venerdì 6 dicembre 2013

IO IL BERSANIANO PENTITO E LO PSICANALISTA


Giovanni Taurasi, l'Editor del blog Quinto Stato, è un esponente del PD modenese, che si accinge a votare (e spinge a votare) Renzi. 
Lo scorso anno votò Bersani. Evidentemente, dalle sue parti, qualcuno glielo ricorda, magari per rinfacciarglielo, oppure per fargli cambiare idea e fargli votare Cuperlo (o anche Civati, basta che NON sia Renzi). Lui ha risposto con questo post :

Io, le primarie, lo psicanalista


Mentre mi avvicino all’ingresso, mi accoglie sulla soglia con un sorriso, dicendomi con la sua voce sempre imperturbabile:
-Vedo che è tornato. Come sta?
-Insomma, così così. Se sono qui vuol dire che avevo bisogno di sfogarmi.
-In effetti è un po’ che non ci vediamo. Prego, si accomodi.
-Sa, avevo pensato di interrompere le mie visite, ma poi ho capito che non ce l’avrei fatta da solo. E sono di nuovo qui.
-Cos’è successo dall’ultima volta?
-Per dirla alla Minetti, ne ho viste di ogni. Ma quelle che mi hanno più turbato non sono state le cene di Arcore. Il voto dei 101 mi ha veramente distrutto. Poi le larghe intese e tutto il resto. Mesi di sofferenza. La gastrite. Notti insonni. Mi sono buttato nel podismo, come valvola di sfogo. Ma niente da fare. Volevo anche interrompere la cura.
-E perché è tornato qui?
-Quando mi è arrivato il suo invito ho sentito un richiamo viscerale.
-Non deve sentirsi in obbligo, altrimenti la sua visita non serve a nulla.
-Sì.. sì, lo so. Però è stato più forte di me.
-E adesso cosa intende fare?
-Direi di votare.
-Ha già deciso per chi?
-Ma resta tra noi se glielo dico?
-Certo, c’è il segreto professionale. Glielo chiedo perché me l’ha sempre detto apertamente.
-Voterò Matteo Renzi.
-Renzi? Ma l’ultima volta aveva votato Bersani.
-Appunto. L’ho fatto con convinzione, così come oggi voto Renzi con altrettanta convinzione. Perché bisogna prendere atto che a febbraio siamo stati sconfitti e che non siamo stati interpretati come forza di cambiamento. Un’istanza che oggi è incarnata dal Sindaco di Firenze. Dal voto dello scorso anno, che peraltro riguardava la premiership e non il partito, molte cose sono cambiate e purtroppo la crisi non è certamente passata. Anzi. Serve un cambiamento forte, anche a sinistra. Ed è Renzi che può realizzarlo.
-Ricordo però che si arrabbiò moltissimo per la vicenda delle pre-iscrizioni e della richiesta di Renzi di far votare tutti.
-Perché le regole non erano quelle e non si potevano cambiare a partita iniziata.
-E adesso cosa pensa?
-Adesso le regole prevedono che possono votare tutti, anche i sedicenni. E credo sia giusto, perché in momenti di forte scollamento tra politica e società servono misure straordinarie. È un’occasione per restituire al popolo del centrosinistra e agli italiani la possibilità di scegliere direttamente il segretario del principale partito della sinistra italiana. Nessun altro consente ai cittadini di decidere liberamente e direttamente. Nemmeno la legge elettorale vigente, come ha sentenziato la Corte Costituzionale.
-Dunque, anche lei sale sul carro del vincitore?
-No, solo che per una volta sul carro del vincitore ci vorrei mettere il Partito Democratico. Così, giusto per provare il gusto della vittoria.
-Ma così tradisce la base del partito?
-Veramente la ‘base’ del partito, cioè gli iscritti, hanno consegnato la vittoria nei congressi di circolo a Renzi e hanno riempito le arene delle feste de l’Unità quest’estate per ascoltarlo. Semmai così ascolto la base.
-Ma non pensa che Renzi voglia fare il segretario del PD perché aspira a fare poi il Premier?
-Embè? Scusi l’intemperanza, ma se Renzi da segretario del PD dovesse vincere le elezioni e fare il Premier per cambiare il Paese dovrebbe dispiacermi? Sarebbe un bene per il PD e per il Paese. E dunque anche per me.
-Mi pare piuttosto convinto. Possiamo fermarci qui per questa volta, visto che ha già espresso la sua volontà.
-Quanto le devo.
-Sono 2 Euro.
-Grazie e arrivederci.

Ogni tanto tornare al seggio delle Primarie, riflettere di fronte alla scheda elettorale e scegliere produce un grande beneficio. E costa molto meno della seduta dallo psicanalista.

Ne è seguito uno scambio di commenti tra me e l'autore :

IO 
Molto simpatica l’idea del dialogo con lo psicanalista. Certo, si potrebbe forse un po’ opinare sulla saldezza delle posizioni del protagonista, ma questo è l’anno del Principe di Machiavelli, dove il raggiungimento dello scopo è prioritario su tutto. E va detto che il “paziente”, lo ricordo positivamente, un anno fa, nel non votare Renzi per Bersani, nemmeno però lo aveva demonizzato come invece fatto da tantissimi altri. Matteo NON era il MAle (per molti a sinistra ancora oggi lo è ) ma semplicemente riteneva lo smacchiatore migliore.
Le cose sono poi andate diversamente, e pare subentrata una diversa consapevolezza.
Ci sta, ma sono comprensibili anche interpretazioni diverse, più maliziose.


TAURASI
Ognuno avrà la sua opinione. Non ho mai nascosto le mie (come testimonia il commento), che naturalmene mutano nel tempo perché è da stolti non cambiare mai idea. Per l’ultimo punto, un proverbio dice che la malizia non caccia la malizia, per cui ho poco da replicare. Anche su questo, ognuno avrà le sue interpretazioni, ma fatico a capire quale sia quella maliziosa, visto che non ho nessun vantaggio personale in questa posizione, mentre credo ne vengano molti di vantaggi politici per il PD e per il Paese.

IO 
Non cambiare mai idea è da stolti, assolutamente. Se la si cambia spesso, allora qualche interrogativo sorge, ma non è questa la fattispecie (un indizio non fa una prova. I penalisti dicono che ce ne vogliono almeno tre…). Rispetto ai TANTI che oggi votano Renzi, e ieri gli avevano preferito Bersani, molti sono stati dei veri e propri DETRATTORI del sindaco fiorentino, e quindi il ripensamento è più faticoso da capire…
NON è il caso di “Quinto Stato”, e chi ha buona memoria, come chi scrive, lo ha ricordato. Quindi la malizia non è la mia, però comprendo che i “cuperliani” possano provarla, visto che loro restano, dal loro punto di vista, “leali” ad una idea di Sinistra che NON è quella di Renzi.
Buon voto (che il rischio non vada bene bene c’è).

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