mercoledì 13 novembre 2013

L'INSULTO A NASSYRIA. 8 MILIONI DI ITALIANI NON POSSONO ESSERE TUTTI DEMENTI COME LA "CITTADINA" CORDA


Io, per quanto non abbia simpatia per gli ortotteri di Grillo (guardate, già più per il loro capo) , non posso credere che il centinaio e passa finiti in Parlamento siano tutti dell'infimo livello di quelli che finora sono saliti alla ribalta. Questa speranza trae forza dal fatto che questa gente in Parlamento c'è finita certo non perché votata dall'elettorato grillino, ma grazie al Porcellum e alle sciagurate parlamentarie in rete, di cui immagino  il Guru e Beppe non si siano mai pentiti abbastanza ( e sono certo che quando ci saranno nuove elezioni, il criterio di selezioni dei candidati sarà ben più severo).  Il Movimento ha preso oltre 8 milioni di voti e i parlamentari sarebbero stati scelti da 40.000 internauti....Ridicolo.
E così abbiamo avuto la Lombardi, poi quelli che si sono dimessi dal gruppo - ma NON da parlamentari - per finire nel gruppo misto, poi il demente complottista che l'11 settembre ha evocato le solite panzane sulla "verità" delle Torri Gemelle e ieri la cittadina Corda che nel giorno della commemorazione delle vittime di Nassyria ha pensato di celebrare, vittima tra le vittime, uno dei loro assassini. 
No, non penso che 8 milioni di italiani siano così scemi. Un po' sì. Anche un bel po' va.
Ma milioni e milioni no, sono certo di no.
Ecco, sulla amara vicenda, il commento severo ma nemmeno troppo del bravo Pierluigi Battista



L’INUTILE OFFESA ALLE VITTIME DI NASSIRIYA"
 



Un quarto d’ora di celebrità lo meritava anche la cittadina Emanuela Corda, deputata del Movimento 5 Stelle. Peccato però che il destino le abbia regalato la celebrità nel momento peggiore, con le peggiori parole e nel ricordo di circostanze drammatiche. A dieci anni dall’eccidio di Nassiriya, la cittadina Corda ha voluto ricordare, oltre alle 19 italiane, un’altra persona qualificata come vittima: anche l’attentatore, l’autore della strage, il carnefice che però, «spinto dalla fame e da una speranza», sarebbe «vittima» anch’egli, da commemorare al pari dei morti ammazzati. Non una parola di pietà per un morto, dunque: non ci sarebbe scandalo in questo caso.
In questo caso, però, l’innocentizzazione dello stragista riscattato e celebrato come assassino suo malgrado. La sua parificazione, ovviamente secondo il topos dell’anti-americanismo più stantio, alle vittime della sua stessa violenza, essendo la violenza cieca e orribile, nemmeno nobilitata dalla «fame a da una speranza», una prerogativa del bieco e guerrafondaio Occidente. Attraverso le parole delle deputata Corda non parla un sentimento, ma un’ideologia, abbracciata con una consequenzialità rigida e dottrinaria che non lascia spazio a dubbi.
Il fatto che l’assassino (chiamato anche impropriamente kamikaze) fosse un marocchino, non un iracheno spinto eventualmente alla lotta terroristica da motivazioni «nazionali» e indipendentiste, illumina ancora di più il carattere ideologico della vittimizzazione del carnefice. Il nemico è sempre uno: l’Occidente. Lo stesso, peraltro, che fa infuriare terroristi e «kamikaze» che mettono in gioco la loro stessa vita nutriti da un odio implacabile e inestinguibile per un Nemico considerato come l’incarnazione satanica di ogni male. Che poi questa litania vittimistica possa risuonare nell’aula parlamentare di un Paese che ai valori della democrazia occidentale dovrebbe essere inscindibilmente legato, aggiunge sconcerto a sconcerto. E che simili stravaganze siano proclamate proprio mentre si ricorda il decennale di una strage aggiunge allo sgomento anche un pizzico di rabbia. Ogni tesi, anche la più strampalata, ha diritto di cittadinanza in una democrazia retta da valori che sono l’opposto di quelli predicati da chi ha armato la mano dell’assassino di Nassiriya. L’11 settembre, nella stessa Aula, un altro deputato del M5S ha declamato il solito compitino confezionato dai negazionisti del massacro delle Twin Towers: un esercizio di complottismo allo stato puro che cozza contro la storia e la logica. Però è un peccato che le famiglie delle vittime assassinate da un terrorista siano oltraggiate così una seconda volta, e proprio durante la commemorazione per i dieci anni di una strage che, allora, commosse tutta l’Italia, compresa quella che legittimamente si era opposta alla partecipazione italiana nel conflitto in Iraq. Quindici minuti di notorietà da buttare addosso a dieci anni di storia .

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