venerdì 2 agosto 2013

MA SE FOSSE STATO ASSOLTO ?

 
Ho ascoltato e letto un po' in giro : Mario Calabresi e Sorgi su La Stampa, Polito e Bianconi sul Corsera.
Leggerò ancora, ma trattasi di argomento che seguo da sempre e che ritengo di conoscere a sufficienza.
Parlo naturalmente del fatto non del giorno ma proprio storico. Silvio Berlusconi fa parte della storia d'Italia, non è un incidente, qualcosa che si potrà liquidare con un trafiletto. Come c'è stata l'Italia di Giolitti, quella di Mussolini, di De Gasperi, c'è anche quella Berlusconiana.
E' un fatto. Storia che purtroppo non si contraddistinguerà per riforme, cambiamenti, trasformazioni, ma per uno sfinente conflitto sociale, politico e giudiziario.
Parlo usando il futuro perché la Storia si scrive a distanza di tempo dalla fine dei suoi protagonisti, tutto ciò che viene scritto prima è cronaca e analisi attuale della stessa.
Ieri non credo sia stato messo il punto a questo periodo, ma certo è accaduta una cosa grave : per la seconda volta in Italia viene condannato penalmente un leader politico importante,
Al momento Berlusconi ha detto che non mollerà, che continuerà a battersi. Personalmente credo che dipenderà dai sondaggi...Se nonostante il contraccolpo di una sentenza definitiva di colpevolezza la sua figura di leader del centrodestra e il partito non ne risentiranno, magari non ci saranno ripensamenti . Altrimenti, sarà il partito a sbriciolarsi e il Cavaliere dovrebbe prenderne atto.
Se nell'elettorato del centrodestra resterà principale la convinzione  - conta questo, non la verità o meno, figuriamoci la verità "processuale" - che Berlusconi sia stato vittima di un complotto politico giudiziario, la galera stessa (nessuno la prevede, ma magari lui sceglie la strada della sfida come aveva fatto Sallusti ...) potrebbe portare addirittura  consensi (tra gli astenuti per esempio, sollecitati non tanto dalla difesa del capo, ma dalla reazione "contro" gli ALTRI ).
Se viceversa scatta la sindrome da 25 luglio ( il Gran Consiglio del Fascismo che vota la destituzione di Mussolini come capo del partito ), Berlusconi non sarà martire ma uomo definitivamente sconfitto, e la fuga dalla nave che affonda sarebbe precipitosa, secondo usanze nazionali ben note.
Gli editorialisti che ho letto si preoccupano tutti della sopravvivenza del governo, confidando nel senso di responsabilità.
Cosa vuol dire esattamente ? E' responsabile Berlusconi che ribadisce di essere vittima di un accanimento giudiziario ma non fa alcun riferimento a conseguenze per l'esecutivo Letta  ?
E' responsabile Epifani, che si preoccupa di dire che la sentenza va applicata (qualcuno aveva sostenuto il contrario? ) così come si darà seguito alle sue conseguenze (leggi : decadenza di Berlusconi dal seggio senatoriale). Meglio allora i renziani, che, almeno a caldo, restano coerenti con la loro filosofia di non cavalcare la vittoria giudiziaria , che a loro dire non andava perseguita e agognata come invece molta loro parte ha sempre fatto, non riuscendo a spuntarla diversamente.
A parer mio il Governo non ce la farà, perché è l'attuale PD che non riuscirà a reggere l'urto. Ai malpancisti delle larghe intese, perché quelli di destra sono infetti, si aggiungeranno, con vari distinguo, i renziani, che non vedono l'ora - comprensibilmente, Renzi è favorito - di tornare alle urne. Tra i filogovernativi, ci sono tanti che , pur odiando sia Berlusconi che Renzi, devono rendere conto alla base e quindi dovranno digerire il rospo e correre il rischio di avere il secondo come prossimo presidente del consiglio.
E' questa tragedia che dicono tutti ? Io non ne sono convinto. Governare non dovrebbe voler dire galleggiare, tanto più in un momento di crisi che richiede interventi forti e coraggiosi.
Il governo delle larghe intese non mostra di avere questa forza - come non l'ebbe, dopo poco, nemmeno l'esecutivo dei tecnici - e quindi perché dovrebbe durare per forza ? Anche in questo, Renzi torto non ce l'ha.
Quanto al fatto che ci sarebbe un nuovo stallo...perché questo comporterebbe il Porcellum, questo non è affatto detto. Stavolta gareggerebbe Renzi, ed è molto verosimile che il Sindaco di Firenze, se non si logara un altro po' , riesca a vincere  con buono scarto. Il resto lo farebbe appunto il sistema elettorale, col suo premio di maggioranza. In caso contrario, se veramente si avesse un nuovo sostanziale pareggio...senza controllo di entrambe le camere, oh e allora ci si dovrebbe rassegnare , tacitare gli ultrà e realizzare l'unico governo che gli italiani partoriscono.
Spero non si vari un governo di sinistra grazie ad una diaspora grillina...quello agognato da Bersani. Però anche questo potrebbe accadere e non è detto che non si riveli un esecutivo quantomeno più determinato dell'attuale. Certo, i conti con l'Europa li dovranno, del caso, fare anche loro...
Infine, la questione giudiziaria. Ho già detto come su questa le convinzioni siano ormai radicate, e del resto, in 20 anni, come potrebbe essere diversamente ?
I fatti sono questi :
1) Berlusconi è uomo di 77 anni. Fino a 57 (un'età in cui molti italiani del passato già si erano pensionati) fa l'imprenditore. Ha successo, è ricco, controlla la TV privata. Ebbene, immaginando che tutto questo lo abbia iniziato a  27 anni, per 30 l'uomo non ha nessuna bega giudiziaria    DOPO, in 20 anni, ha accumulato 44 procedimenti (calcolo forse approssimativo per difetto ).
2) Fino alle condanne di quest'anno, in passato era sempre stato archiviato o prosciolto (con varie formule, dalle assoluzioni con formula piena alle prescrizioni )
3) La dialettica processuale tra difensori, PM e anche giudici in molti dei processi di Berlusconi non è (per fortuna) quella ordinaria. Mi riferisco all'ostruzionismo difensivo (che pure esiste, ma certo non nella misura praticata da Longo e Ghedini ) , alle istanze di astensione e ricusazione, all'animosità personale rivelatrice di mancanza del giusto distacco professionale, alle visite fiscali in ospedale, alla calendarizzazione straordinaria.
Tralasciando il numero incredibile di intercettazioni e l'improbabilità di alcune imputazioni, ce n'è abbastanza per quello che noi civilisti chiamiamo "fumus boni iuris" e altrove "legittima suspicione".
Allo stesso tempo, io, e molti altri, siamo convinti che Berlusconi sia tutt'alto che un De Gasperi, un Einaudi , tra i pochi uomini di Stato italiani che hanno saputo coniugare capacità di governo e condotta esemplare.
Berlusconi è fin troppo rappresentativo di quelle che sono le nostre prevalenti caratterialità
Pertanto un uomo che ha preso le sue scorciatoie, quando gli si sono presentate, ma anche uno che è stato vissuto come un uomo da abbattere dalla magistratura impegnata politicamente, che pure è una realtà non discutibile.
Infine, a coloro che dicono e diranno : ebbé, l'ha condannato anche la Cassazione, è colpevole per forza, rispondo "perché mai ?".
Sicuramente lo è per la Legge. Ma questo non è un argomento né logico, né etico. E' FORMALE. Il che ha un suo valore, assolutamente. Come spesso ripeto agli ingenui, i giudici devono (dovrebbero)  applicare la LEGGE, la Giustizia, in senso alto, non è cosa degli uomini, ma degli Dei (per chi ci crede).  Una sentenza passata in giudicato mette un punto d'ordine, ed è questa la sua irrinunciabile funzione.
La VERITA'...beh quella non affatto detto sia scritta in una sentenza, anrché passata in  giudicato.
Del resto basta rovesciare i termini della cosa : alzi la mano, anche tra i miei amici che la pensano diversamente  (che conosco e che stimo ), chi, se fosse arrivata una sentenza favorevole a Berlusconi, non sarebbe rimasto convinto che i giudici erano stati condizionati da ragioni di realpolitik, che Napolitano era intervenuto per salvare il governo, la "pacificazione " e così su per li rami ? Nella migliore delle ipotesi, avrebbero detto che i giudici si erano sbagliati, irretiti dai preziosi (e numerosi, ben 47, una bella fantasia no ? ) cavilli di diritto del Prof. Coppi.
Quanti, tra coloro da sempre convinti che Berlusconi è il MALE, avrebbero CAMBIATO idea solo perché anche stavolta assolto ?
NESSUNO. ASSOLUTAMENTE NESSUNO.
Ecco, non pretendete che accada il contrario.
Di sentenze sbagliate, anche in Cassazione, è pieno. Lo Stato Italiano è sempre più spesso chiamato a fare i conti con gli indennizzi per ingiusta detenzione, e quando questo accade c'è quasi sempre un giudizio della Cassazione che si è rivelato errato (anche solo in fase cautelare).
Da ultimo, sono solito citare il caso Sofri.
Lo faccio perché io, liberale di destra, credo alla professione di innocenza dell'ex Leader di Lotta continua, che si è assunto la responsabilità morale e politica dell'omicidio di Luigi Calabresi, ma si è sempre dichiarato innocente del suo assassinio. Ma lo faccio anche perché Sofri è un campione della Sinistra, specie di quella intellettuale ed etica.
Ebbene, da un punto di vista della giustizia, la stessa che ieri ha definitivamente condannato Berlusconi, Adriano Sofri è un ASSASSINO, senza più se o ma.  Anzi, nel suo caso sono state rigettate anche le istanze di revisione e il ricorso alla Corte Europea (Berlusconi queste strade ancora non le ha percorse, si preannuncia la seconda).
Bene, Adriano Sofri oggi scrive sul Foglio (Ferrara è stato tra i più strenui sostenitori dell'innocenza e si è battuto per la grazia e per la libertà dell'amico ) e su Repubblica, pubblica libri, si occupa dei più deboli, specie se in carcere, a suo tempo denunciò le atrocità perpetrate nella ex Jugoslavia e nella Cecenia.
E' letto da decine di migliaia di persone, ogni suo post su FB ottiene il consenso pressoché unanime di centinaia di amici e sostenitori.
Tantissima gente assolutamente persuasa che quest'uomo sia INNOCENTE, al di là della sentenza definitiva pronunciata "in nome dle popolo italiano".

 

7 commenti:

  1. Condivido in gran parte il suo articolo, condivido soprattutto i toni, mi piacciono così. Faccio solo un'osservazione che, forse, vola al di sopra della vicenda specifica da cui trae spunto la sua riflessione: da quando qualcuno mi ha informata che oltre la verità dei fatti, la verità "storica" esiste una verità giuridica, che è quella che si congela alla fine del processo, io non credo più nel processo, nei suoi metodi, nei suoi protagonisti. Come tanti italiani ho vissuto mio malgrado le aule giudiziarie, ai miei familiari è capitata questa ventura, ai miei amici, è ho toccato con mano come si costruisce quella verità giudiziaria che, nel momento stesso in cui esiste perché legittimata da sentenza, creata da sentenza, crea un mondo parallelo che spiega i suoi effetti nel mondo reale ma che non è a sua volta reale. Questa "corruzione" mi inquieta, i filosofi greci si sono battuti per l'unicità della verità (la verità è la verità, la dica Agamennone o il suo porcaro...), per il valore della verità ad di sopra di ogni "ragionevole" dubbio. E a ciò che noi possiamo attribuire visuali diverse, coefficenti di relatività ed altre variabili, non dovrebbe mai andare a costituire la verità delle cose ma soltanto aspetti accessori che completano la visione del tutto senza negarla o peggio, trasformarla.

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    1. Un commento che apprezzo molto, e che sicuramente vola più alto del caso specifico. Purtroppo questo tipo di sensibilità verso i problemi gravi della giustizia italiana è patrimonio di coloro che hanno avuto la ventura di conoscerla. Se gli è andata bene, hanno conosciuto termini lentissimi , costi sensibili, da nessuno risarciti, persone competenti ma spesso compenetrate (chi per cinismo, chi per rassegnazione) in un sistema disumano.
      Se gli è andata male...

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  2. GIONATA PACOR

    Ottimo. Davvero.

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  3. GIUSEPPE LIPERA

    Intervento molto lucido, arguto e intellettualmente onesto; scritto benissimo peraltro.
    Da leggere integralmente: spero venga gradito così come io l’ho assai apprezzato.
    Lode al suo autore:

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    1. bé che dire ? Grazie . E' superfluo evidenziare come parole così belle facciano oltremodo piacere e anche un po' inorgoglire...

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  4. ANTONELLA SPADONI

    Non sono riuscita a mettere un commento sul post che trovo ottimo anche se non ho mai sopportato Sofri sin dagli anni di piombo. In Italia ormai si parla solo più di "Verità processuale" il che vuol dire la rinuncia al perseguimento della VERITÀ. In Italia, perché per esempio in USA dove mi trovo ora, ma anche in Canada, si parla ancora della ricerca della VERITÀ, attraverso le investigazioni e le PROVE in processi ben fatti.

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  5. FRANCESCO LODISE

    Caro Stefano , ho letto con attenzione quanto da te argomentato e lo sottoscrivo .

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