domenica 15 settembre 2013

ATTENZIONE AL FANTASMA DI BERLUSCONI


Stimo molto Peppino Caldarola, uomo di sinistra storico e tutto di un pezzo, Nessun timore a dire quello che pensa, sfidando la pancia del popolo cui pure appartiene. Eppure , pur sapendo queste cose, sono rimasto colpito dell'articolo relativo alla questione della cosiddetta pacificazione, rifiutata dalla gente di sinistra che sente l'odore del sangue dell'avversario (giudizialmente) ferito.
Anche Renzi pare essersi iscritto alla fine a questa genia. "Game Over" ha detto da Vespa, dimenticandosi quando intelligentemente sosteneva che gli avversari andavano sconfitti politicamente, alle urne, e non per mano giudiziaria. 
Caldarola no, non si schiera dalla parte di maramaldo e spiega perché questo sarà l'ennesimo errore della sinistra. 
Io credo che abbia ragione.
Buona Lettura

  "Se la sinistra, come Previti, non vuole prigionieri" 
 
Si sta abbattendo sul mondo di destra un ciclone devastante. Il leader, tempo qualche settimana, sarà istituzionalmente fuori gioco anche se la sua fantasia potrà suggerirgli altri modi di guidare la sua area politica. E’ altrettanto probabile che altre inchieste giudiziarie possano colpirlo anche nella sua libertà personale. C’è chi pensa che misure di sequestro sul suo patrimonio potranno mettere in gioco lo stesso assetto ( anche l’esistenza?) delle sue aziende. Il conflitto di interesse questa volta ha funzionato all’incontrario. Gli avversari di Berlusconi potranno dire che se l’è cercata. Il mondo politico di centro-sinistra, Renzi compreso, cioè compreso colui che voleva aprire in dialogo con gli elettori di destra e leghisti, ha fretta perché vuole togliere il de cuius rapidamente dalla scena politica, ovvero da una parte della scena. Sono le leggi ferree delle guerre all’ultimo sangue in cui l’avversario va spezzato e umiliato, non si fanno prigionieri, si spera che le truppe sconfitte si dividano e scelgano l’8 settembre. In tutto questo frangente la sinistra ha sondaggi elettorali miserabili, la destra mostra resistenza elettorale, i grillini, come minimo, non crescono. Forse è arrivato il momento di interrogarsi sul dato politico di fondo. Berlusconi è finito, molti lo abbandoneranno, le sue aziende rischiano la vendetta, ma la destra continuerà ad esistere. Prima o poi troverà un assetto e in questo assetto il collante sarà la voglia di rivincita, pressappoco lo stesso sentimento che spinse tanti elettori del pentapartito, fra loro tanti socialisti, a scegliere il cavaliere pur di non far vincere la sinistra. Quello che stupisce in queste ore è l’assenza di un’analisti dello psicodramma dell’avversario nel mondo di sinistra. In ogni guerra si analizza lo stato d’animo dell’esercito soccombente. Da lì si vede se c’è , e quale è, la cifra della vittoria e soprattutto come si può ricostruire. In qualche caso si sceglie l’atto di clemenza verso il leader sconfitto, in altri casi non si maramaldeggia, generalmente si esprime comprensione per chi ha perso la guerra pur avendo vinto molte battaglie elettorali. Invece sento voglia di vendetta, ansia di rivincita, convinzione che dopo Berlusconi nascerà una destra europea ( ma che è la destra europea?). Il gesto di clemenza di Togliatti ebbe come cifra politico-culturale non gli amnistiati ma il loro popolo invitato a partecipare alla nuova stagione politica con addosso la bisaccia della sconfitta ma non l’anatema della fuoriuscita, come popolo, dalla storia. Renzi era sembrato il leader più adatto a trovare le parole giuste per rivolgere questo sentimento di comprensione verso gli elettori dello sconfitto. D’Alema, colui che aveva giudicato Mediaset un risorsa italiana, l’uomo politico coraggioso che andava controcorrente. Veltroni, che con Berlusconi immaginò un sistema politico bipartitico, fondato su un accordo di ferro fra le due parti, è stato il leader che ha cercato di attenuare l’ossessione antiberlusconiana. Tutto finito. In tv impazza Travaglio che dà del delinquente al capo di un popolo così che i suoi contraddittori che lo insultino pesantemente. Molti talk show sono davvero vergognosi. Ci sono paesi che sono usciti dalle guerre coloniali, da cambi di sistema , da presidenze finite per azione giudiziarie riuscendo a tenere unita la nazione, con il vincitore che ha teso la mano al perdente. La pacificazione è questo. Non è inciucio, non è compromesso deteriore, non è scambio degradante. E’ far passare l’idea che in democrazia chi ha perso anche gravemente, può trovare un’altra strada e soprattutto ha una storia che non è una storia criminale malgrado il suo capo ceda il passo dopo una sentenza che lo consegna al giudizio di aver praticato l’illegalità. Questi ragionamenti negli anni scorsi hanno ispirato tutti coloro che hanno cercato di pacificare lo scontro italiano, che hanno chiesto il reciproco riconoscimento, che hanno preferito la via politica a quella giudiziaria. Siamo stati additati come traditori. Oggi fatevi dirigere da Travaglio, l’unico che ha in testa una lettura della storia italiana come interamente criminale. Renzi non sa raccontarci l’Italia, Cuperlo vola sulle nubi dei valori raccontandoli come se fossero di sinistra mentre sono universali e potrebbero essere sottoscritti anche dai conservatori di altri paesi più civili del nostro. Quel che voglio dire a tutti i farneticanti attori di questa stagione che oggi non si sta scrivendo una storia giudiziaria ma si sta dando una narrazione al popolo, ognuno la sua. Se alla destra gli togliamo anche la dignità della propria, il fantasma di Berlusconi ci perseguiterà e una sinistra come quella attuale, senza progetti, litigiosa al suo interno, perderà, forse non le lezioni ma la sfida del governo.

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