Io comprendo che leggendo di questi tempi il Camerlengo non si creda che ci sia stato un momento in cui eravamo "renziani", eppure è stato così : nell'autunno 2011, dopo la Leopolda (non so se la prima o la seconda) e il suo libro Fuori., che avevo letto.
Ne scrissi, lodandolo, più post : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2011/10/mi-chiamo-matteo-renzi-rottamatore-1.html ; http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2011/10/mi-chiamo-matteo-renzi-rottamatore-2.html ; http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2011/10/mi-chiamo-matteo-renzi-rottamatore-4-e.html ;
http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2011/10/mi-chiamo-matteo-renzi-rottamatore-3.html .
Delle quatro puntate, suggerisco di leggere almeno la terza (l'ultimo link che trovate), che come gli altri ma più degli altri dà la misura del cambiamento di Renzino dal 2011 ad oggi.
Adesso si atteggia anche a Mourinho, nel prendere in giro gli avversari, schernendoli come ha fatto l'altro ieri con Fassina..."Fassina chi ?" è una boutade a cui ricorreva spesso lo Special One che però aggiungeva sempre "cosa ha vinto ? ". Ecco, è una chiosa che Renzi non si può permettere, e siccome non può, che vincere le primarie di segretario del PD ci sono riusciti in diversi ma poi a Palazzo Chigi c'è arrivato solo Prodi, e sempre per poco tempo, sarebbe meglio si desse una calmata.
A me non sta certo simpatico Fassina, nemmeno fisicamente che mi ricorda spennacchiotto o il brutto anatroccolo, però mi pare un basso livello il sarcasmo (lui la chiama ironia, ma si sbaglia, che l'uomo è un toscanaccio non un londinese) che Renzi è uso fare con l'avversario di turno. Sospetto che abbia ragione Caldarola quando afefrma che il giovanotto ha un brutto carattere che cerca di celare con il sorriso irridente.
Insomma, a chi mi dice "hai cambiato idea su Renzi" , avrei agio a rispondere che più brobabilmente ha cambiato lui le sue.
Del resto molti uomini importanti della prima ora (2011 appunto) ora accanto a lui non ci sono più. Forse che anche questi si sono avveduti di una correzione di rotta non gradita ?
Dice di amare la chiarezza, ma il coraggio di dire che vuole le elezioni non ce l'ha.
Eppure avrebbe ottimi motivi per chiederle senza infingimenti ipocriti : questo governo è assolutamente inadeguato e lo dimostra quotidianamente, la bubbola dello spread è buona ormai solo per i minus habens, che per quello dobbiamo fare un monumento equestre a Draghi (mica solo noi : l'Europa glielo deve fare), mentre la storia del risparmio delle famiglie è smentita dai costi fiscali globali (in sostanza, per 250 euro l'anno di risparmio, che ne sono 1.100 di nuovi costi tenendo conto di tutti gli altri aumenti), e tutto in una gran confusione di annunci e brutte figure (come per il cd. decreto salva Roma). Anche il Corriere della Sera, il più filogovernativo dei media importanti, è ormai diventato assai critico con Letta e i suoi.
Oltretutto questo Parlamento è figlio di una non vittoria elettorale e oggi anche vulneato dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge elettorale che lo ha partorito, cassandola in un aspetto determinante quale il premio di maggioranza. Insomma ce ne sono di ragioni per tornare al voto.
A queste aggiungerei, oggi, anche un farla finita con il febbricitante attivismo verbale (che per ora di fatti nessuno, il che sarebbe anche comprensibile, se non fosse che anche le parole sembrano affette da stato influenzale) del gianburrasca fiorentino, che veramente disserta su TUTTO lo scibile terracqueo.
Alla fine della fiera, cari Napolitano e Letta, i tre leader più importanti, Berlusconi, Grillo e oggi Renzi, vogliono tutti le elezioni anticipate. Come è mai possibile ignorare questa realtà ?
Era difficile con il passaggio del Cav all'opposizione, ancorché il povero Angelino e i suoi compari di ventura continuassero a garantire una risicata maggioranza, ma ora che di traverso c'è Renzi titolare del PD ?
Certo, come ricordano giustamente molti, un conto è il partito (dove comunque continua a covare la fronda, nonostante il congresso ci sia appena stato) e un conto i parlamentari, eletti per lo più in quota opposta all'attuale segretario democratico.
Ma anche così, che governo è ?
AL VOTO , esorta Caldarola, e così stando le cose, noi con lui.
"Al voto, al voto"
Renzi sa che ha due nemici: il tempo e il ridicolo. Il tempo perché se non gli riesce qualche colpo entro poche settimane, comincerà a farsi strada il partito dei delusi, il ridicolo perché non si è guasconi senza risultati ed è facile che in assenza di vittorie aumentino i sorrisi sarcastici.
Forse anche per questo, oltre che per elementare buona educazione, avrebbe dovuto evitare la battuta su Fassina. Se c’è una cosa che detesto è fingere di ignorare o decidere di degradare l’avversario: quel Fassina chi? equivale alle volta che Travaglio dà del poverino-poveraccio ai suoi avversari. Ma sulla buona educazione ho già scritto e vedo che, al solito, non faccio proseliti.
Dietro lo scontro Renzi-Fassina si nascondono cose serie ma al tempo stesso irrilevanti per la sorte del paese. Sarà demagogico scriverlo ma questa lite fra un quasi quarantenne e un ultraquarantenne interesserà poco ai frequentatori di supermercati con pochi euro in tasca.E’ bene ricordare, per amore di verità, che il sindaco di Firenze si è preso da Fassina & Company insulti brucianti, ad esempio quello di essere di destra e di essere un nemico della sinistra per poi trovarsi poi votato da molti ex comunisti che sono fuggiti a gambe levate dal candidato di Fassina, tanto per dire.
Il sindaco di Firenze è una testa calda e quindi mi aspettavo che avrebbe prima o poi restituito gli insulti. Una cosa va detta però una volta per sempre. Se questi “ragazzi” considerano la politica la loro arena personale, facciano pure, purtroppo per loro ci siamo anche noi cittadini, quindi sarebbe bene che si dessero una calmata.
Fassina dal suo canto è un personaggio che non ho mai capito. Non nasce gauchista, anzi mi risulta che sia stato molto innamorato di testi liberiste in anni clintoniani, poi, con Orfini e altri, scopre che si è aperto uno spazio gigantesco a sinistra e lo occupa, è uomo decisivo della tragica segreteria Bersani (quella della storica sconfitta della sinistra), si oppone al governo di larghe intese ma va a prendersi un posto al sole, combatte Renzi ma resta lì dove si è insediato, non abbiamo sentito la sua voce mentre si faceva carne di porco sulla finanziaria, oggi si dimette per un inaccettabile insulto. Gli rivolgo la stessa domanda che sul “Calibro” gli ha fatto il mio amico Michele Fusco: ora dove diavolo vuoi andare? Una scissione? Sarebbe una follia perché non nascerebbe un partito gauchista alla greca ma un tardivo Pcf. Strattonare Renzi ogni momenti? E’ legittimo, ma ci vogliono idee e proposte che la sinistra, tutta intenta a recuperare una dimensione valoriale nella certezza che la gente di sinistra aspetti solo questo, non ha. Allora, pover’uomo? (non è una battuta, ma il titolo di un drammatico romanzo di Hans Fallada).
La verità è che le convivenze forzate non reggono a lungo ma questi qui non ci hanno neppure provato. La sorpresa negativa per Fassina può venire da Maurizio Landini che in una intervista di oggi al “Resto del Carlino” continua a insistere sulla sua apertura a Renzi e usa un linguaggio in gran parte diverso dal passato persino su Marchionne. Da tutto ciò, ameno che Cuperlo non voglia prendere cappello per l’incidente di Fassina, si ricava che il tema di fondo non sono comunque le buone maniere di Renzi perché non le ha. Il tema è se riuscirà, come tanti si augurano, a incidere profondamente su una situazione politica collassata. Non faccia grandi proclami se non per far capire la sua direzione di marcia. Faccia la legge elettorale. Oggi Travaglio continua, finalmente un’opera buona!, a martirizzare i suoi amici grillini perché accettino il dialogo. Se non riesce a convincerli si vada al voto con la legge che uscirà dalla sentenza della corte e si consideri la prossima legislatura come legislatura costituente. Avrà comunque sbloccato il paese che non può più vivere guidato da un parlamento che non ha legittimità costituzionale. Se si può votare o meno poco prima o poco dopo il semestre europeo è una questioncella. Diciamolo meglio: porre il tema è un alibi. Si può votare, come in ogni paese democratico, in ogni situazione. Solo in Italia il voto viene presentato come un ostacolo per missioni che poi non vengono neppure tentate.
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