Ogni tanto capita di leggere articoli e note nelle quali si lamenta la scarsa operatività del parlamento che "non promulga nuove leggi". E io vorrei usare il lanciafiamme contro la redazione.
Se c'è una cosa che le nostre Camere non hanno MAI fatto mancare purtroppo sono proprio le LEGGI. Scritte male, spesso ultimamente scopriamo anche non conformi alla Costituzione, però la quantità non langue.
UN florilegio che nemmeno noi italiani fossimo dei tossici di sempre nuove leggi e leggine, giustificherebbe.
La realtà, nota a tutti, è che ne abbiamo TROPPE, e, inevitabilmente, inutili, dannose, contraddittorie.
Alla fine degli anni 90 Bassanini ci provò a disboscare un minimo la giungla, poi della cosa si vantò Calderoli. Risultati decisamente mediocri.
Ricordo un episodio : la madre cerca di attivare il video registratore (non una cosa difficile penserete, ma non conoscete la donna in questione) e siccome questo non parte, schiaccia con nervosismo crescente il telecomando, sempre senza esito alcuno; interviene la figlia, decenne, che osserva "mamma, ma se premi contemporaneamente tutti i pulsanti quello non capisce ! lo fai anche con me ! mi dice tre cose da fare insieme, e io mi blocco...". Ineccepibile.
Lo stesso un cittadino soffocato da una sfilza infinita di ordini, regolamenti, discipline...
Quando uno non ha nulla da fare discetta a cena sul principio se sia giusto ritenere lecito ciò che non è vietato o viceversa dover ottenere un permesso senza il quale non ci si muove (chiaramente chi scrive ritiene inaccettabile la seconda formula !), ma da noi in Italia è discussione sterile che da noi ormai è già una fortuna se una singola materia sia disciplinata da una legge sola, non travagliata da eccezioni e distinguo.
Una finta libertà, la nostra.
Mi consola che contro questa tortura normativa abbia scritto un editoriale pungente Michele Ainis, uomo di diritto, costituzionalista, certo non accusabile di anarco capitalismo o di ambire al "famo tutti come c...o ci pare", che è la stolida reprimenda di coloro che invece invocano leggi su tutto, e siccome già ci sono, e non succede quello che loro vorrebbero, ne chiedono di nuove, più rigorose.
Non funziona, esattamente come quei genitori che ripetono ossessivamente un ordine al figlio... "ma lui continua a non obbedire, dunque lei cosa pensa di fare ?" chiede paziente lo psicologo alla fine interpellato cui segue la desolante risposta : "lo dico più forte ! ...." .
Cambiare strada no eh ?
Se tutto passa per le Camere
Troppe leggi poche regole
Abbiamo in circolo leggi sui tosaerba, sulle camicie da notte, sulle galline, sui pedaggi stradali dei camionisti
La madre dei cretini è sempre incinta, diceva Flaiano. Anche la patria del diritto, però, farebbe bene a usare qualche pilloletta anticoncezionale. Perché le sue creature sono troppe, e ciascuna indossa l’ermellino di Sua Maestà la Legge. Abbiamo in circolo leggi sui tosaerba, sulle camicie da notte, sulle galline, sui pedaggi stradali dei camionisti. Il virus legificatore ha contagiato pure i prosciutti, con tre leggi sul San Daniele (rispettivamente del 1970, del 1990, del 1999) e un’altra sul pignoramento dei prosciutti (vi si provvede «con l’apposizione sulla coscia di uno speciale contrassegno indelebile»: legge n. 401 del 1985).Tuttavia non basta, non basta mai. E il parapiglia normativo che s’è scatenato attorno al decreto salva Roma ne è solo l’ultima esibizione: regole sulle lampade a incandescenza, sulle slot machine, sui chioschi in spiaggia, sulle sigarette elettroniche. Non regole qualunque, no: regole di legge. Quelle che Calderoli, nel 2010, finse di bruciare col suo lanciafiamme spento. Quelle che Bassanini, nel 1997, voleva eliminare attraverso un ampio processo di delegificazione, rimpiazzandole con altrettanti regolamenti. Senza curare il male alla radice, dato che il male è il troppo diritto che ci portiamo in groppa, e dato che per noi asinelli cambia poco se a spezzarci la schiena è una norma regolamentare anziché legislativa. Ma almeno i regolamenti sono flessibili, rapidi da approvare così come da abrogare. Se invece confezioni il prosciutto in una legge, per sconfezionarlo avrai bisogno del voto di mille parlamentari, della promulgazione del capo dello Stato, del visto di legittimità della Consulta.
Risultato: se il secondo millennio si è chiuso all’insegna della delegificazione, il terzo ha inaugurato l’epoca della rilegificazione. Magari con meno provvedimenti rispetto alla prima legificazione (negli anni Sessanta le Camere approvavano una legge al giorno, escluse le domeniche), tuttavia con provvedimenti più corposi, ciascuno gonfio come un panettone. E con una pletora di norme astruse, di ridondanze, di strafalcioni sintattici e giuridici. La qualità della nostra legislazione è peggiorata, come no. Anche la quantità, però: nel 1962 le 437 leggi decise in Parlamento sviluppavano 2 milioni di caratteri; nel 2012 le leggi sono state 101, ma i caratteri sono diventati 2,6 milioni.
Da qui un paradosso: l’Italia delle troppe leggi è un Paese senza legge.
Perché nel diritto, così come nella vita, dal pieno nasce un vuoto. Se ti martellano troppe informazioni t’ubriachi, e alla fine resti senza informazioni. Se la legislazione forma una galassia, nessuna astronave potrà esplorarla per intero. E il cittadino sarà solo, ignaro dei propri poteri, alla mercé d’ogni sopruso. Succede quando nel diritto amministrativo tutto è legge, quando nel diritto penale tutto è processo. Sicché cresce la discrezionalità di giudici e burocrati: sono loro, soltanto loro, a scegliere la stella che brillerà davanti al tuo portone. Ma c’è una causa sistemica dietro l’esplosione del sistema. Difatti se la legge elettorale genera coalizioni ballerine, se in Parlamento i numeri sono risicati, ciascuno diventa indispensabile, e allora potrà imporre il proprio comandamento, pardon, emendamento. Se l’autobus legislativo fa troppe fermate tra Camera e Senato, finirà per imbarcare troppi viaggiatori, pardon, legislatori. Servono riforme, in conclusione. Altrimenti annegheremo tutti nell’oceano delle leggi.
Basta fare una legge : QUELLO CHE NON è CONCESSO è VIETATO.-!
RispondiEliminaOGGI - PURTROPPO COSTRETTI AD UNA MIRIADE DI LEGGI "LA MORALE NEL NOME DELLA LIBERTà AL DIRITTO .-= SE POI è UN TORTO ALTRUI ; MANCA LA LEGGE= "ASSOLTO"
""OGGI , DEMOCRATICAMENTE : è CONCESSO QUELLO CHE NON è VIETATO.!-"" CI GOZZOVIGLIANO GLI AVVOCATI AI FINI PRICEDURALI = (SEMMAI UNA TOPPA DOPO) -. AI FINI DELLA GIUSTIZIA FONDATA SULLA VERITA AI FIINI DI VERITà E GIUSTIZIA , NEL CESSO.! SIAMO STANCHI DI QUESTA COMPAGINE CHE HA CONQUISTATO IL PARLAMENTO.!
... DOVE ESISTE LA LEGGE "SI MASCHERA LA MERITà" CON TERMINI DEFINITI "DEPISTAGGI" OMISSIONI.---(A QUANDO DEFINITO : TRADIMENTO DEL MANDATO.???) FINO ALLA SCADENZA DEI TERMINI PENALI "GETTATA AI FINI CIVILI NEL CIRCONDARIO DI "COSA NOSTRA"".!
e si blatera che siamo in democrazia . Si incolpa di fascismo e di comunismo . Siamo in mano ad degli inetti che hanno sostituito il dovere con il potere "VARIE MAFIE" AL LIVELLO POLITICO. - L'ITALIANI SONO COME UN CAMPICELLO DAL REDDITO INFINITO. MORTE TUA VITA MEA.! ...E' TUTTO MARCIO.!