Molta gente in questi giorni si riempie la bocca con parole di cui molti non credo nemmeno sappiano l'esatto significato in italiano : legalità, sentenza definitiva, terzo grado di giudizio (roba che molti di questi, educati da Salvo Sottile, erano convinti del Quarto...).
C'è poca legalità in un paese dove i sindaci del Sud si dimettono perché non protetti dallo Stato mentre cercano di contrastare le varie mafie che governano il territorio (succede, ma sui giornali finisce nei trafiletti di cronaca, e nessuno ne parla). Ce n'è poca se la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo continua a sanzionarci perché abbiamo delle condizioni carcerarie disumane (e ci condanna a salati risarcimenti ai detenuti che fanno ricorso a Strasburgo. Per ora una decina. Immagino presto la valanga...), perché abbiamo un uso eccessivo (distorto) della custodia cautelare, perché non ci decidiamo ad applicare il principio di responsabilità civile dei giudici.
E le sentenze definitive possono essere oggetto di revisione ( se ve ne sono i presupposti) e di fatto il "quarto grado" ormai esiste, da tempo, ed è appunto costituito dalla Corte di Strasburgo che può ordinare ai nostri giudici di modificare le sentenze. Successo recentemente proprio ad un "servo" di Berlusconi, Belpierto, condannato in Cassazione per diffamazione a mezzo stampa con 4 mesi di carcere. Sentenza definitiva quindi, eppure impugnata a Strasburgo, che ha stabilito che il carcere per un delitto di opinione è sanzione non compatibile con le norme comunitarie, che sono SOVRANAZIONALI.
Questo non significa che Berlusconi abbia diritto alla revisione o che la Corte Europea gli darà ragione.
Solo che quella sentenza non è processualmente e legalmente inattaccabile. Appuntatevelo, per le prossime discussioni a cena o al bar.
La corporazione dei magistrati tuona contro gli attacchi di Berlusconi e grida all'eversione. In realtà, la discutibilità del loro nemico, sicuramente personaggio disinvolto è il loro più grande baluardo, perché impedisce di mettere mano alla riforma della Giustizia che passa, inevitabilmente, per la LORO riforma.
Peraltro, la delegittimazione non nasce con il Cavaliere, che sicuramente l'ha amplificata e pubblicizzata, ma dal quotidiano verificarsi di episodi poco consoni alla "legalità".
A parte gli errori giudiziari, con gente che si fa giorni, mesi, anni di prigione e poi viene assolta (senza scuse e a volte senza risarcimenti), a parte i danni morali e materiali per essere finiti ingiustamente sotto accusa (e se hai la fortuna di non essere stato in prigione, nessuno te li rifonde ), ci sono i mille e mille episodi di sciatteria e/o arroganza di chi ha un potere micidiale : disporre della tua libertà.
Ecco di seguito un episodio narrato da un amico nonché collega (la prima cosa conta, la seconda è mera circostanza) Antonio Visconti.
"Tribunale di Sorveglianza di Napoli. I familiari di un mio assistito in carcere, mi comunicano che il padre del detenuto è in fin di vita e mi pregano di chiedere un permesso per consentire al figlio di dare un ultimo saluto al genitore.
Nessun commento:
Posta un commento