giovedì 12 settembre 2013

SE QUESTO E' UN UOMO : RUSSO SEVIZIO' PER ORE LA RAGAZZA UCCISA, REGISTRANDO TUTTO, CON PIU' TELECAMERE


 Mi accorgo che spesso, troppo, mi trovo a usare le parole di Primo Levi, usate per titolare il suo terribile libro "Se questo è un uomo", che però immancabilmente mi tornano in mente quando leggo notizie di cronaca come quelle dei fatti di Lodi, dove Vincenzo Russo ha ucciso - le prove in mano alla procura stavolta sembrano veramente incontestabili - una giovane rumena di 18 anni, usandole una serie di sevizie, abusando di lei anche dopo morta, e riprendendo il tutto in una sorta di set cinematografico dell'orrore. 
Gioco erotico finito male, si era difeso lui, ma le riprese video (le registrazioni erano nella sua auto) raccontano una storia peggiore e raccapricciante.
Di fronte a queste cose, il mio garantismo vacilla, però anche a questa sottospecie di essere umano un processo giusto dovrà essere fatto, verificati gli elementi raccolti dalla polizia e inflitta alla fine una condanna severa che speriamo sconti effettivamente.
Perché alla fine, sia pure con un certo sforzo, anche laddove siamo certi della colpevolezza - e questo sembra essere uno di quei non frequenti casi - dobbiamo essere differenti da queste bestie e agire secondo legge.
Ma se tu fossi il padre di quella ragazza ? Non lo so, nelle situazioni bisogna starci. Però voglio credere che saprei reprimere l'istinto di farmi giustizia da solo. Come scriveva il filosofo Horkheimer, il Diritto è la vendetta che rinuncia.
Ecco gli aggiornamenti di cronaca sul Corriere on line


la 18enne romena uccisa e abbandonata in un campo nel lodigiano

La morte di Lavinia in tre ore di video
E spuntano i filmati di altre ragazze

L'assassino aveva nascosto microcamere nella stanza del motel e nel suo orologio. Potrebbe essere un serial killer

 
Lavinia Simona Ailoaiei, 18 anni, in una foto postata su Facebook (Photomasi)Lavinia Simona Ailoaiei, 18 anni, in una foto postata su Facebook (Photomasi)
Più di tre ore di video. Che gli inquirenti hanno dovuto visionare lottando contro la ripugnanza. Prima le scene di sesso estremo, poi le sevizie, lo strangolamento, la morte, e non finisce qui. Gli istanti dell'orrore sono stati registrati minuto dopo minuto da una serie di microtelecamere che Andrea Pizzocolo, ragioniere 41enne di Arese, aveva nascosto in anticipo nella camera del «Motel Moon» di Busto Arsizio, prima dell’arrivo della sua vittima, Lavinia Simona Ailoaiei, la 18enne romena uccisa nella notte tra venerdì e sabato nel Lodigiano. Anche nell'orologio dell'uomo c'era una microcamera che registrava immagini. Lei non sapeva nulla delle riprese. Ne sono certi gli investigatori e il procuratore capo della Repubblica di Lodi Vincenzo Russo, e da ieri ne è convinto anche il giudice per le indagini preliminari di Lodi, Isabella Ciriaco, che ha convalidato il fermo dell’uomo, accettando tutte le contestazioni della procura. Diciottenne uccisa e abbandonata in un campo Diciottenne uccisa e abbandonata in un campo    Diciottenne uccisa e abbandonata in un campo    Diciottenne uccisa e abbandonata in un campo    Diciottenne uccisa e abbandonata in un campo    Diciottenne uccisa e abbandonata in un campo
PREMEDITAZIONE - Anzi, nell’ordinanza il gip sottolinea nero su bianco che i video ritrovati sull’auto di Pizzocolo e allegati alla richiesta di arresto, dimostrano la premeditazione dell’omicidio. Che sarebbe, secondo i giudici, volontario e aggravato dalle sevizie e dai motivi «futili e abietti». Per il gip, i video trovati nell'auto dell'omicida dimostrano la «falsità» delle sue dichiarazioni quando, durante la sua confessione, ha affermato che si era trattato di un «incidente» e soprattutto «le sevizie e la brutalità - si legge nel provvedimento del giudice - usata dall'indagato nel realizzare l'omicidio di fronte ai vari ed estremi tentativi della vittima di sottrarsi al suo carnefice». Un quadro pesante che si abbatte sulle spalle del ragioniere e toglie ogni credibilità alla sua storia del gioco erotico finito male.
LO STRANGOLAMENTO - A quanto riferiscono gli inquirenti, infatti, nelle immagini del motel di Busto Arsizio si vede chiaramente l’uomo che estrae le fascette di plastica da elettricista da sotto le lenzuola e le lega al collo della ragazza, prima una e poi l’altra, stringendo fino a quando lei non smette di respirare. Ogni istante è registrato nei dettagli, da diverse angolazioni. «Anche la descrizione più dettagliata e realistica non può rendere con sufficiente giustizia la freddezza, la lucidità, la tenacia e la crudeltà che trasuda» dai filmati, scrive il gip. Al momento si valuta l’ipotesi che Pizzocolo pensasse addirittura di realizzare uno snuff movie, uno di quei film in cui la vittima di abusi e violenze sessuali muore davanti alla telecamera. E che hanno un loro turpe mercato su Internet.

GIA' MORTA - Esaminando le immagini, gli inquirenti hanno accertato che Pizzocolo, dopo essersi spostato dal motel di Busto Arsizio a quello di San Martino - vicino al campo dove alla fine ha abbandonato il corpo della vittima - si è portato dietro le telecamere e le ha montate nella nuova stanza. Era entrato direttamente in auto attraverso la saracinesca, quindi ha potuto senza esser visto da nessuno caricarsi il cadavere in spalla e portarlo in camera, dove si è filmato mentre compiva ripetuti atti sessuali sul corpo inanimato.
ALTRE RAGAZZINE - Gli inquirenti ora sono molto preoccupati perché nella memoria dell'orologio da polso, dell’hard disk del computer di casa (l'uomo ha una compagna e una bambina di 5 anni) e nelle schede di memoria trovate in auto ci sono migliaia di altri filmati, in cui appaiono molte ragazze, pare addirittura un centinaio, tutte giovanissime. Adesso questura e procura indagano per cercare di verificare l’identità di queste partner. Esaminando anche le segnalazioni che riguardano donne ritrovate morte o scomparse: una pista da percorrere per capire se l'assassino di Lavinia è stato un caso isolato o soltanto l'ultima tappa di un micidiale serial killer.
IL COMPAGNO - Nel frattempo il compagno di Lavinia, un giovane romeno, si è presentato in Questura a Varese. I due convivevano a Milano e lui, almeno a quanto ha raccontato, non sapeva nulla delle inserzioni a luci rosse che la ragazza aveva messo sul web.

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