L'amica e collega Renata Serci mi segnala una vicenda grottesca che evidenzia una volta di più, ma non ce n'era proprio bisogno, di come in Italia, tra i problemi più grandi, c'è quello della mancanza di una vera, seria classe dirigente (quanto bene lo disse Baricco lla seconda Leopolda di Renzi !). E' il motivo per il quale da noi i commissari di stato, che in altre nazioni costituiscono la spina dorsale dell'apparato pubblico (volenti o nolenti, un elemento cruciale nei paesi moderni, ancorché noi si sia tra coloro che ne sognano il forte "snellimento"), sono miseri burocrati, impegnati a conservare all'infinito la loro posizione di rendita e quindi a intralciare ogni timido tentativo di ridurre gli sprechi (eliminare, sarebbe troppo) e di riformare quello che bisogna, cioè TANTO, della macchina statale.
Però l'arroganza e la stupidità del gesto della signora (chissà che mi denunci per apostrofarla così) Intrieri credo meritino di entrare nel guinnes dei primati : rimanda indietro una lettera indirizzatale dalla prefettura perché priva dell'appellativo "Onorevole" (cosa che peraltro la signora non è più, per fortuna, ma si sa "re per una volta, re per sempre"). Adesso, a prescindere dalla conseguenza concreta che nella missiva vi erano dei documenti utili a che la destinataria, non si sa come garante per l'infanzia nella regione Calabria, facesse non so che controlli in un centro di accoglienza a Capo Rizzuto, e che pertanto la signora Intrieri non sta svolgendo il compito che le compete, come giustificare simile prosopopea ?
Il Corriere della Sera, che riporta la notizia, richiama il precedente non lontano di delirio da carica statale : il prefetto di Napoli De Martino che mortificò un semplice prete che, nel rivolgersi alla collega, prefetto di Caserta, aveva dimenticato di aggiungere la qualifica (cosa sulla quale invece, l'interessata, mostrando molta più intelligenza, aveva del tutto sorvolato). Il caso, di cui pure il camerlengo parlò ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/10/larroganza-senza-fine-del-prefetto-di.html ) http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/10/assediato-il-prefetto-di-napoli-si.html ), fu anche più grave visto che lì un rappresentante dello stato avvilì con una scenata stizzosa e assurda una persona semplice che era lì per perorare aiuto ai rappresentanti dello Stato. Mal gliene incolse, perché il fatto, registrato in video, fece il giro della rete e De MArtino fu costretto a scusarsi (del resto, se l'era preso col debole sbagliato, che un prete, per quanto umile, fa sempre parte di una comunità non del tutto incapace di farsi sentire nei palazzi che contano...).
Sarebbe bello che lo facesse anche questa signora Intrieri, che tra l'altro, per prendere carta e penna, imbustare e spedire una lettera ci vuole pure un minimo di tempo...Il cervello dovrebbe accendersi prima o poi in quei dieci minuti e impedirti di fare sciocchezze (per posta elettronica è più ardua).
Comunque due penosi episodi di gente assai piccina che pensa di essere diventata grande per una carica (che ben poco onorano con siffatte condotte).
Come ulteriore conseguenza, confido che venga fatta decadere questa assurda regola, se c'è, di dover apostrofare onorevole uno/a che per (s)ventura è stato eletto in parlamento anche quando non lo sia più. Che già basta e avanza quando è in carica !
Ecco la notizia sul Corriere on Line
- Corriere della Sera >Cronache
Il caso - La delegata della Regione Calabria all'infanzia litiga con la Prefettura
«Mi chiami onorevole»
E il Garante rifiuta la posta
L'ex parlamentare blocca la visita ai bimbi da tutelare
Marilina Intrieri
Lei non sa chi sono io. «Offesa» per la mancata attribuzione del
titolo di «onorevole», Marilina Intrieri, ex deputato dell'Ulivo (nella
breve legislatura 2006-2008) e attuale Garante per l'infanzia della
Regione Calabria, ha rispedito al mittente i documenti che il
funzionario della Prefettura di Crotone le aveva inviato per
autorizzarla a visitare il Cara, Centro accoglienza e richiedenti asilo
di Isola Capo Rizzuto.
Si è presa la briga di mettere nero su bianco il suo disappunto.
Quando ha visto che il pass mandato dall'ufficio governativo si limitava
a definirla «dottoressa», quasi fosse un insulto, ha protestato con una
pesante lettera per l'«inconveniente». E ha bloccato (non si sa per
quanto tempo) la procedura che avrebbe dovuto portarla a ispezionare la
struttura che ospita bambini immigrati, cioè a svolgere uno dei compiti
per i quali è stata nominata dal presidente del consiglio regionale
«Garante».Nella comunicazione ufficiale, vergata su carta intestata del Garante per l'infanzia e datata 7 settembre, Intrieri spiega al funzionario della Prefettura di Crotone di restituire le lettere «che mi ha inviato perché voglia cortesemente integrarle col pertinente titolo istituzionale. Ho constatato, infatti, dalla lettura delle note a sua firma che mi viene attribuito il titolo accademico (verosimilmente "dottoressa", ndr ) e non anche quello di onorevole che mi compete nella mia qualità di deputato della XV legislatura». «Mi sorprende - conclude il Garante calabrese per l'infanzia - che l'inesattezza rilevata provenga dal massimo ufficio dello Stato sul territorio. Attendo quindi le note corrette».
Insomma, senza la parola «onorevole» non si va da nessuna parte. Intrieri, nominata Garante in «quota» centrodestra nel dicembre 2010 dal presidente del consiglio regionale calabrese Franco Talarico, non è pentita per quanto ha scritto: «Confermo tutto e aggiungo pure che un'articolazione dello Stato deve rispettare quanto impone il protocollo. Il titolo "onorevole" rimane anche quando non si riveste più l'incarico di parlamentare». L'unico rammarico per l'ex rappresentante del Pd transitata a ridosso delle elezioni regionali del 2010 nell'Udeur di Clemente Mastella (di cui è stata presidente nazionale), riguarda la diffusione della sua lettera che «doveva restare riservata». «Per questo motivo - annuncia Intrieri - chiederò che venga aperta un'indagine interna per capire chi ha divulgato queste notizie».
Quello di Intrieri non è un caso isolato. Nell'ottobre dello scorso anno un episodio simile aveva creato non poco clamore. Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, si rivolse al prefetto di Caserta, Carmela Pagano, chiamandola «signora» e non «signora prefetto». A quel punto l'allora prefetto di Napoli, Andrea De Martino, perse le staffe pretendendo dal sacerdote «il giusto rispetto» per la rappresentante del governo. Il video dell'accaduto fece il giro del web scatenando una pioggia di attestati di solidarietà nei confronti del prete.
Chi avrà ragione? Il Garante o la Prefettura? Proprio in questi giorni, un rappresentante dell'assemblea regionale che ha nominato Intrieri, Mimmo Talarico (eletto con l'Idv), ha consegnato alle stampe il libro «Onorevole sarà lei», per raccontare come in Calabria ancora imperi un «retaggio spagnolesco» nell'attribuzione di titoli in realtà non riconosciuti.
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