Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
sabato 7 dicembre 2013
"LA LEGGE ELETTORALE LA FARANNO GLI ITALIANI CHE VOTERANNO ALLE PRIMARIE" : RENZI ALCOLISTA ?
E' successo con Polito e Battista (varie volte, contro la loro difesa ad oltranza dei governi del Presidente), è successo con Galli della Loggia e Ostellino, doveva succedere anche con il Prof. Panebianco.
DI non essere d'accordo.
Parlo della legge elettorale. In realtà il contrasto non verte sul favore di Panebianco per il maggioritario, e l'avversione per il proporzionale puro, che condivido, ma sulla accettazione di qualunque alchimia che CORREGGA un sistema che da solo non garantisce livelli adeguati di democrazia.
Un premio di maggioranza che assegna il 55% dei seggi ad un partito o coalizione che ha raggiunto il 49% (Prodi nel 2006) o il 46% (Berlusconi, nel 2008) dei voti, non è assolutamente uno scandalo e anzi magari è da preferire al sistema tedesco dove la Merkel, con una maggioranza relativa del 42% e ben 17 punti di distacco rispetto ai rivali del SPD (che pure questo poi rileva : la differenza tra il primo e gli altri. Da noi, alle ultime, lo 0,37%...pochino per poi pensare di fare e disfare da soli ) ci sta.
Mi va bene anche farla scendere, ma certo non al di sotto del 40%. Al massimo posso concepire un premio al vincitore delle elezioni, per cui chi arriva primo ha, che so, un 5% di seggi come bonus.
Con una legge siffatta la SInistra alle elezioni di febbraio, col 30% scarso dei consensi espressi, avrebbe avuto il 35% dei seggi, NON il 55%. Una mostruosità, che le ha consentito di eleggere le più alte cariche dello Stato, i presidenti delle due camere, e un soffio c'è mancato che accadesse anche col Quirinale (sempre santi i 101 ribelli alla candidatura Prodi , se Civati li scopre, approfitto per mandare loro un regalo a casa, uno ad uno ! ).
Ecco, questa mostruosità ora non esiste più e non potrà tornare, perché la Consulta ha dichiarato che un premio elettorale NON può essere svincolato da una soglia minima di consenso.
Mi sembra un concetto elementare, e invece pare difficile. Ora. che lo sia per Renzi, che, esattamente come Bersani, vuole un sistema che gli consenta di vincere anche col 25% dei voti, mi fa un po' vomitare ma lo capisco : l'uomo guarda alle cose sue, e siccome ha capito che sta perdendo popolarità (certo quella trasversale) ecco che vuole abbassare l 'asticella da saltare. Ma che lo sia per le persone normali, semplici, per cui la maggioranza è il 50% + 1, ecco, questo lo comprendo meno.
Ripeto, si può limitare questo principio, ma non oltre certi livelli.
Panebianco invece dà l'impressione che, "pur di" evitare un qualche sistema proporzionale, anche il Porcellum andasse bene. E fin qui non lo seguo.
Quanto alle preferenze, è giusto il pericolo che segnala : tolti i candidati principali, che si sa che fanno il pieno di voti, laddove si vedrà un afflusso eccessivo di endorsement personali facilmente scatterà l'occhiuto braccio della legge, che prenderà quel dato come indizio grave del "voto di scambio".
Però, a mio parere, non è che per colpa della tracimazione giudiziaria possiamo rinunciare a quelli che giustamente sono dei buoni diritti democratici. Io stimo Massimiliano Annetta, che peraltro è (ancora) nel PD , mi fido di lui e allora lo voto, perché penso che si adopererà per fare cose buone per la Giustizia, e a lui la mia preferenza la darei volentieri. Questa è la preferenza "sana", e che fa sì che il parlamentare sia calato nel territorio, risponda delle sue idee, quelle che porterà avanti nel suo partito e nel Parlamento, ai suoi elettori.
Poi certo, so bene tutte le degenerazioni che si sono verificate e si potrebbero verificare (Sbardella. lo "squalo" della DC romana, chi se lo scorda ? Ma è solo la punta dell'Iceberg).
Però signori, o rinunciamo alla Democrazia ( e magari in tanti iniziano ad esserne stufi, io continuo a pensare che sia un modo meno peggiore ) oppure la salvaguardiamo sapendo che perfetta non è.
Una chiosa su Renzi. L'uomo ha un pregio : è diretto, le cose le dice fuori dai denti.
Quindi la sua reazione alla pronuncia della Corte Costituzionale è pessima ma chiara, senza bizantinismi..
E in questa materia la pensa preciso identico a Berlusconi , con una differenza : il Cavaliere il Porcellum l'ha voluto e poi difeso, nonostante tutti gli strali possibili e immaginabili ; Renzi fa parte della forza che più si è riempita la bocca con la storia della "porcata", salvo difenderla tanto quanto quelli del PDL. Qualcuno dimentica Bersani e la nenia ossessiva, che perdura, della governabilità ? del "La sera gli italiani devono sapere chi ha vinto".
In Germania non lo sapevano ( e adesso varano le loro "larghe intese" ), in GB nemmeno ( hanno deciso i liberali, che potevano allearsi con i tories o i laburisti : hanno scelto i primi) : non stanno morendo né i tedeschi né gli inglesi.
Insomma, retorica da due soldi. Nel 2006 ci volle un po' per capire chi aveva vinto (differenza di 25.000 voti !!!!) però alla fine l'aveva spuntata Prodi. Quanto è durato ? Due anni. Nel 2008 aveva trionfato il centro destra. Durata ? Vera, due anni, scilipotata 3 e mezzo.
Non bastano i sistemi, poi ci vogliono partiti e politici decenti, capaci di portare avanti i programmi proposti agli elettori.
Renzi vuole un sistema che faccia governare che arriva primo, con un voto in più, a prescindere dal numero di voti che prende. E la Consulta a questo ha detto no, definitivamente.
Si deve sforzare Renzino, ad averli i voti, tanti, non solo uno più dell'avversario.
Lui pensa al sindaco d'Italia, ma allora abbia il coraggio di aprire al presidenzialismo e non solo al doppio turno.
Ma a parte la sostanza, sono i toni del sindaco che si fanno sempre più inascoltabili.
Il governo pensa di proporre una legge (che poi sempre il Parlamento dovrebbe approvare ) ? Renzi : "e che c'entra il governo?". Ok la faccia il Parlamento, ma trattandosi delle regole del gioco, possibilmente con l'approvazione di una maggioranza estesa.
E perché mai dice Renzino ? Se è possibile bene, ma comunque tocca a noi, che abbiamo la chiara maggioranza nel Parlamento. Peccato che quella maggioranza sia drogata (e questo si sapeva anche prima della Consulta) e ora anche illegittima . Adesso io non voglio avvelenare i pozzi, dire come Brunetta che 148 parlamentari, quelli del premio, sono illegittimi ecc. ecc. : cosa fatta capo ha.
Però mi pare evidente che per sanare questo vulnus sia meglio tornare quanto prima al voto. Con una nuova legge elettorale, possibilmente, che comunque tenga conto di questi paletti.
Infine, la chicca : "la legge elettorale la faranno loro, i due milioni (ma anche uno e mezzo che Renzi mette le mani avanti al preannunciato calo alle primarie) di italiani che andranno a votare alle primarie".
Renzino, scusa se mi permetto, e gli altri 48 milioni ?
Di seguito l'articolo di Panebianco
UNA TRAPPOLA CHE SEDUCE
Per chi ha sempre trovato insopportabile, come i suoni prodotti dai graffi su una lavagna, l’accostamento fra latinorum e leggi elettorali ( Mattarellum , Porcellum ) è duro ammetterlo ma forse per ricordare chi ha così tanto contribuito a farci tornare indietro di venti anni, buttandoci addosso la proporzionale con preferenze, bisognerà seguire la stessa strada e inventare un termine acconcio: che ne dite di Constitutionalium ? O è troppo complicato, troppo poco nazionalpopolare?
La Consulta, in due mosse, ha politicamente chiuso il cerchio: due anni fa ha impallinato il referendum promosso da Arturo Parisi e altri, teso a riattivare il sistema, maggioritario con quota proporzionale (detto Mattarellum ), precedentemente in vigore. E adesso ci ha imposto di nuovo la proporzionale, ben sapendo che difficilmente la politica, troppo spappolata e divisa, troverà la forza per fare una buona contromossa. E la politica, infatti, si è messa subito a pasticciare intorno a ipotesi di leggi elettorali pseudo-tedesche (nel tedesco vero metà dei collegi sono uninominali), di soglie di sbarramento, sempre aggirabili in Italia, e di finti premi di maggioranza. Matteo Renzi che, nell’immediato, è il politico che più ci rimette, è giustamente arrabbiato. Sa che occorrerebbe un miracolo per salvarci dalla proporzionale.
Al di là delle schermaglie tattiche, solo un accordo fra Renzi e Berlusconi a favore del maggioritario (quello che gli altri — non chi scrive — chiamano Mattarellum corretto) potrebbe farci invertire la rotta. Ma ci sono quattro potenti ostacoli. Il primo, tutt’altro che irrilevante, è che Berlusconi è ormai scivolato fra gli intoccabili. Per i bramini e gli altri membri delle caste superiori è disdicevole farsi vedere in giro con lui.
Coloro che fossero danneggiati da un accordo fra Berlusconi e Renzi sulla legge elettorale, non esiterebbero a scatenare folle urlanti contro quest’ultimo. Ribadirebbero la loro accusa preferita: sei un cripto- berlusconiano. A prescindere, naturalmente, dai contenuti dell’accordo. Il secondo ostacolo è che Berlusconi sembra indeciso a tutto. Potrebbe concludere che la proporzionale gli conviene (secondo chi scrive sbaglierebbe i suoi calcoli ma è un altro discorso). Il terzo ostacolo è che se anche un accordo sulla legge elettorale venisse siglato fra i due, essi, Renzi soprattutto, non riuscirebbero a imporlo all’insieme dei rispettivi gruppi parlamentari. Sarebbero sicuramente tanti i deputati e senatori del Pd pronti ad approfittare di una così ghiotta occasione per azzoppare quello che, probabilmente, sarà il loro futuro segretario. Il quarto ostacolo, infine, è dato dal fatto che Letta (per indebolire Renzi) e Alfano (per indebolire Berlusconi) farebbero forse di tutto per sabotare l’accordo.
Va aggiunto che la proporzionale è il sistema che più piace ai parlamentari. Essendo un sistema conservatore (che tende, cioè, a conservare l’esistente) dà ai rappresentanti uscenti le maggiori chance di rielezione. C’è solo un elemento che potrebbe giocare contro la proporzionale se i parlamentari si fermassero a riflettere: la resurrezione delle preferenze. Perché la preferenza, con gli attuali chiari di luna, o è un sinonimo di voto di scambio o, nella migliore della ipotesi, è un indizio di tale reato penale. Sono sempre stati un po’ patetici quegli ex democristiani che, con gli occhi umidi per la nostalgia, ricordavano i «bei tempi» delle preferenze. In quei «bei tempi» il voto di scambio non era un reato, ed era pure socialmente accettato. E la magistratura non teneva le pistole puntate contro la politica. È una epopea, quella delle lotte per le preferenze, su cui ha scritto un eccellente articolo Gian Antonio Stella sul Corriere di ieri.
Resuscitare le preferenze oggi, in tempi di attivismo giudiziario, è una follia. Magari la scamperanno i leader: è normale che tante preferenze «spontanee» si indirizzino su di loro. Ma diversi neo-eletti, non appartenenti a quella ristretta cerchia, che entreranno in Parlamento con un bel gruzzolo di preferenze (conquistate sul campo, ovviamente, in una dura competizione all’ultima preferenza con altri candidati del loro stesso partito), faranno probabilmente fatica a schivare avvisi di garanzia. Il collegio uninominale è pericoloso politicamente (si può perdere il seggio) ma le preferenze lo sono, e molto, sotto il profilo giudiziario.
Perché è un dramma la reintroduzione della proporzionale? Perché essa può funzionare bene — persino, talvolta, senza soglie di sbarramento — solo in un caso: se esistono grandi partiti radicatissimi nella società e fortemente legittimati. Ma i nostri partiti, dopo i massacri seguiti alla caduta del muro di Berlino, dopo la «strage di San Valentino» connessa alle inchieste dette di Mani pulite di venti anni fa, sono per lo più ectoplasmi, entità semi-gassose che suscitano (guardate i sondaggi) fastidio nei cittadini meglio disposti, e disgusto negli altri. Altro che radicamento e legittimità. In queste condizioni, è facile scommettere che la proporzionale (compreso l’eventuale pseudo-tedesco) ci consegnerà all’ingovernabilità. Basterà un’occhiata ai risultati delle elezioni e i mercati sapranno tutto ciò che c’è da sapere. In Europa poi, dove già oggi non si fidano di noi, gli impegni assunti dai sempre traballanti governicchi che si succederanno non potranno mai essere presi sul serio.
I miracoli a volte avvengono ma ci puoi credere solo a miracolo avvenuto.
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