venerdì 13 settembre 2013

DE MAGISTRIS E LA LEGGE CHE A NAPOLI ABDICA


La compravendita di alloggi popolari, occupati abusivamente, con i comuni che stanno a guardare, sicuramente non è un fenomeno solo napoletano. A Roma sicuramente c'è ed è enorme. Quello che Antonio Polito denuncia è qualcosa in più : a Napoli i quartieri dell'edilizia popolare vengono "monopolizzati" dalla gente in qualche modo legata alla camorra, in modo da costituire una sorta di fortino nella città, luogo di riparo per i latitanti e per la "roba" (droga, armi, quello che serve). Accade così che non solo gli appartamenti vengano occupati abusivamente, ma anche che quelli assegnati legittimamente vengono sottratti agli aventi diritto convinti a lasciare posto a persone amici degli amici.
Tutto questo da domani a Napoli non sarà solo uno stato di fatto ma addirittura di diritto, perché pare che sotto l'egida di De Magistris, l'uomo de "in nome della legge", il tutto sarà bello che sanato con un bel condono. E il sindaco parla di "delibera a favore dei diritti sulla casa"...come se non sapesse cosa avviene nella sua città.
Tutto questo - e tanto altro, come le violenze terroristiche dei NO TAV non solo contro le forze dell'ordine ma anche contro imprenditori e lavoratori considerati amici del progetto ferroviario - nei giorni in cui sentiamo così spesso dire che in Italia il principio di legalità deve essere salvaguardato sopra ogni cosa.
Dovrebbe, non c'è dubbio, ma non solo non avviene, ma in certe zone (e non solo a sud, che i cantieri della TAV sono in Piemonte) ormai ci si è proprio rinunciato.
Meno retorica please, soprattutto speciosa.

L'INCREDIBILE VICENDA DEGLI ABUSIVI A NAPOLI

Come premiare l'illegalità

Circola in Italia una strana idea di legalità. I suoi cultori chiedono alle Procure di esercitare il ruolo improprio di «controllori» ma non appena possono premiano l'illegalità, per demagogia o per calcolo elettorale. È il caso di Napoli, città-faro del movimento giustizialista visto che ha eletto sindaco un pm, dove è stata appena approvata, praticamente all'unanimità, la sanatoria degli occupanti abusivi delle case comunali. Nel capoluogo partenopeo si tratta di un fenomeno vastissimo: sono circa 4.500 le domande di condono giunte al Comune per altrettanti alloggi. Per ogni famiglia che vedrà legalizzato un abuso, una famiglia che avrebbe invece diritto all'abitazione secondo le regole e le graduatorie perderà la casa. Non c'è modo migliore di sancire la legge del più forte, del più illegale; e di invitare altri futuri abusivi a spaccare serrature e scippare alloggi destinati ai bisognosi.
Ma nelle particolari condizioni di Napoli la sanatoria non è solo iniqua; è anche un premio alla camorra organizzata. È stato infatti provato da inchieste giornalistiche e giudiziarie che «l'occupazione abusiva di case è per i clan la modalità privilegiata di occupazione del territorio», come ha detto un pubblico ministero. In rioni diventati tristemente famosi, a Secondigliano, Ponticelli, San Giovanni, cacciare con il fuoco e le pistole i legittimi assegnatari per mettere al loro posto gli affiliati o i clientes della famiglia camorristica è il modo per impadronirsi di intere fette della città; sfruttando le strutture architettoniche dell'edilizia popolare per creare veri e propri «fortini», canyon chiusi da cancelli, garitte, telecamere, posti di blocco, praticamente inaccessibili dall'esterno e perfetto nascondiglio per latitanti, armi e droga.
Non che tutto questo non lo sappia il sindaco de Magistris, che a Napoli ha fatto il procuratore. E infatti ha evitato di assumersi in prima persona la responsabilità di questa scelta. L'ha però lasciata fare al consiglio comunale, Pd e Pdl in testa, difendendola poi con il solito eufemismo politico: «Non è una sanatoria. Io la chiamerei delibera sul diritto alla casa». E in effetti è una delibera che riconosce il diritto alla casa a chi già ce l'ha, avendola occupata con la forza o l'astuzia.

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