sabato 4 gennaio 2014

CUSTODIA CAUTELARE : L'EXTREMA RATIO DIVENUTA REGOLA E CHE TALE SI VUOLE CHE RESTI


Il progetto di legge sulla riforma della custodia cautelare approvato in commissione giustizia e approdato alla Camera è un passo avanti verso una più attenta regolamentazione di un potere delicatissimo in mano ai magistrati : la privazione della libertà personale, anticipando gli esiti di un regolare processo. Si poteva fare di più ? Non c'è dubbio, anzi per Facci, come leggete qui sotto, è troppo poco. Noi ci accontenteremmo pure, se non altro come primo segnale alle toghe : questa discrezionalità la state usando male, molto, e per questo io legislatore sono dovuto intervenire per stringere i confini; fate tesoro di questa scampanellata che altrimenti dovrò intervenire di nuovo. 
Purtroppo nemmeno un provvedimento tutto sommato blando va bene ai magistrati che in realtà l'unica riforma che immaginano della giustizia è : più cancellieri, più giudici (che secondo loro sono pochi...) più personale, più tribunale e più carceri (e). Il bello che un quadro del genere, che ben si attaglia ad una riforma di tipo dittatoriale, dove lo Stato di Polizia è la regola, viene da tempo subito - quando non condiviso - dalla parte politica in teoria più lontana dal fascismo, se non altro per trascorsi storici (ma in realtà è gente che per decenni ha fatto pappa e ciccia col comunismo, che a regime non scherzava di certo, anzi). 
Insomma, come denunciano uomini come Sansonetti, Caldarola, Sofri ...l'elenco per fortuna non sarebbe breve, questo connubio ormai ultra venticinquennale tra toghe e Sinistra è indecente e contrario alla natura primaria della parte del paese che si definisce "progressista", eppure nemmeno il nuovismo renziano porta buone notizie su quel fronte. 
Renzino ha parlato di riforme da fare "con i magistrati". Perché mai ? Io non dico "contro", ma "con" perché ?  Sono da ascoltare, così come gli avvocati, entrambi quali primi operatori della materia giustizia ma poi sarà la classe politica e di governo a fare una sintesi che si propone si essere giusta, a prescindere dal fatto che "piaccia" a questo o a quello. 
Poi arriva quest'altra testa brillante della nuova responsabile giustizia del PD ( aridatece Danilo Leva !!),  che plaude alla prossima approvazione di una nuova norma che introdurrebbe il cd. "omicidio stradale", di cui abbiamo parlato male nel link http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/01/prima-il-femminicidio-ora-l-omicidio.html .
Insomma. il mio amico (caro)  Cattarini mi contesta il crescente scetticismo nei confronti del suo segretario (che Riccardo è un bravo e apprezzato dirigente nazionale del PD) ma dovrà darmi atto che questo primo mese non è stato esaltante, in generale ma nel nostro campo, quello del Diritto e della Giustizia, ancora di più.
Ecco comunque la verità secondo Facci, molto stringata e poco contestabile.

Facci: Cancellieri e secondini

Le lagne di chi non vuole cambiare il carcere preventivo sono vergognose. E la verità è che da 20 anni a questa parte i magistrati se ne fottono del diritto, perché tanto nessuno li punisce

 
Facci: Cancellieri e secondini? Le toghe (impunite) 
se ne fottono...
 
 
La Cancellieri non serve. Le lagne di chi non vuole cambiare il carcere preventivo sono vergognose e basta, non c’è da fare dibattiti, non è uno scontro tra visioni procedurali: è uno scontro ventennale tra chi vuole tentare di migliorare le cose e chi invece non vuole cambiare nulla, anzi, vuole continuare a servirsi comodamente del potere più delicato del mondo - togliere la libertà altrui - per coprire le proprie pigrizie investigative e per vellicare le depressioni del forcaiolo italiota, del servo di procura, dell’infangatore professionale. 
 È da trent’anni che la custodia cautelare dovrebbe essere «extrema ratio» e invece è regola: e questo perché i magistrati se ne fottono, punto, tanto nessuno li punisce, ri-punto: nelle nostre galere ci sono 13mila persone metà delle quali, statisticamente, sarà assolta dopo il primo grado e dopo ingiusta detenzione. Abbiamo 27mila detenuti in attesa di giudizio (anche se l’Italia ha un tasso di criminalità tra i più bassi d’Europa) e il perché lo sappiamo tutti: perché i magistrati usano il carcere per dare anticipi di pena o per costringere a confessioni, talvolta per finire sui giornali: mentre pm e giudici stanno solo attenti a non pestarsi troppo i piedi e propongono, per risolvere il dramma della carcerazione preventiva, esattamente questo: niente. Ora hanno paura che si rompa il giocattolo, ma stiano tranquilli: la riforma allo studio è un decimo di quanto servirebbe. La Cancellieri non serve, ne servono dieci.

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