Che i figli siano fonti di ansie, problemi e costi, bè, è talmente palese che non ci vuole certo una ricerca scientifica a comprovarlo. Che però i genitori siano per questo persone più infelici rispetto a quelle che i figli non li hanno, questo francamente mi lascia stupito e perplesso.
E parla uno che un figlio ce l'ha diciamo "per sbaglio" (altrui) e non si può dire certo un buon padre. Però conosco tante persone, veramente genitori, che è vero hanno tutte le angustie sopra elencate, però parlano dei figli come qualcosa di essenziale e vivificante.
Senza contare che poi questa "felicità" è parola vaga e vacua. La mia percezione, ne parlavo recentemente con varie persone, è che nel nostro tempo, così ricco di tanti gadgets e opportunità, io incontro molte più persone infelici - a prescindere dai figli - di quanto mi sembrava di vederne da giovanissimo.
In realtà, pensando ai miei nonni, zii, e loro conoscenti, non è che potrei definirli felici, che secondo me nemmeno se lo ponevano questo obiettivo, ma sicuramente più tranquilli sì. Il loro traguardo era la serenità, che passava per una condizione economica dignitosa ( e la dignità ai tempi era molto meno costosa) e una buona salute per sé e per i propri cari. Oggi l'asticella è stata alzata notevolmente, e infatti sono pochi a saltarla.
Comunque, l'articolo, riportato da La Stampa, e che fa riferimento ad una ricerca che ha interrogato ben tre milioni di persone, di cui la metà negli USA, è curioso e può essere letto.
Chi è genitore si sente meno felice di chi non ha figli
Tradizionale modello di famiglia
Lo dice uno studio americano sulla valutazione del benessere
soggettivo, per scoprirlo è stato analizzato un campione di tre milioni
di persone.
Sembra scientificamente probabile che chi ha figli abbia la convinzione di essere meno felice di chi non ne abbia. E’ un’affermazione che parrebbe scontata, quanto cruda. Da una parte contraddice un basilare principio su cui tradizionalmente sembra fondata ogni società; ovvero che i figli siano un complemento necessario al nostro equilibrio biologico, o che diano comunque un senso alla nostra vita.
E' però anche vero che tale è il senso della classica raccomandazione che fanno i genitori, massacrati dall’allevamento di prole turbolenta, a chi ancora non abbia fatto quell’esperienza…”Ah se potessi tornare indietro, beati voi che potete uscire la sera, beati voi che vi godete la vita…” Naturalmente tutto rientra in soggettive fasi umorali, o esistenziali, di chi formula il pensiero di come sarebbe stata la sua vita senza figli.
A sostenere che chi non ha figli sia oggettivamente più felice è uno studio molto serio, che compare negli atti della National Academy of Sciences. La ricerca è basata su due indagini dalla Gallup, il colosso americano delle analisi demoscopiche. Il campione che è stato preso in considerazione è piuttosto consistente, si parla di circa tre milioni d’individui. Per l’esattezza sono stati scandagliati un milione ottocentomila americani, nell’arco di tempo che va dal 2008 al 2012 e, iniziando due anni prima, un milione e settantamila altre persone provenienti da 161 paesi di tutto il mondo.
Una fetta di umanità quindi abbastanza rappresentativa del sentire medio sull’oggetto della ricerca, che domandava ai partecipanti quanto sentissero la loro vita prossima a un modello ideale d’esistenza felice. Che potevano valutare con un punteggio da uno a dieci.
In sintesi estrema quelli con figli hanno una percezione di vita felice minore di quelli che non ne hanno, questo avviene in maniera crescente nelle aree con maggiore tasso di fertilità come per l'Africa, l'America Latina, Medio Oriente e Asia meridionale, dove la scelta di avere un figlio spesso non corrisponde a un progetto liberamente accettato.
I dati numerici della ricerca sono stati interpretati da studiosi della Stony Brook University, dalle loro conclusioni è tuttavia attenuata l’idea che potremmo avviarci verso un’umanità futura che scelga di non avere figli, o di coppie che decidano di mantenersi in una perenne adolescenza emotiva, piuttosto che affrontare l’impegno di allargare la famiglia, sicuramente limitante di molte loro libertà individuali.
“Alla fine le valutazioni del concetto di vita felice non cambiano molto tra chi abbia figli o chi non ne abbia- ha detto al Los Angeles Time il professor Arthur Stone. "Ma quelli che hanno bambini vivono più intensamente sia le gioie, che le emozioni negative come rabbia, preoccupazione e stress".
E’ chiaro che per chi può scegliere consapevolmente di procreare può anche lamentarsi, invidiando l’ apparente spensieratezza di chi ha meno problemi. E’ evidente per tutti che la vita senza il fardello dei figli possa sembrare meno faticosa, è più oggettivamente palese quando le risorse familiari sono molto limitate e potrebbero essere spese unicamente per la soddisfaione dei bisogni individuali.
E’ però meno facile ammettere per tutti che, almeno in Occidente, cominci a dare segni di cedimento il modello di una famiglia in cui la parola “sacrificio” sembrava il collante irrinunciabile e indispensabile a garantirne la tenuta.
In attesa che si presentino all’orizzonte soluzioni alternative, chi ha figli e non si senta troppo felice per questo, almeno saprà di non essere solo, nello struggente rimpianto di non potere vivere alla grande, o almeno come immagina vivano quelli che non si sono presi la briga della prosecuzione della specie.
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