste dichiarazioni».
Sarà interessante verificare se poi nella motivazione questi passaggi ci saranno realmente.
«Certo, non ci aspettavamo di soddisfare la nostra curiosità in tempi così rapidi...».
Non crede che il passo falso del presidente Esposito sia figlio di quegli attacchi virulenti a mezzo stampa mossi contro di lui e la sua famiglia?
«Dato e non concesso che questo sia avvenuto, nulla comunque legittimava un’uscita di questo genere. Se si ritiene diffamato o offeso, sa benissimo cosa bisogna fare in questi casi».
La Cassazione si è affrettata a precisare che l’intervista pur se «inopportuna» non inficia la sentenza. Lei ritiene che ora qualche conseguenza possa esserci? Qualcuno ha ipotizzato un sorta di ricusazione postuma.
«No, no. La sentenza è definitiva nel momento in cui viene letto il dispositivo. È chiaro che questo fatto non ha nessuna incidenza sul contenuto della sentenza. È ovvio. Certo bisognerebbe smetterla con questa ipocrisia secondo cui “le sentenze vanno rispettate”. Le sentenze diventano definitive perché è necessario che i processi terminino ma questo non significa che la sentenza definitiva sia anche una sentenza giusta. Che abbia indovinato la verità. Molto spesso le sentenze sono subite da persone condannate ingiustamente. Ma dove sta scritta questa balla delle sentenze da rispettare? Le sentenze possono essere criticate come qualsiasi prodotto dell’ingegno umano.
Ora c’è un motivo in più per fare istanza alla Corte europea?
«Ancora non abbiamo preso iniziativa e assunto alcuna decisione. Tutto era subordinato alla lettura della motivazione. Ora il giudice relatore, dopo questa uscita del presidente Esposito, si sentirà obbligato ad accelerare i tempi più possibile. E non credo che possa essere entusiasta dell’anticipazione».
Silvio Berlusconi opterà per la detenzione domiciliare o per l’affidamento in prova ai servizi sociali?
«Ghedini ed io possiamo dare soltanto assistenza tecnica. La decisone è tutta sua, ed è giusto che sia così».

 

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