venerdì 20 dicembre 2013

CUPERLO TI SEI CHIESTO PERCHE' HAI PERSO E MALE ?


Quando Caldarola "sposa" Renzi mi lascia perplesso. Forse perché anche io l'ho fatto, due anni fa, e ora sono deluso e ora aspetto i fatti. Che la rottamazione sia stata una grande intuizione non c'è dubbio, e lanciare parole d'ordine rivoluzionarie per la sinistra, come "Merito", "Decisionismo" , "Stop alla concertazione" è seducente, però attaccare e più facile che FARE. 
Oggi che è arrivato alla prima poltrona che conta a livello nazionale (che essere il sindaco di Firenze ovviamente conta solo nella città di Dante) , segretario del partito che, magari a malavoglia, è l'azionista di maggioranza dell'attuale governo, la musica inizia a cambiare.
E già si vedono le prime scivolate...Sull'articolo 18 Renzi dice le cose di sempre : niente totem ideologici. MA quando la CGIL ringhia, come ha SEMPRE fatto sui totem, ecco subito il passo indietro "NON è priorità"...
Il che, in un momento nel quale le aziende LICENZIANO perché sono in crisi, può essere vero. Ma  per quelle, non molte, che invece hanno ordinativi in crescita e possono assumere, tu non riformi con coraggio questa materia, lanci un pessimo segnale. 
Sulla Giustizia non ne parliamo nemmeno. Renzi di questa materia non sa assoluamente NULLA (infatti nel suo programma per le primarie su di essa non c'era UNA riga). MA questo è un peccato accettabile, considerato che non si può pretendere da nessuno di essere onnisciente. Per questo esistono "gli uomini del Presidente" . Peccato che a detta di molti anche a lui vicini, Renzi si riveli un pessimo "selezionatore", anche in questo simile a Berlusconi, solo che quest'ultimo sceglieva in base alla cortigianeria, preferendo gli yesmen, mentre il primo premia la "fedeltà" (che è diversa dalla lealtà).
La sensazione, che speriamo sinceramente venga smentita, che, come l'altro grande comunicatore , che l'ha preceduto, Renzi abbia un filo diretto con qualche sondaggista di fiducia e quindi esterni molto anche in funzione dell'audience. Se così fosse, è certo che per chi spera in una riforma della giustizia fatta NON CONTRO i magistrati, ma nemmeno riconoscendo loro il secolare diritto di VETO, la delusione sarà cocente. Che è molto più facile promettere "manette per tutti" che fare discorsi poco popolari di civiltà giuridica e quindi di garantismo. E la Morani non vorremmo obbedisse a questo corso...
L'onorevole Danilo Leva, precedente responsabile della giustizia (ha appreso di non esserlo più dalla TV, complimenti a Renzi e a chi ne ha preso il posto : grande eleganza....) in nove mesi aveva compiuto faticosi passi, piccoli ma in avanti. Se a gennaio, dopo le feste, si discuterà in aula la legge che riforma la custodia cautelare (non il progetto auspicato dalle Camere Penali, ma comunque un miglioramento teso a restringere la discrezionalità di PM e GIP ) si deve  a gente come lui. 
Però era un "cuperliano" e quindi si accomodi... Arriva questa bella (a me non piace, ma ad altri sì) signora, famosa dagli esordi in parlamento per un seducente tatuaggio al piede, che, come tanti, di avvocato pare avere solo il titolo, perché di professione fa appunto la politica. "Dunque Alessia a te che ti dò ? Ah, sei avvocato, allora la Giustizia ! Eserciti poco ? e che fa ? " (dialogo inventato, però magari azzeccato). Non perché essere avvocato effettivo comporti necessariamente una competenza chissà quale in materia di giustizia, però non vale nemmeno l'opposto.
Magari sono solo tentennamenti da esordio, le complicazioni legate al cambio di passo da chi faceva il grillo parlante e ora inizia ad avere il potere di fare qualcosa. 
Vedremo.
Molto più convincente  Caldarola quando si occupa della parte che meglio conosce del PD, vale a dire gli ex comunisti (come lui) e le domande che fa a Cuperlo , ma in realtà a tutta la sua parte, padri nobili (Bersani e D'Alema) e alleati faticosi (i giovani turchi). 
L'idea di Sinistra "buona" che l'autore propone faccio francamente un po' fatica a condividerla, che mi sembra un po' torppo ottimistica, ma tant'è.
Leggiamolo


"Presidente Cuperlo, una domanda: ci spiega perchè ha perso le primarie?"

E’ buona regola, dopo una battaglia elettorale, soprattutto se sconfitti, dare ai propri elettori e agli altri una spiegazione del mancato successo. Stiamo ancora aspettando di capire che cosa hanno capito Bersani e compagnia bella della atroce sconfitta delle precedenti politiche ma in cambio abbiamo ottenuto solo un libretto di due suoi collaboratori che parlano di tradimenti e di traditori. E’ il classico caso in cui la sconfitta viene attribuita a metà alla mala sorte (“destino cinico e baro”, di saragattiana memoria) e per l’altra metà alla congiura dei nemici interni (Stalinismo puro).
L’idea di aver sbagliato qualcosa, in questo caso qualcosa di grande, è lontana. Una ragione c’è. Se si ammette che la sconfitta è frutto dei propri errori bisogna allora fare due cose semplici-semplici: ammettere di avere sbagliato il giudizio sulla situazione e quindi la proposta politica e accettare l’idea che il leader e l’intera sua nomenklatura siano stati rifiutati dall’elettorato. Aspetteremo ancora. Forse in un senile memoriale leggeremo spiegazioni più esaustive anche se il precedente di Achille Occhetto che addebita tutti i suoi insuccessi alla cattiveria cronica di D’Alema non lascia presagire nulla di buono.
Anche Cuperlo ha perso. Ha perso in modo rovinoso. Le primarie del Pd hanno dato un voto straripante per il candidato presentato come estraneo alla sinistra ma per lui hanno votato persone di una certa età, forse tanti ex comunisti, e una minoranza, una vera minoranza, di non elettori del Pd. Cuperlo adesso è presidente del Pd, come lo avevamo incoraggiato a accettare, e una parte della sua nomenklatura, i disinvolti giovani turchi, premono per una più stretta collaborazione con Renzi dopo averlo descritto come longa manus della scuola di Chicago. Nessuno, però, accenna a spiegare perché questo loro insuccesso sia apparso così clamoroso e definitivo. In verità alcuni di noi lo avevano previsto.
Quel popolo di sinistra a cui pensavano di parlare, e soprattutto nel cui nome intervenivano nella battaglia politica, stava da tempo da un ‘altra parte, si era sciolto, non aveva gli stessi tabu, aveva maturato un giudizio forse sommario sulla leadership di sinistra che ha guidato il Pd e forse anche i Ds. C’è stato cioè un rifiuto netto. Ciò malgrado il candidato Cuperlo avesse le carte in regola. Era simbolicamente un uomo con un legame con il passato, era stato nell’inner circle dalemiano ma in modo discreto e senza prepotenze, aveva e ha un profilo culturale che è piaciuto anche a chi non lo ha votato. Perché avete perso?
Forse dovete spiegarcelo per capire se avete capito quel che succede attorno a voi e quel che di voi non convince.
Azzardo delle ipotesi. C’è un modo di parlare di sinistra che ormai appare una sorta di take away, si prende e si porta a casa quello che serve, talvolta una bandiera rossa, altra volta un cibo più esotico, generalmente si cambia vassoio come cambia il tempo e il gusto. L’idea di sinistra è stata a lungo compromessa da due fattori: dal fatto che a questa parola sono stati dati tanti diversi significati anche del tutto contrapposti, spesso dalle stesse persone, e il fatto che la sinistra è cambiamento dei parametri culturali ad ogni passaggio d’epoca. E la sinistra occidentale non è catastrofista. La sinistra, se la guardiamo in sequenza, e se pensiamo a quella occidentale, è sempre stata un postazione politica in grado di modificarsi in rapporto a due condizioni: lo sviluppo di un paese e le condizioni di maggiore equità per chi è più svantaggiato. La sinistra, quella vera, non ha mai costruito castelli di sabbia, e di gulag, attorno alla palingenesi sociale né ha mai creduto alla creazione dell’ “uomo nuovo” che sarebbe nato sotto la pressione di uno stato diretto dai sapienti del politburo.
La sinistra ha parlato all’uomo concreto del suo tempo, cercando di migliorargli la vita. La sinistra ha creato ricchezza, ha accettato i conflitti anche di classe, ha civilizzato ovvero umanizzato il capitalismo, ha dato potere ai sindacati responsabilizzandoli, ha pensato alla vita di ciascuno. Questa sinistra in Italia in parte trova le sue radici in alcune pagine del Pci e in alcuni leader del Pci, con il senno di poi possiamo dire che Amendola, al netto del filo-sovietismo di uno che pure non è mai stato in Urss, era più moderno di tanti altri? E che Berlinguer è una straordinaria figura morale ma rappresentava una carica utopico-pessimistica che non ha fatto fare un passo avanti alla cultura della sinistra? E possiamo dire che il Psi, oggi dimenticato, ha fatto cose grandi per questo paese?
La sinistra di Cuperlo che è stata rifiutata dagli elettori è una sinistra carica di retorica, “non siamo i migliori ma siamo dalla parte giusta”, quella che difende i sindacati ma non sa che cosa i lavoratori pensano del sindacato, che riscopre il keynesimo in un’epoca in cui non c’è una ricetta che possa tener fuori alcuni idee liberiste da alcune revisioni sul ruolo del pubblico. La sinistra di Cuperlo era la sinistra dei nostri ricordi che restano lontani e confusi e soprattutto non sempre coincidenti.
Davvero possiamo avere nostalgia della sinistra che negava la televisione a colori, che creò il “mostro” Berlusconi per la demenziale pretesa di essere l’unico paese senza televisioni commerciali nazionali, che ha lasciato ai giudici il potere di distruggere carriere e vite umane senza pagare mai dazio, che danna come fascista tutto ciò che non rientra nei propri parametri, e potrei proseguire. Questa sinistra ossessiva e ossessionata sta antipatica al paese. Non c’è più il timore che i cosacchi abbeverino i loro cavalli nelle fontane di Roma, c’è il concreto sentimento di estraneità a una sinistra, infoltita di giustizialisti e di giornalisti e intellettuali, che ogni giorno dà lezioni sul vivere e soprattutto scomunica chi non sta sulla retta via. Cuperlo dovrebbe darci una riposta. E con lui anche Reichlin e D’Alema. In fondo siete ancora il mondo da cui veniamo molti di noi. Ci volete spiegare perché ancora una volta avete preso la strada sbagliata e ancora una volta avete affrontato la difficoltà con un errore tragico come quello di aver definito il vostro competitor come geneticamente diverso e “mostruoso”?

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