ANCHE SERGIO ROMANO DIFENDE IL DIRITTO DI BARILLA A PENSARLA "NORMALE"
E' uno strano periodo questo, dove mi trovo in disaccordo con due degli opinionisti del Corriere della Sera, Polito e Battista per la precisione, con i quali in passato avevo sempre registrato grande sintonia d'idee, mentre mi capita più spesso di apprezzare i commenti di Sergio Romano, per il quale invece non provo (tuttora) empatia.
Ma certi commenti sulla deriva correntista, sindacale e politica della magistratura, qualche giorno fa (chi volesse... http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/09/bisogna-difendere-lindipendenza-dei.html ) e quella di oggi sulla questione Barilla, mi trovano assolutamente d'accordo con lui.
Nulla di cui preoccuparsi, i diversi pareri sono ricchezza, quando è comunque la ragione a governarli e non la faziosità.
Su Barilla, mi ero espresso a mia volta, con il post : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/09/no-cassano-non-sono-checco-sono-barilla.html
Leggendolo, si comprende perché non potrei non apprezzare le parole dell'ex ambasciatore italiano.
Buona Lettura
LE FAMIGLIE IN CUCINA IL CASO DI GUIDO BARILLA
Barilla dice che continuerà a fare spot pubblicitari presentando la
famiglia tradizionale, donna, uomo e figli. Qual è la sua colpa se
preferisce questo tipo di famiglia anziché quella gay o quella di
colore? Siamo arrivati al punto da non poter manifestare una propria
idea?
Guido Barilla è stato costretto a scusarsi pubblicamente per le
affermazioni pronunciate alla trasmissione «la Zanzara» di Radio24.
Quale «voce dal sen fuggita», se esse volevano ribadire la centralità
della figura femminile nella famiglia sono finite per essere invece
etichettate come un classico esempio di intolleranza verso le unioni
gay. Si sa, ormai a questo mondo tutto è interpretabile, ed
equivocabile, ma sono e rimango convinto della buona fede di chi ha
pronunciato quelle parole conoscendone la storia imprenditoriale dettata
da sempre da tutt’altro che sia il politicamente scorretto. E gli si
dovrebbe oltremodo rendere merito per essersi comportato da «buon padre
di famiglia» nello scusarsi più per la consapevolezza di avere la
responsabilità economica non solo del gruppo Barilla, ma soprattutto di
coloro che vi lavorano.
più per la consapevolezza di avere la
responsabilità economica non solo del gruppo Barilla, ma soprattutto di
coloro che vi lavorano.
Mario Taliani Noceto (Pr)
Cari lettori, In uno Stato liberale gli omosessuali hanno il diritto di
non essere discriminati e insultati, di godere dei diritti civili, di
contrarre una unione conforme alle loro esigenze. Ma non credo che
abbiano il diritto di costringere al silenzio, soprattutto in Paesi dove
il cristianesimo è fortemente radicato, coloro per cui soltanto il
matrimonio fra uomo e donna ha l’autorità della tradizione e il crisma
della moralità. Ho l’impressione che alcune associazioni e gruppi di
pressione stiano chiedendo più di quanto sia utile e necessario. È
difficile immaginare che le due unioni (quella fra persone di sesso
diverso e quella fra persone dello stesso sesso) possano coesistere
l’una accanto all’altra come opzioni altrettanto utili alla soluzione di
un problema. È difficile immaginare che una parte importante della
società rinunci alla proprie convinzioni e smetta di manifestare la
propria disapprovazione. Uno Stato liberale deve evitare lo scontro e
garantire a tutti il godimento dei propri diritti. Ma non può spegnere
le discussioni e i confronti senza mancare alla propria natura e alle
proprie funzioni. Il caso Barilla, in particolare, è quello di un
industriale che lavora per la cucina, vale a dire per quella che in
altri tempi veniva definita, con un pizzico di retorica, il cuore della
casa. È inevitabile, quindi, che le campagne pubblicitarie della sua
azienda siano indirizzate alle famiglie. Interrogato, forse un po’
troppo maliziosamente, sui destinatari preferiti di queste campagne, ha
detto con franchezza che sono le famiglie tradizionali. Vi piacerebbe
vivere in un Paese in cui chiunque osi dire in questa materia ciò che
pensa è costretto a fare pubblica ammenda per le sue parole? A me no.
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